Una figura molto delicata, forse silenziosa, ma indispensabile nel calcio è quella del Team Manager. Vero e proprio trait d’union fra squadra e dirigenza, vive da vicino, ai bordi del rettangolo verde, fianco a fianco all’allenatore ed a stretto contatto con i calciatori, tutto ciò che accade nei novanta minuti (più recupero) che accendono le domeniche sui campi da gioco. Senza dimenticare il prezioso lavoro settimanale, sempre dietro le quinte. Nell’Ac Cuneo 1905 Olmo, questo ruolo è ricoperto nella stagione 2021-22 da Massimo Pantaleo che, dopo aver preso parte al cantiere Cuneo Fc nello staff del settore giovanile, nel 2021 ha iniziato questa nuova e stimolante avventura.
Massimo, in questi mesi hai potuto assistere in prima persona alla nascita dell’Ac Cuneo 1905 Olmo…
«In passato ho avuto modo di conoscere poco il vecchio organigramma dell’Olmo, ora riproposto con tante aggiunte significative. Sono convinto che coloro i quali hanno contribuito a creare questa nuova realtà l’abbiano fatto perché ci credono davvero, con un progetto ambizioso, a lungo termine ed affrontato seriamente. Le basi ci sono e sono solide: l’intenzione è quella di costruire qualcosa che possa coinvolgere sempre più persone, istituzioni comprese».
Dopo un “apprendistato” nel mini torneo della scorsa stagione, in questo campionato di Eccellenza vivi a tutti gli effetti l’esperienza nel ruolo di team manager. Impressioni?
«È un ruolo sicuramente importante, perché è il punto d’unione fra la società e i ragazzi. Da fuori il team manager può apparire solo come colui che porta le borracce e segnala le sostituzioni, ma è in realtà una figura mirata. Io sto provando ad affrontare questa responsabilità facendo sì che i ragazzi debbano pensare a giocare e non preoccuparsi di altro: e, devo dire, per me è più facile, in quanto il nostro è un gruppo spettacolare, composto da persone semplici e con poche pretese. Da parte mia, sto cercando di viziare i giocatori, nel senso buono: sono felice di poter dare una mano, essere presente, preparare lo spogliatoio in modo che sia sempre tutto ben organizzato. E poi, alle nostre spalle, c’è una società sempre pronta per risolvere ogni tipo di evenienza».
Cosa si prova a vivere la partita dalla panchina, a stretto contatto con mister e giocatori?
«Beh, sicuramente è diverso che viverla dalla tribuna. Per me è un’emozione, una tensione positiva, vorrei entrare in campo con i ragazzi. Dal punto di vista del team manager, c’è poi il rapporto molto delicato con gli arbitri: ci tengo che la società faccia bella figura sotto questo punto di vista, per questo provo ad accoglierli sempre con il sorriso, provando anche a sdrammatizzare, considerando che spesso i direttori di gara sono bersaglio delle critiche».
L’Ac Cuneo 1905 Olmo veleggia in testa all’Eccellenza e il girone di andata è quasi finito. Ti aspettavi un cammino così convincente?
«Ho conosciuto la squadra durante il breve torneo che si è giocato in primavera. Posso affermare che, dietro ad una squadra, sono fondamentali il gruppo e lo spogliatoio i quali, se coesi, rappresentano già un’enorme fetta di lavoro compiuto, un grande punto di partenza. Qui al Cuneo Olmo lo spogliatoio è molto unito, molti dei nostri calciatori giocano insieme da diversi anni e anche i nuovi innesti si sono ambientati subito benissimo. Senza dimenticare il grande direttore d’orchestra, Michele Magliano che, a momenti, sembra telecomandare in campo tutti con un joystick (ride, ndr). Insomma, le qualità ci sono».
Domenica a Castellazzo Bormida è arrivata una vittoria che vi ha confermato saldamente in vetta. Ci state prendendo gusto?
«L’entusiasmo è tanto. La squadra ha speso molto finora: ci stiamo giocando le nostre possibilità, speriamo di fare un bel campionato e continuare a crescere, tutti insieme».