Colpo di scena nel caso del misterioso omicidio di Nada Cella, commesso la mattina del 6 maggio 1996, al secondo piano di un immobile di via Marsala 14, a Chiavari, dove si trovava lo studio del commercialista presso il quale la giovane lavorava come segretaria da un lustro. A 25 anni di distanza, la Procura di Genova ha riaperto le indagini, toccando da vicino la provincia di Cuneo: è infatti stata iscritta al registro degli indagati una ex insegnante che oggi risiede nei dintorni di Boves. Indagati con lei anche l’ex datore di lavoro della vittima e l’anziana madre di lui, per aver reso false dichiarazioni al Pubblico Ministero. I tre hanno ricevuto nei giorni scorsi l’avviso di garanzia ed è stato dato incarico a un genetista di eseguire esami sui reperti di Dna trovati sulla scena del delitto. A portare alla svolta è stata la tenacia della criminologa Antonella Pesce Delfino, autrice di una tesi di laurea proprio su questo caso, che è stata incaricata dalla famiglia di Nada, insieme all’avvocato Sabrina Franzone, per riesaminare il fascicolo. «Fiducia nella giustizia e speriamo che finalmente la verità venga a galla»: questi sono stati i primi pensieri di Silvana Smaniotto, madre di Nada Cella, affidati all’avvocato Sabrina Franzone. «Siamo in una nuova fase istruttoria», ha affermato, come riporta l’Ansa, l’avvocato della famiglia Cella, «Gli elementi raccolti sicuramente renderanno giustizia alla mamma di Nada Cella, al suo papà scomparso e ovviamente a lei, uccisa a nemmeno 25 anni», ha concluso.
Secondo gli investigatori, la donna ora indagata era invaghita del commercialista, conosciuto al di fuori dell’ufficio; lui però sarebbe stato innamorato della segretaria, Nada. La “pretendente”, come risulta dalle cronache, sarebbe stata tanto innamorata da volersi fare assumere come segretaria al posto della Cella, in modo da conquistare il commercialista. L’ex insegnante era stata indagata fin dall’inizio ma poi la sua posizione era stata archiviata. E alcuni mesi dopo lasciò Chiavari per trasferirsi in Piemonte. Dopo la riapertura del caso, gli investigatori hanno lanciato un appello, diffondendo l’audio di una telefonata anonima in cui una voce femminile diceva di avere visto la donna ora indagata transitare, sporca di sangue, sotto lo studio del commercialista, proprio la mattina dell’omicidio. «L’ho vista che andava via col motorino, l’ho vista tutta sporca che metteva tutto sotto la sella. L’ho salutata e manco mi ha guardata. Le dico la verità. L’ho vista quindici giorni fa nel carruggio e non mi ha nemmeno guardata», si sente nell’audio. Gli inquirenti ora hanno sequestrato il motorino, ancora custodito nella casa dell’indagata, tra Boves e Cuneo, e la scientifica lo sottoporrà al Luminol. E se il tassello mancante fosse proprio in quelle tracce?
Omicidio Nada Cella. Ora si indaga nel Cuneese
Si riapre il caso della giovane uccisa a Chiavari 25 anni fa: è sospettata una donna che vive a Boves