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«Le aziende devono imparare a fare gioco di squadra»

Pianficare gli investimenti è il consiglio per crescere di Be4 Innovation

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“L’unico vantaggio competitivo so­ste­nibile consiste nella capacità di apprendere e di cambiare più rapidamente degli altri», sostiene il professor Philip Kotler. Una verità che appartiene senza ombra di dubbio a Gabriele Zanon e Rita Pie­randrea fondatori di Be4 Innovation, società astigiana che rappresenta un punto di riferimento per tutte le Pmi del territorio piemontese alla ri­cerca di alta formazione e serio supporto nell’ambito della finanza agevolata, In­du­stria 4.0 e consulenza strategica d’impresa.

«La nostra esperienza», ribadiscono Ga­briele Zanon, amministratore delegato che si occupa anche di gestione strategica, commerciale e di comunicazione della società e Rita Pieran­drea, commercialista, revisore dei conti, nonché coordinatrice di tutte le risorse interne ed esterne dei progetti, «ci permette di supportare le piccole e medie imprese nell’ottenimento di fondi, finanziamenti e agevolazioni erogate da strutture locali come le Camere di Commercio, così come dalle Regioni, e a livello nazionale, dai piani programmatici del Mise, del Meef e delle Agenzie Governative. La nostra esperienza ci ha portato inoltre a specializzarci con successo anche sui bandi europei acquisendo molte risorse da veicolare alle imprese del territorio. Quest’anno in particolare ab­biamo mosso 22,4 milioni di euro di finanziamenti messi completamente a disposizione delle piccole e medie imprese del territorio».

Con quale approccio vi rivolgete ai vostri clienti?

«La nostra forza resta quella di essere partner strategici per le Pmi di questo territorio e non solo… Lavoriamo in maniera trasparente, ma soprattutto dialoghiamo assiduamente con i nostri clienti, ne comprendiamo le esigenze e suggeriamo percorsi aziendali di crescita sostenibili. Tutti i nostri clienti non sono dei semplici clienti; ci poniamo in ascolto in un clima di fiducia e stima reciproca, che genera relazioni sane e durature. Ascoltare ci permette di capire le esigenze e creare un clima accogliente, in modo che ogni imprenditore sia certo di avere di fronte a sé persone che hanno a cuore i suoi interessi. Siamo un partner di territorio che desidera garantire continuità e valore. Non a caso infatti, abbiamo ot­tenuto, grazie al nostro qualificato gruppo di lavoro, gestito da Rita, il prestigioso riconoscimento di “Eccellenza Ita­liana Certi­ficata”. Un’onorificenza che attesta a pieno titolo la nostra preparazione acclarata anche dai numeri della crescita del fatturato aziendale: +38 (2019); +42 (2020); +50 (2021)… E parallelamente so­no aumentati anche il numero di collaboratori: oggi la squadra è composta da 8 professionalità nella sede di Asti e 5 nella sede di Tirana, tutti giovani e nella maggior parte dei casi donne».

Il Covid ha certamente rivoluzionato gli scenari, ma non ha influito sulla vostra significativa escalation…

«Assolutamente no, anche perché operiamo in una logica di gestione del team che pone al centro la persona e i suoi bisogni. L’opzione smart working è da tempo per Be4 Innovation una possibilità rafforzata anche da sistemi digitali che ci permettono di operare in cloud, con estrema fluidità e sempre massima professionalità».

Quali dal vostro punto di vista le misure indispensabili per un’azienda?

«Sono tre gli aspetti significativi che un “buon imprenditore” deve tenere d’occhio. Il primo fa riferimento ad automazione e digitalizzazione dei propri processi produttivi, logistici e commerciali. La seconda misura riguarda la pianificazione degli investimenti che è strettamente legata all’idea di cambiamento, accelerata an­che da internet, social media e tutti i modelli di comunicazione. È importante che l’mprenditore cambi paradigma, osservando un mondo in continua evoluzione. E poi, terzo aspetto: gestire con attenzione il ricambio generazionale. I nostri imprenditori non hanno dirigenti, bensì i figli che hanno approcci e modalità diverse. Noi li aiutiamo come Be4 Innovation per ottenere fondi e finanziamenti e con l’Accademia Alambicco a gestire la trasformazione e il ricambio generazionale».

