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I cercatori di “trifole” incantano pure al cinema con la loro poesia

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È sbarcato nelle sale italiane da pochi giorni, ma il film “The truffle hunters” è già un caso (di successo). Lo attestano i tanti commenti positivi giunti da più parti che giudicano in maniera positiva la storia dei “cercatori di tartufi” scritta dai registi Michael Dweck e Gregory Kershaw (e prodotta da Luca Guadagnino). Uscita nei cinema italiani nemmeno un paio di settimane fa, la pellicola, le cui riprese sono state realizzate grazie a Film Commission Torino e con il supporto di Ente Turismo Langhe Monferrato Roero, Fiera Inter­nazionale del Tartufo Bianco d’Alba e Centro Nazionale Studi Tartufo, aveva debuttato negli Stati Uniti d’America, conquistando il pubblico del prestigioso “Sundance”, per poi mostrarsi in anteprima nell’ambito del Torino Film Festival. Il docu-film è ambientato tra i boschi piemontesi, dove i protagonisti assoluti sono i “trifolao” e i loro “tabui”, impegnati nella ricerca delle pregiate “pepite bianche”. Si tratta di un’autentica caccia al tesoro, visto che il “tuber magnatum Pico” non si può coltivare in laboratorio e per trovarlo non si può far altro che affidarsi a quei piccoli e mitici cani dal fiuto eccezionale. Una storia poetica che sta facendo breccia nel pubblico di tutto il mondo.