Una di quelle giornate che aprono il cuore alla speranza. Perché giovedì scorso 600 ragazzi hanno affollato la platea del Teatro Sociale Giorgio Busca di Alba, partecipando con grande attenzione all’evento organizzato dalla Consulta Comunale per le Pari Opportunità. Il tema era estremamente delicato e al tempo stesso attuale, la Giornata Mondiale per l’Eliminazione della Violenza. Svilupparlo con un vero e proprio workshop che coinvolgesse attivamente i ragazzi, con il contributo di esperti, non era affatto semplice. E, invece, la presidente Ivana Sarotto e tutto lo staff che ha partecipato all’organizzazione hanno centrato l’obiettivo. Per tutti, è stata un’esperienza realmente formativa.
Un momento di crescita: l’unica strada per il cambiamento, verso una società più consapevole del ruolo della donna, è proprio quella della maggior cultura.
I lavori sono cominciati al mattino presto, come in una consueta giornata di scuola. Del resto, i ragazzi del Liceo Govone dovevano fare appena due passi in più per entrare in teatro invece che nell’adiacente istituto.
In ogni caso, l’appuntamento per i ragazzi è stato dato alle 8,40, in tempo per assistere alla tavola rotonda sul ruolo della rete territoriale anti-violenza. A dare il via al dibattito, dopo l’apprezzata introduzione di Ivana Sarotto, è stata il vicesindaco e assessore alle Pari Opportunità del Comune di Alba, Carlotta Boffa, che ha presentato i primi ospiti: Marco Bertoluzzo per il Consorzio Socio-Assistenziale Alba, Langhe e Roero; Giovanna Marrone per il Cav; Mara Demichelis per l’Ordine degli Avvocati; Adonella Fiorito per l’associazione “Mai+sole”. Ogni intervento è stato significativo per cominciare a raccontare l’organizzazione che negli anni si è estesa con una rete capillare, affrontando una problematica che non accenna a ridimensionarsi. Sono stati dati i numeri statistici, cifre che hanno sottolineato l’urgenza di mantenere sempre accese le luci su questa forma di violenza legata anche alla tradizione patriarcale della nostra società.
Tra gli interventi, da sottolineare quello del giovane comandante della Compagnia dei Carabinieri di Alba, il capitano Giovanni Ronchi, accompagnato dal maresciallo Claudio Grosso. «Ho poco più di trent’anni, mi sento più o meno un vostro coetaneo», ha detto avanzando sul palco verso il pubblico degli studenti. E ha usato un linguaggio diretto. «Facciamo così, mi rivolgo a voi ragazze. Alzatevi in piedi e rispondete con un “no” o con un “sì” alle frasi che dirò». Si trattava di alcune ricorrenti espressioni che rivelano l’indole violenta di certi compagni di vita. Per esempio: «Quei vestiti non vanno bene, come ti vesti lo decido io. Vai subito a cambiarti». E le donne in coro: «No!». Una vera emozione da teatro. Un momento intenso, che ha fatto immediatamente salire l’attenzione.
Subito dopo è cominciata la seconda parte dell’evento, non a caso intitolato “L’amore non colpisce in faccia mai-Generazioni in cammino per fare la differenza”. Perché è importante rimarcare quello che deve essere il primo segnale d’allarme: quando in una relazione d’amore irrompe un’azione stonata, fuori dal contesto. Il rischio è di sottovalutarla, giustificandola in qualche modo. Ma poi ritorna, sempre, corrode tutto, fino al pericolo di una violenza definitiva. I ragazzi degli istituti superiori del territorio di Alba sono stati coinvolti con il loro lavoro di approfondimento: un video realizzato assieme alla Consulta per raccontare il problema della violenza contro le donne e poi l’intervista con Lucia Annibali, oggi deputato della Camera, vittima di un attacco con l’acido commissionato dall’ex fidanzato che le ha lasciato segni indelebili. Dopo questa forte testimonianza, alcuni ragazzi sono saliti sul palco per affrontare i diversi aspetti del problema. Elena Sarotto ha parlato di “Autostima e rapporto con sé stessi”, Francesco Revello ha evidenziato “Le relazioni tossiche-Le dipendenze affettive”, Marzia Battaglio ha raccontato “La richiesta di aiuto” e Gaia Cardullo ha concluso con “La violenza non è amore”. Interventi estremamente lucidi, autentici spunti di riflessione.
Nella terza parte, altri tre approfondimenti. Luca Borioni (giornalista che i lettori della Rivista IDEA conoscono bene) ha discusso di “Rispetto e parità di genere nell’informazione”; il giornalista e professore Alessio Degiorgis è entrato nei dettagli con “Le parole della violenza-Il linguaggio della notizia”; la dottoressa Graziella Cavanna ha spiegato le realtà del carcere per gli autori delle violenze con “Il rovescio della medaglia”.
Un intervento, questo, che ha aperto l’interessantissimo e conclusivo dibattito moderato da Nicola Conti, educatore. «Ragazze, siate sempre voi stesse», ha sottolineato Ivana Sarotto concludendo i lavori.