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Canale: in biblioteca si presenta l’epopea del castello del Tuerdo

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Sarà una data a suo modo memorabile, quella di sabato 11 dicembre, per la realtà canalese. Perché, innanzitutto, si parlerà di storia e di radici, di fatti e di origini, tutti elementi filtrati a partire dalla ricerca (con una fonte primaria eccezionale: gli studi universitari compiuti a suo tempo dall’indimenticato Renato Bordone), e tutti diretti al linguaggio del romanzo.

Come? Tra le pagine del libro, fresco di stampa, dal titolo “10 cugini e la storia del Tuerdo” edito da Araba Fenice: esito felice di una sorta di patto tra l’autore Gino Scarsi, e tutto ciò che ruota intorno a quello che era il borgo castellano di sommità posto nelle Rocche, non lontano dal bricco di San Nicolao il quale offre ora il nome alla locale Oasi naturalistica creata da Canale Ecologia.

Un patto, dicevamo: una sfida con il tempo remoto, per un maniero scomparso violentemente in epoca medioevale, all’epoca dei più aspri conflitti tra la nostra terra e Asti, nemico giurato. Era un luogo dotato di una certa funzione strategica, e retto dalla famiglia dei “domini di Gorzano” caduti in disgrazia proprio agli occhi di Asti che fu costante nemica di un Albese e un Roero costituiti in lega antagonista sotto la forma dell’Astisio.
Per via della loro ribellione, nel 1274 furono aggrediti da 200 uomini delle forze astigiane: e fu una sorta di Alamo roerina, per un Tuerdo che cadde dopo strenua resistenza. Difficile confermare le tesi del Ventura, cronaca dell’epoca, per il quale fu strage di uomini e donne, senza distinzione: altre fonti riescono a stabilire con certezza la sola fine “fisica” di questo posto, in una storia che portò l’area a spopolarsi e a far crescere la nascente comunità canalese, la “villa nova”.

Una sfida di anni, un continuo reperire tracce di quel luogo, un percorso iniziato negli Anni ’90: per Gino, classe ’48, artigiano del ferro e di numerosi altri metalli e argomenti, attivista ambientale, serio appassionato del Roero in ogni suo aspetto. A forza di scavare, un paio d’anni fa riportò materialmente alla luce un tratto delle mura del Tuerdo: e a forza di ingegnarsi, ora, giunge a questa sua prima “vera” fatica letteraria. Sarà presentata con il supporto della biblioteca civica “Prof. Pietro Cauda” nella sede di piazza Italia: a partire dalle 16, con ingresso rigorosamente libero, in un appuntamento rientrante nel progetto “Pesca un libro” curato con il patrocinio della Fondazione Crc, e che mira proprio a creare occasioni di partecipazione culturale nella capitale del pesco.

Di questo racconto, dei suoi protagonisti, il critico letterario Giovanni Tesio ha scritto: «Scendere nelle viscere di un luogo -in questa narrazione il Tuerdo, sito dei signori di Gorzano- è estrarne la remota lezione. Un luogo di distruzione brutale e immotivata che viene a galla come un reperto di consapevolezza nuova. Scavo dunque storico e metaforico: storico per la sua consistenza documentale, metaforico per la sua valenza simbolica».

Sarà anche un modo per capire un po’ di più sull’eterno interrogativo per cui “Canale è così, proprio perché é così”. Tutti saranno attesi a questo vernissage, abbinata alla presentazione del plastico realizzato dallo stesso Scarsi e che ricostruisce in ogni dettaglio le “Rocche Abitate” del periodo medioevale. Ça va sans dire, sarà obbligatorio disporre del Green Pass.

Paolo Destefanis