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“Demonte torna a chiedere la variante attesa da decenni”

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(foto tratta dal gruppo Facebook "Sei di DEMONTE Se")

Riceviamo e pubblichiamo

Questa mattina, giovedì 2 dicembre, una trentina di persone ha partecipato alla manifestazione di protesta in centro a Demonte per chiedere lo sblocco del progetto di variante del paese.

I partecipanti al presidio, indetto dal comitato “Sì Dav” (acronimo di Demonte, Aisone e Vinadio, dove erano previste altre due circonvallazioni), rallentando ma non bloccando il traffico, hanno distribuito volantini ad automobilisti e camionisti, all’altezza delle strisce pedonali di piazza Renzo Spada. “Siamo di nuovo qui – riporta il volantino -, dieci anni dopo l’ultima manifestazione di Aisone, con dieci anni in più e alcune centinaia di Tir in più al giorno, alcune centinaia di abitanti in meno, gli stessi problemi (aumentati con l’aumento dei Tir)”.

I cittadini sono esasperati dal passaggio di quasi mille Tir al giorno, causa di traffico, incidenti e livelli di inquinamento simili a quelli di una grande metropoli. Le vibrazioni minacciano la tenuta dei palazzi, i portici medievali sono già stati puntellati ovunque. E poi il rumore, lo smog, la fuliggine nera provocata dagli scarichi dei camion, cancerogena per la salute, che ricopre i muri e i balconi delle case. Tanti si sono trasferiti e chi vuole vendere casa, non trova acquirenti.

La variante di Demonte è un’opera attesa da decenni, finanziata con 50 milioni dall’Anas e pronta a partire, ma è ferma da due anni a Roma per via del parere favorevole del Ministero dell’Ambiente e quello contrario del Mibac (Ministero per i Beni e le attività culturali, che ha detto “no” alla galleria sotto la collina del Podio di Demonte, per tutelare i resti dell’antico forte della Consolata.

cs