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«Il nostro vivaio serbatoio di talenti»

Roberto Viviani, responsabile settore giovanile

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Mentre la Prima Squadra sorprende, diverte, vince e comanda il campionato di Eccellenza, l’AC Cuneo 1905 Olmo continua a lavorare alacremente sul potenziamento del proprio vivaio, il vero serbatoio di talento, indispensabile per la crescita di una società, su cui porre le basi per il futuro. Punto di riferimento nel club biancorosso è Roberto Viviani: responsabile del Settore Giovanile e referente per il progetto Juventus Academy, è ormai al suo settimo anno all’interno dello staff cuneese, dopo i tre come responsabile dell’attività di base in quel di Fossano. Il primo, però, con il marchio “Cuneo”: ad oggi, sono più di 200 gli adolescenti, piccoli e piccolissimi, fra attività di base e Settore Giovanile, all’interno della galassia biancorossa. Numeri di tutto rispetto e che, d’altro canto, rappresentano un punto di partenza.

Roberto, dopo gli anni di costante crescita del vivaio dell’Olmo, ora c’è il nome “Cuneo”. Di sicuro una responsabilità in più che porta tante novità…
«Rivendico il lavoro di questi anni. All’Olmo abbiamo costruito un settore giovanile “a chilometro zero” ed il nostro obiettivo resta questo, continuare a trovare, far crescere e valorizzare le nuove leve. Senza dubbio il chiamarci “Cuneo” ha acceso l’interesse, soprattutto per quanto riguarda le categorie dei più piccoli: e i numeri sono cresciuti, ma questo è di fatto il nostro anno zero e la speranza di tutti è che l’incremento maggiore si possa vedere nel 2022. A livello agonistico, invece, grazie al lungo percorso intrapreso, stiamo sensibilmente riducendo il gap verso quelle società già affermate a livello regionale. Nonostante un regolamento più severo, legato alle retrocessioni, dall’U14 all’U19, i risultati stanno arrivando ed in quasi tutte le categorie ci troviamo nelle zone alte della classifica. L’obiettivo è quello di diventare presto il punto di riferimento principale della nostra provincia».

La costruzione e gestione di un Settore Giovanile dai numeri che sono senza dubbio interessanti e destinati ad aumentare necessita inevitabilmente di una solida rete, fra staff e dirigenza…

«Sicuramente, in caso contrario sarebbe impossibile. Il mio ruolo, dal punto di vista tecnico, è di raccordo e coordinamento di tutte le aree del Settore Giovanile, ma fondamentali sono le figure dei responsabili di categoria, come Valter Quirico per Esordienti e Pulcini, Salvatore Leotta e Vincenzo Corongiu per Primi Calci e Piccoli Amici, Marco Copello per la segreteria e Giuseppe Parola per gli aspetti organizzativi. E poi ci sono tutti gli allenatori, che hanno creato una vera e propria rete, condividendo le proprie esperienze. Devo inoltre, ci tengo, ringraziare anche la dirigenza, dal Presidente Mauro Bernardi, al vicepresidente Riccardo Andreis per gli aspetti organizativi e la logistica, al DG Valter Vercellone, a tutti coloro che si occupano di far funzionare il settore giovanile, sponsor compresi. E, naturalmente, le famiglie».

Proprio quello con i genitori, è sempre un rapporto molto delicato. Qual è il vostro approccio?
«Con i genitori dei nostri giovani tesserati abbiamo sempre scelto la linea della massima chiarezza: nelle comunicazioni, nello spiegare come stanno le cose, mantenendo con giusta fermezza i valori della società, in cui crediamo fortemente ed ai quali non rinunciamo a scapito di compromessi per avere con noi un calciatore più o meno forte. L’unico fine che perseguiamo è, infatti, l’interesse della società. Ma il canale comunicativo con le famiglie è sempre aperto, siamo pronti a ricevere tutte le segnalazioni utili: si tratta di uno scambio reciproco di fiducia, un doppio legame che si costruisce passo dopo passo. Sarebbe impossibile, infatti, crescere senza l’ausilio delle famiglie. Una gestione, quindi, nel segno della coerenza e del dialogo: il tempo finora ci ha dato ragione».

A livello giovanile, il fiore all’occhiello in questa prima stagione targata AC Cuneo 1905 Olmo, è naturalmente la Scuola Calcio Juventus. Un onore ma anche un onere non da poco…
«È impegnativo e gratificante, perché essere scelti ed avere a che fare con una società di questo calibro per noi è un orgoglio. Vengono alzate le aspettative dell’ambiente e della società nei nostri confronti, a maggior ragione portando il nome “Cuneo” ed essendo, quindi, il principale riferimento calcistico della città. Una responsabilità che ci porta a curare tutti gli aspetti al massimo delle nostre possibilità, da quello tecnico, che segue la metodologia Juventus, a quello ludico, cercando di coniugare le difficoltà ed i limiti di un club pur sempre dilettantistico con le aspettative di uno professionistico, comunque sempre pronto a venirci incontro. Per questo motivo, abbiamo sempre cercato di fare passi misurati e sostenibili nel tempo, senza fuochi di paglia controproducenti. I risultati sono in crescendo: ricordo infatti il percorso intrapreso che ha portato al riconoscimento da parte della federazione, primi in provincia, della Scuola Calcio Elite, che risponde a requisiti molto precisi, fra cui la costanza nel preparare progetti sul territorio e con le scuole».

Con la Scuola Calcio Juventus avete la possibilità di vedere all’opera sul campo dei professionisti nel settore. Un modo per arricchire il proprio bagaglio di competenze…
«Il confronto con i tecnici della Juventus ci permette di essere attuali nella proposta e nella metodologia. Al giorno d’oggi l’istruttore, oltre alla conoscenza dal punto di vista tecnico, deve essere preparato nella comunicazione e nell’approccio in base alla fasce di età».

E intanto, diversi talenti in seno all’AC Cuneo 1905 Olmo sono già stati messi sotto la lente di ingrandimento bianconera, venendo selezionati per allenamenti congiunti ed amichevoli presso lo Juventus Training Center di Vinovo: si tratta di Leonardo Alberti e Tommaso Tivoli (classe 2016); Matteo Donatelli (2015); Fran­ce­sco Pugliese e Tom­maso Dutto (2014); Um­berto Morano e Mattia Perotti (2013); Achille Domenghini e Rocco Pulitanò (2012); Roberta Quarneti ed Emanuele Tafani (2011). Senza di­menticare i ragazzi coinvolti costantemente nelle attività del Centro Federale ad Alba.