Personaggi del mondo dello spettacolo, artisti, chef, designer e figure di spicco del settore del business e della finanza a confronto, sul palco del Teatro Sociale Giorgio Busca di Alba, per l’anno zero di “Sostenibilità incrociate”, ciclo di incontri, organizzato nell’ambito della 91a edizione della Fiera Internazionale del Tartufo Bianco d’Alba, che per tre giorni, dal 29 al 31 ottobre, ha portato a dialogare tra loro mondi apparentemente distanti intorno al tema, attualissimo, della sostenibilità.
Per un cerchio che si chiude, dopo la conferenza stampa di presentazione della Fiera a Milano, nel giugno scorso, gli stessi protagonisti di allora hanno dato vita al dibattito conclusivo: la presidente Liliana Allena e il direttore Stefano Mosca, fautori di quest’ultima svolta culturale della Fiera, sono così tornati a confrontarsi con Fernanda Roggero, giornalista del Sole 24 Ore, e Paolo Vizzari, curatore gastronomico, interrogandosi sulla sostenibilità del turismo enogastronomico e, più in generale, di tutto ciò che riguarda questa grande sfida dal punto di vista ambientale, sociale ed economico. Chiamato a portare il proprio contributo, di ritorno dalla Settimana Sociale dei Cattolici di Taranto, intitolata “Il pianeta che speriamo”, anche monsignor Marco Brunetti, vescovo di Alba, che ha annunciato il prossimo lancio di un decalogo di buone pratiche per le parrocchie della Diocesi. Ad arricchire l’incontro, l’intervento di Roberto Cavallo, agronomo e saggista, cofondatore della Cooperativa Erica, da tempo impegnato sui temi legati all’ecologia.
«Il tartufo bianco d’Alba è un indicatore naturale dello stato di salute della Terra e funge da termometro per il pianeta. La Fiera vuole offrire la propria visibilità e la credibilità del proprio brand per portare una volta di più il tema al centro del dibattito, partendo dal presupposto che la verità su questo argomento non è né comoda, né facile: la sfida sta nel rendere la sostenibilità pop e piacevole, qualcosa di desiderabile. Ricordandoci sempre che a fare la differenza, comunque, sono le persone». Questo, in sintesi, il concentrato di questi tre giorni, passando per distonie sintoniche, capacità di visione, tecnologia al servizio delle persone, attitudini, giovani, genio e inventiva, “green washing” e arte, concerti dal vivo e “Pacific trash vortex”, radici e speranza, tartufo e prendersi cura.
Di altissimo profilo gli interventi che si sono succeduti nei diversi panel della tre giorni albese, aperta da “L’estetica sostenibile” con il cantautore Samuel Romano e l’architetto Marco Rainò. Quindi, “La sostenibilità umana e virtuale” per un inedito confronto tra Norbert Niederkofler, chef tre stelle Michelin e una stella Michelin verde, del Ristorante St. Hubertus di San Cassiano, e Luba Manolova, “director business group lead” di Microsoft 365-Modern Work&Security, Marketing&Operations. Ancora, Luca Penna, partner at Bain&Company, a dialogare con Andrea Viganò, “former executive chairman” di BlackRock Italia e Fabrizio Palenzona, dirigente d’azienda, banchiere e politico italiano, per “Dietro ai numeri: come la finanza cambia volto e si fa sostenibile”, chiudendo la giornata di sabato con “La sostenibilità del ricordo”, per l’appuntamento con Valerio Berruti, artista, e Patrizia Sandretto Re Rebaudengo, presidente dell’omonima fondazione. Quindi, “La sostenibilità allargata”, per la spumeggiante tavola rotonda con Charley Vezza, direttore artistico di Gufram, Fabio Novembre, architetto e designer, Davide Oldani, chef due stelle Michelin e una stella Michelin verde, del Ristorante D’O di Cornaredo, e Saturnino Celani, musicista, per passare al confronto tra Paolo Zegna, presidente della Fondazione Biellezza, e Stefano Borromeo, Ceo di Galup, su “La sostenibilità sociale” e ancora “La sostenibilità apparente”, per il dialogo tra “La Pina”, conduttrice radiofonica di Radio Deejay, e Aristide Artusio, presidente di Witt Italia.
«Quella della sostenibilità è una sfida che richiede risposte urgenti, non differibili, e il bene del pianeta e di noi che lo abitiamo non è un affare riguardante alcuni settori prima di altri: è un’emergenza universale che a vari livelli deve interessare chiunque», afferma la presidente della Fiera Internazionale del Tartufo Bianco d’Alba, Liliana Allena, aggiungendo: «Il cambiamento climatico è sotto gli occhi di tutti e la stagione del tartufo ci offre un perfetto spaccato di quanto sta accadendo nel nostro pianeta. La Fiera Internazionale del Tartufo Bianco d’Alba è pronta a fare la propria parte, lavorando per offrire un evento sempre più sostenibile, ma soprattutto offrendo la visibilità mediatica di cui gode per rilanciare questo tema, grazie a un ambasciatore d’eccezione, presente sulle tavole di tutto il mondo, quale è il “tuber magnatum Pico”».
La svolta culturale introdotta quest’anno troverà continuità anche nella Fiera targata 2022: è già stata annunciata, infatti, dalla presidente Liliana Allena, la seconda edizione del ciclo di incontri “Sostenibilità incrociate”, che verrà inserita nel calendario degli appuntamenti della 92a Fiera Internazionale del Tartufo Bianco d’Alba, il prossimo anno.