Il nuovo Pnrr evidenzia precise linee guida. Che cosa devono fare le Pmi per cogliere queste opportunità?

«Devono imparare a pianificare i loro investimenti. Il Pnrr offre molte opportunità alle Pmi che devono essere però gestite correttamente. La corsa, l’affrettarsi ad effettuare acquisti perché si è sentito dire che ci sono agevolazioni non è la condizione per poterne usufruire. Ecco perché gli investimenti vanno pianificati senza dimenticare che per ciascuna azienda esiste una specifica opportunità. La nostra forza rimane la fiducia che ci hanno accordato gli imprenditori: spesso occorre essere veloci nel cogliere le opportunità e loro, dobbiamo dirlo, hanno sempre recepito i nostri consigli come una vantaggiosa occasione per partecipare ai bandi e quindi concretizzare progetti e cambiamenti!».

Che per l’imprenditore significano anche innovazione, creatività, responsabilità, vero?

«Esatto. La circolazione della conoscenza è il presupposto fondamentale per continuare ad espandersi. Con questa filosofia opera la nostra Alambicco Aca­demy, un nuovo modo di formarsi e fare alta formazione basato sulla condivisione delle esperienze, conoscenze e competenze. E con l’Alam­bic­co Tour quest’anno abbiamo coinvolto 60 aziende in un percorso composto da 7 tap­pe, rafforzando l’idea del “fare squadra” per migliorare sempre in nome del business. Inoltre quest’estate abbiamo dato via alla Summer School a Stresa che si è rivelata un successo molto partecipato. Abbiamo già stilato il palinsesto formativo per l’anno 2022 che sarà ricco di iniziative particolari. L’idea di base resta quella di spiegare le opportunità dell’intelligenza artificiale, la Block Chain, la Ma­chine Learning e l’IoT che do­vranno accompagnarsi ne­ces­sariamente ad una nuova idea di lavoratore 4.0. Alambicco è un’accademia di formazione dove vengono offerti spunti di riflessione volti ad accellerare il cambiamento di un club esclusivo di imprenditori di alto livello».

Non basta, infatti, reinventare il modo di fare impresa…

«No. Le hard skill gli imprenditori le conoscono e noi lo sappiamo bene. L’empatia, l’intelligenza umana e le soft skill però sono e saranno sempre fattori chiave per decidere la competitività delle aziende. E noi mixiamo nella formazione, professori universitari che forniscono co­noscenza accademica delle materie; innovation manager o influencer come Rudy Bandiera o Andrea Boscaro e Maurizia Cacciatori e Andrea Lanfri che rappresentano la determinazione dello sportivo».

Per concludere, Gabriele e Rita, arrivano le Festività, co­sa chiedere a Babbo Natale?

«Sotto il profilo lavorativo ci piacerebbe moltissimo che la piccola media impresa assumesse la consapevolezza del fatto che rappresenta il 90% dell’industria italiana e che cominciasse a pensare in grande, con progetti propri e non a traino, e soprattutto con visioni innovative e futuriste. Poi, ci auguriamo che questa emergenza Covid piano piano sparisca. E lo sottolineiamo in quanto abbiamo perduto anche amici imprenditori come Giorgio Capello, a cui dedicheremo il prossimo anno nell’ambito dell’Alambicco Next Gen una borsa di studio per il miglior giovane. Infine, a livello personale e familiare, che Stella, la nostra figlia più grande che si sta preparando per la Sorbonne a Parigi possa realizzare i suoi sogni, che sono nati proprio partecipando agli incontri con gli imprenditori dell’Alambicco. E che le altre nostre due figlie, le gemelle Nicole e Beatrice prossime ad intraprendere gli studi liceali, possano continuare questo stimolante viaggio intrapreso da me e Rita improntato ad un cambiamento positivo».