Che la Fiera Internazionale del Tartufo Bianco d’Alba sia un punto di riferimento lo si è già capito (e detto) a più riprese. Soprattutto nel campo della sostenibilità, la rassegna albese che celebra il “tuber magnatum Pico” ha dimostrato di poter ricoprire il ruolo di apripista percorrendo una strada in cui risulta evidente come organizzare grandi eventi in maniera responsabile e rispettosa (non solo dell’ambiente) sia possibile. La kermesse della “capitale delle Langhe” continua a tracciare la via maestra pure in quello che è il suo “terreno di casa”, ovvero la valorizzazione delle eccellenze agroalimentari locali. Lo fa avendo sempre più consapevolezza del fatto che nuovi grandi traguardi sono possibili soltanto agendo attraverso un lavoro di squadra che coinvolga l’intero territorio. Vanno lette in questo senso le presentazioni della Fiera “itineranti” e gli eventi collaterali organizzati nei comuni vicini, a partire dal Castello di Roddi, che ospita l’innovativo Truffle Hub. Vanno in questo senso le collaborazioni prestate per la realizzazione delle “prime volte” nazionali delle Fiere del Tartufo di Vezza d’Alba e di Asti. Tutto ciò ponendo sempre al centro ciò da cui tutto trae origine: il tartufo bianco d’Alba, come ha spiegato la presidente della Fiera Internazionale del Tartufo Bianco d’Alba Liliana Allena: «Le colline di Langhe, Roero e Monferrato, unite nei paesaggi vitivinicoli Unesco e nella promozione territoriale delle nostre splendide colline, trovano nel tartufo bianco d’Alba, che in queste terre viene cavato, un prodotto eccezionale. Questa promozione congiunta offre nuove opportunità, nel momento in cui il nostro territorio è sempre più oggetto di crescenti attenzioni a livello internazionale». Il nuovo corso della Fiera è davvero iniziato e le nuove opportunità sono già all’orizzonte.