Dopo alcuni anni la Cardiologia di Savigliano riprende il suo percorso nel trattamento delle cardiopatie strutturali realizzando la chiusura percutanea del forame ovale pervio (Pfo) che ha come principale indicazione la prevenzione dell’ictus cardioembolico.
Il Pfo è una cardiopatia congenita riscontrata in circa il 20-30% della popolazione adulta senza differenza di sesso; una bassa percentuale di questi pazienti va però incontro a complicanze la più importante delle quali è rappresentata dall’ictus, rendendo pertanto necessaria la chiusura di questa comunicazione tra l’atrio destro e l’atrio sinistro in un setting definito di pazienti.
Nel 2010 la Cardiologia di Savigliano allora diretta da Baldassarre Doronzo aveva già intrapreso questo tipo di percorso trattando con successo circa 40 pazienti. Tuttavia nel 2013 la chiusura dei Pfo in un “setting” così ampio di pazienti è stata fortemente posta in discussione dalla comunità scientifica, ma tra la fine del 2017 e il 2018 sono stati pubblicati tre importanti studi randomizzati che hanno dimostrato che il trattamento con chiusura percutanea associato a terapia medica era superiore alla sola terapia medica nella prevenzione secondaria dell’ictus di origine indeterminata.
Grazie alla proficua collaborazione tra la Neurologia diretta da Roberta Bongioanni e la Cardiologia di Savigliano di cui è direttore sostituto Michele de Benedictis, con il fondamentale contributo della Direzione Generale e di quella Sanitaria del Presidio di Savigliano, è stato creato il gruppo Neuro/Cardiologico con lo scopo di costruire percorsi diagnostico-terapeutici per diagnosi, trattamento e follow-up di tutte quelle patologie di interesse comune quali la fibrillazione atriale o il forame ovale pervio, le cui più frequenti e rilevanti complicanze sono rappresentate dall’ictus cerebrale cardioembolico.
L’approccio diagnostico a tali patologie è molto complesso e richiede specifiche professionalità con elevata competenza in diverse metodiche quali gli impianti sottocutanei di “loop recorder” per ricerca della fibrillazione atriale-ecocardiografia trans-toracica e trans-esofagea, EcoDoppler dei vasi trans-cranici, screening neurologico per pazienti ricoverati ed ambulatoriali.
Sempre nel contesto di gestione multidisciplinare delle patologie neuro-cardiologiche sarà avviata a breve l’attività della Syncope-Unit il cui sviluppo operativo è stato purtroppo rallentato dalla pandemia Covid.
Spiega il dottor de Benedictis: «Grazie alla importante collaborazione di tutti, a fine ottobre abbiamo chiuso con successo per via percutanea un Pfo di un giovane paziente precedentemente ricoverato in Neurologia per ictus, utilizzando le alte competenze di un team multidisciplinare costituito principalmente da Cinzia Moncalvo, nostra emodinamista con oltre 100 procedure all’attivo Sarah Dogliani e Diego Pancaldo, alte professionalità nella diagnostica ecocardiografica ambulatoriale, Ciro Scarpato ed Elisabetta Bucciantini, neurologi, da tutto lo staff infermieristico e dai tecnici di radiologia. Inoltre è importante sottolineare che questa procedura è stata effettuata con tecniche di ipnosi per le quali alcuni sanitari della Cardiologia (le cardiologhe Giuliana Bricco e Cinzia Moncalvo, gli infermieri Massimo Boglione e Sara Bossa) sono stati certificati, ottenendo ottimi risultati nell’applicazione di tali tecniche nelle procedure cardiologiche diagnostiche e interventistiche».
Conclude la dottoressa Bongioanni: «La ripresa dell’attività di cardiologia interventistica strutturale rappresenta un ulteriore, fondamentale tassello nell’attività di prevenzione dell’ictus cerebrale offerta alla popolazione dall’Ospedale “Santissima Annunziata”. Un ringraziamento particolare deve essere fatto alle Direzioni Generale e di Presidio per l’incoraggiamento e la disponibilità offerti per l’attuazione di tale progetto».