«Anche con i libri possiamo aiutare in concreto l’Africa»

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C’è tanta provincia di Cu­neo nei progetti di aiuto umanitario promossi in Afri­ca dai missionari cattolici. È proprio di pochi giorni fa la notizia relativa alla presentazione, avvenuta in Kenya nell’ambito della Conferenza dei Vescovi Cattolici, di tre nuo­vi, importanti, libri liturgici in lingua swahili redatti da Pau­li­nes Publications Africa e stam­pati dalla tipografia Arti Gra­fiche Cuneo. L’azienda gui­­data da Piero Bo­rello con i figli Paolo e Mario stamperà, inoltre, la versione in lin­gua italiana del libro che ri­per­cor­re le missioni in Africa delle Figlie di San Pao­lo, suo­re mol­to note nel Cu­neese, in quan­to la loro Casa Madre sorge in corso Piave, ad Alba. Ne abbiamo parlato proprio con Piero Borello, profondo conoscitore del­l’Africa essendo egli stesso volontario da qua­si mezzo secolo.

Borello, in Africa è partita la distribuzione dei nuovi volumi in lingua swahili che avete stampato. Di cosa si tratta?
«Sono tre pubblicazioni particolarmente significative sia dal punto di vista dei contenuti liturgici sia per quanto riguarda la loro funzione so­ciale e di evangelizzazione. Que­sto per­­ché sono scritti in swahili, lingua nata in Tan­za­nia e oggi in forte diffusione, che viene già parlata da 130 milioni di persone e che nel prossimo futuro potrebbe raggiungere una platea ancora più ampia. È un’ipotesi concreta visto che molti vocaboli swahili sono di uso co­mune nei vocabolari di diversi Paesi africani che utilizzano generalmente altri idiomi».

Sul fronte liturgico, qual è la funzione dei tre volumi?

«Uno è un lezionario, un altro è un messale, mentre il terzo è un breviario. In passato, avevamo già stampato diverse pubblicazioni di questo tipo, tra cui, solo per fare alcuni esempi, il libro con la liturgia delle ore e i quaderni didattici da mettere a disposizione dei bambini. Libri di questo tipo hanno una funzione fondamentale in chiave evangelica e pure per creare terreno fertile nell’ottica di future vocazioni».

E in chiave sociale?
«Hanno una valenza sociale immensa perché, raggiungendo anche le persone comuni, fanno comprendere meglio al­le popolazioni del luogo il va­lore delle missioni. Rap­­pre­sentano, quindi, una preziosa op­portunità. E noi cerchiamo di fare la nostra parte mettendoci il massimo dell’impegno e della professionalità».

Com’è nato questo vostro impegno?
«È stato un modo per rispondere alle esigenze manifestate dai Paolini e da altre congregazioni religiose attive in A­fri­ca e non solo. Ho avvertito quanto fosse forte questa ne­cessità fin dalle mie prime esperienze lavorative, operando a stretto contatto con i Giuseppini del Murialdo, e anche ricoprendo il ruolo, che ho avuto in carico per diverso tempo, di direttore generale della Scuola Tipografica San Pio X di Roma».

Peraltro state già lavorando ad altri libri religiosi…

«Sì, la nostra azienda collabora con i Paolini dagli anni Ses­santa e a breve manderemo in stampa il libro “Le Figlie di San Paolo in Africa”, versione in italiano del volume pubblicato in inglese alcuni anni fa che racconta in maniera dettagliata e coinvolgente l’impegno delle Figlie di San Paolo nel continente africano, con un focus particolare sull’opera di suor Teresa Marcazzan».

Lei stesso, peraltro, è cooperatore paolino e volontario in Africa con la sezione cuneese dell’associazione di cooperazione e solidarietà internazionale Lvia…

«La mia prima esperienza da volontario in Africa risale al 1974. Andai in Kenya. Suc­cessivamente sono stato in Uganda, Burundi, Burkina Fa­so, Senegal, Etiopia e diversi altri Paesi africani».

Cosa le hanno lasciato questi viaggi umanitari?
«Anche io ho dovuto fare i conti con il “mal d’Africa”. È impossibile non avvertire il desiderio di tornare dopo aver visto da vicino luoghi in cui le persone devono sopravvivere facendo i conti con una povertà estrema. Non si può rimanere indifferenti».