La Fiera dell’Aglio di Caraglio diventa maggiorenne, e dopo un anno di stop forzato causa Covid, celebra per il 18° anno il più famoso prodotto del proprio territorio, l’aglio. La manifestazione dedicata al prodotto tipico più famoso di questa zona, è stata organizzata dall’Associazione Turistica Pro Loco Insieme per Caraglio in collaborazione con il Comune di Caraglio, il Consorzio e la Confraternita dell’Aglio.
La grande novità di quest’anno, che va ad impreziosire ed arricchire la manifestazione, sarà la prima Sagra della Bagna caöda, il famoso piatto piemontese a base di aglio, olio e acciughe. La bagna viene mantenuta calda – cauda, appunto – ma non deve mai friggere o fumare: è questione di equilibrio con la fiamma. Si versa dentro i fujot, il tipico contenitore a scaldino nel quale inserire una candela, e si mangia con le verdure dell’autunno: immancabili il croccante cardo gobbo, il peperone, il cavolo, la barbabietola rossa cotta al forno, il topinambur e la patata bollita. Ma non solo. Nella versione moderna la bagna cauda è un ingrediente arrivato anche nelle pizze.
E dopo questo breve excursus su come gustare al meglio questo piatto della tradizione, cerchiamo di capire cosa distingue l’aglio di Caraglio dagli altri direttamente dalle parole di Debora Garino, presidente del Consorzio a tutela dell’Aglio: “la sua origine si perde nella notte dei tempi. È un aglio delicato, mantiene il sapore ma non è forte e soprattutto, non ‘riviene’, non lascia l’alito cattivo. In passato – ha continuato Garino – proprio per questa caratteristica e delicatezza non veniva amato e si prediligeva quello intenso. Oggi è tutto il contrario e viene preferita la morbidezza del sapore dell’aglio di Caraglio”.
Nella domenica dedicata a questo ortaggio, è stato possibile degustare piatti tipici o l’ala del Pellerin, in piazza Cavour dalle 12 alle 14.30 su due turni, con richiesta di prenotazione e all’ingresso il green pass. Il programma della giornata ha visto, dalle ore 9 alle ore 18, una grande esposizione colorata di stand lungo tutta via Roma con vendita di prodotti tipici e artigianali in tutte le sue varietà e dimensioni. Alle 14,30, la grande castagnata promossa dalla Pro Loco e, altra novità di questa edizione, è stato il primo mercatino dei bambini, un’occasione per i più piccoli per cimentarsi nella vendita/scambio di oggetti usati. Suggestiva, infine, la performance di “Barbabriciu”, un artista che ha realizzato alcune splendide sculture in legno con la sua motosega. Le opere, create in diretta da vecchi ceppi di cedro, andranno ad impreziosire un angolo del paese alle porte della Valle Grana.
Il pubblico numeroso ha percorso la fiera indossando mascherine e rispettando le indicazioni, ma il timore sui contagi è stato allontanato con la tipica ironia piemontese: “Dopo le vaccinazioni vere e necessarie – ci hanno detto alcuni caragliesi – crediamo che anche una bella bagna cauda, a modo suo favorisce il distanziamento sociale. C’è un nuovo detto piemontese che dice che se mangi l’AJ il covid non lo prenderai mai”.
IL CONSORZIO DELL’AGLIO CARAGLIO. Attualmente presieduto da Debora Garino, il Consorzio si occupa della promozione, della tutela e valorizzazione di questo ortaggio dai sapori forti, promosso da sei coltivatori, con un disciplinare di produzione impostato su metodiche di coltivazione biologiche. Oggi conta 18 produttori di cui, alcuni, hanno creato invitanti ed accattivanti trasformati e conservati a base del gentil bulbo”. Nel 2008 al Consorzio si affianca la goliardica Confraternita dell’Aglio di Caraglio al motto: “In Caraglio Alliud Pro Aglio et Aglio Pro Allis” (tradotto: “A Caraglio tutti per l’aglio e aglio per tutti”).