È cambiato tutto, ma non è cambiato niente. Nel caso del Cuneo Granda Volley non si tratta della conferma della massima gattopardesca bensì di una nota di merito. Tutto è cambiato, perché prima un direttore generale non c’era e adesso sì, ma nulla è cambiato, perché chi si sente investito dell’onore e della responsabilità di rappresentare la propria società non ha bisogno di un ruolo riconosciuto per impegnarsi in tal senso.
Paolo Cornero, quarantunenne giornalista doglianese che sinora ha ricoperto l’incarico di responsabile comunicazione e marketing della società, è stato promosso sul campo, aggiungendo alla carica attuale quella di direttore generale. «Una passione viscerale, grandi doti organizzative, capacità di visione e eccellenti capacità relazionali lo hanno reso un punto di riferimento fondamentale per media, partner e sponsor a tutti i livelli. Sei anni di crescita reciproca che hanno portato Cuneo Granda Volley dalla Serie B1 al settimo posto nel massimo campionato femminile della passata stagione e Cornero ad assumere responsabilità sempre maggiori e diversificate. Per il nuovo direttore generale una sfida che nei fatti è iniziata già da qualche mese con risultati gratificanti e che questo annuncio va a ratificare». Così la società di via Bassignano ha annunciato il nuovo incarico di Cornero, il quale affida alla Rivista IDEA alcune prime considerazioni da direttore generale.
Paolo, con che spirito ha accolto questo ulteriore investimento che Cuneo Granda Volley ha fatto su di lei?
«Ho la fortuna di poter lavorare accanto a persone con cui mi sono trovato da subito a mio agio; figure storiche della pallavolo cuneese come Diego Borgna, Ezio Barroero, Ernesto “Titti” Giraudo e Gino Primasso. Mi sono detto che se riusciranno a trasferirmi anche solo un decimo della loro competenza, di certo qualcosa di buono lo riusciremo a fare. Mi onora il fatto che il CdA abbia deciso di affidarmi questo incarico e allo stesso tempo sono consapevole che occorrerà strutturarsi in modo sempre più efficace per poter competere con i top team».
In che maniera?
«Posizionando altri tasselli nei posti giusti. Le risorse economiche sono importanti, ma non meno decisivo è individuare le persone più adatte a ricoprire i ruoli chiave all’interno dell’organigramma. La stagione agonistica è ancora nel pieno, ma noi stiamo già lavorando in prospettiva, anche a livello di organico societario. Professionali lo siamo già; l’obiettivo è di rendere la nostra struttura sempre più professionistica».
Nel campionato di A1 femminile la Bosca S.Bernardo non è in una buonissima posizione di classifica, ma le prestazioni delle ultime settimane inducono all’ottimismo…
«A livello di gioco siamo sulla buona strada, dopo essere partiti malissimo con una sconfitta incomprensibile contro Roma nella prima giornata. Non siamo preoccupati perché vediamo che c’è un bel clima all’interno del gruppo, la squadra è quadrata, con le atlete sempre pronte a dare il massimo».
Ha qualche ringraziamento particolare da fare?
«Oltre al CdA, che ringrazio per la fiducia e a Ezio Raviola, che mi scelse come ufficio stampa per la pallapugno, permettendo di iniziare il percorso che mi ha portato in Sport in Cuneo e quindi al Cuneo Granda Volley, devo dire un “grazie” enorme a mia moglie Elena. Se posso dedicare tempo ed energie al volley è perché lei mi ha supportato fin dall’inizio, senza mai farmi pesare le assenze, inevitabili per chi si occupa di sport professionistico».