IL FATTO
La giornalista Greta Beccaglia è salita agli onori della cronaca suo malgrado: un tifoso l’ha molestata in diretta tv mentre lei era impegnata nel suo lavoro di cronista
La fredda cronaca. Empoli, esterno stadio, subito dopo il derby di provincia tra gli azzurri locali e la Fiorentina. La giornalista di una tv regionale è collegata in diretta con lo studio, commenta il risultato finale mentre gli spettatori cominciano a uscire dall’impianto sportivo. Lei è al centro del flusso. Al centro dell’attenzione. Qualcuno la osserva, altri fanno commenti di vario genere. Finché non arriva lui, il “protagonista”. Nel senso che decide di entrare in scena. Come? Allungando la mano sulla giornalista, Greta Beccaglia, impegnata nel suo lavoro. Lui arriva da dietro, a tradimento. Colpisce e va via con un sorriso beffardo. Davanti alle telecamere, in diretta. La ragazza fatica a riprendere la normale cronaca. Dalla redazione le dicono di andare avanti, di non farci caso. Lei esegue. Passano due personaggi con i capelli bianchi, la sfidano passandole vicino, uno da una parte e uno dall’altra. La fissano negli occhi e vanno via.
Queste le immagini che tutti, via social, hanno potuto visionare. Come poi ha fatto anche chi di dovere e il “personaggio”, un ristoratore marchigiano fan della Viola, è stato punito con un Daspo di tre anni ed è accusato di violenza sessuale. La cronista, in lacrime, dirà poi di aver subito poco dopo una molestia peggiore, un altro “tifoso” di passaggio l’avrebbe toccata nelle parti intime. E ulteriori esponenti della curva l’avrebbero insultata a parole, sempre “en passant”. Seguono giorni e giorni di inevitabile indignazione mediatica.
Il tema è purtroppo attuale, sono passate poche ore dalla “Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne”. Fiumi di parole versate a fronte di un fatto come quello di Empoli. Fino a quando, inaspettata, arriva una presa di posizione unica nel suo “genere”. Quella di Natalia Aspesi. La decana del giornalismo italiano ha 92 anni e una solida produzione letteraria in fatto di relazioni tra i sessi: “Questioni di cuore”, “Lui! Visto da lei”, “Delle donne non si sa niente” sono alcuni dei titoli da lei proposti negli ultimi anni. Nella vicenda di Greta è intervenuta per puntualizzare così: «Credo che una mano sul sedere esiga delle scuse ma non meriti l’ergastolo, anche perché penso che nel frattempo tre persone morivano sul lavoro». In un solo pensiero, tante tematiche che meriterebbero corposi approfondimenti. Consapevoli di aver assistito a un episodio certamente da condannare, lasciamo a ognuno la responsabilità di determinare il grado di gravità di quanto accaduto, eventualmente anche mettendolo in relazione con altri episodi di cronaca di diversa natura che hanno scosso l’opinione pubblica proprio in questi giorni.