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«In 10mila libri 90 anni di storia della granda»

La Società per gli Studi Storici del Cuneese costretta a cedere un autentico patrimonio

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Quella avviata nei giorni scorsi dal­la Società per gli Studi Storici, Ar­cheo­logici ed Artistici della Provincia di Cuneo è un’autentica operazione “salva cultura”. Il sodalizio presieduto da Rinaldo Comba si trova infatti nella necessità, per continuare a garantire la sicurezza della propria sede, di cedere qualcosa come 10mila volumi, che rappresentano oltre novant’anni di ri­cerca e studio, dal Me­dio­evo all’Età Moderna, ri­guar­danti la Gran­da. Sabato 20 no­vem­bre, nell’ambito del festival “scrittorincittà”, nel­l’atrio del­la Bi­blioteca Civica di Cuneo, in via Cacciatori delle Alpi, i volontari dell’associazione hanno allestito un punto e­spositivo attraverso il quale sono stati messi in vendita, a un prezzo simbolico, i li­bri in esubero. Altre iniziative analoghe verranno proposte nelle prossime settimane, in modo da poter raggiungere il maggior numero possibile di persone, con particolare at­tenzione nei confronti dei soci della società stessa e de­gli appassionati di cultura, sto­ria e ricerche relative al Cu­­neese. In parallelo, sempre con l’obiettivo di evitare che venga disperso un patrimonio culturale di così grande va­lore, verranno coinvolte le biblioteche comunali e gli istituti scolastici della provincia: in questo caso, la Società per gli Studi Storici non richiederà nemmeno il contributo sim­­bolico e prov­­­vederà ad as­segnare i li­bri gratuitamente, a patto di ricevere dagli enti interessati una richiesta scritta che attesti l’impegno dei be­neficiari a conservare i vo­lumi ricevuti in dono in ma­niera adeguata e a renderli di­sponibili alla consultazione. Di questa iniziativa e delle altre che la società culturale cuneese porta avanti abbiamo parlato con il tesoriere, Roberto Olivero.

Olivero, come è nata l’esigenza di dover cedere così tanti volumi?

«La Società per gli Studi Sto­rici cuneesi è attiva da quasi un secolo, essendo stata costituita nel 1929 e, nel tempo, ha contribuito a editare nu­merose pubblicazioni. Dai bollettini annuali a vere e pro­prie collane, con volumi di assoluto pregio. Di conseguenza, gli spazi che ospitano la nostra realtà, ovvero l’am­mezzato e il sottotetto di Pa­lazzo Au­diffredi (usato co­me magazzino), sono divenuti via via piuttosto affollati tanto che un recente sopralluogo degli enti competenti ha evidenziato problemi nel rispetto delle norme di sicurezza, risolvibili appunto rimuovendo un numero co­spicuo di libri».

Quali volumi verranno venduti al pubblico?

«Libri e pubblicazioni di va­rio genere. Ci sono i nostri bollettini, collane, opere storiografiche ed etnografiche e tanto altro, tra cui i volumi dedicati alle arti culinarie, realizzati in collaborazione con Slow Food. Si tratta sen­za dubbio di un patrimonio storico-culturale dal valore inestimabile e dalla grande valenza per i ricercatori e gli studiosi ma anche per gli alunni delle scuole cuneesi e, in generale, per chi desidera approfondire la conoscenza della nostra me­­ravigliosa pro­vincia. Chia­ramente non tutti questi libri sono di semplice consultazione, ma ciò è legato al fatto che, al loro in­terno, contengono ricerche e approfondimenti estremamente minuziosi e completi».

Guardando oltre alla necessità di rispettare le norme di sicurezza, quali obiettivi pen­sa possano essere raggiunti con questa iniziativa?

«La consultazione di questi volumi può stimolare l’avvio di nuove ricerche o, comunque, può favorire il completamento o l’aggiornamento di quelle già realizzate. Più in generale, questa è un’occasione unica per fare conoscere ulteriormente la nostra realtà che, attraverso i libri, le ricerche e gli studi, si propone di accrescere la conoscenza com­plessiva del­la provincia di Cuneo e, di conseguenza, di tutelare un patrimonio culturale incredibilmente ricco. Tutto ciò rinnovando le collaborazioni già attive, come quelle con i 600 soci e con le università, e magari dando vita a nuove sinergie».

Insomma, intravede un futuro roseo per la vostra realtà…
«La storia, per fortuna, non si co­nosce mai abbastanza e noi desideriamo continuare a met­­­tere insieme i vari tasselli. Lo faremo uscendo dagli schemi dell’erudizione, usando i nuovi media, digitalizzando i nostri volumi e coinvolgendo le nuove generazioni».