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«Più forte del lockdown e della mononucleosi»

Il “cheraschese d’adozione” Gabriele Regina e la conquista del titolo italiano di kickboxing

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Nato a San Severo, in provincia di Foggia, nel 2004, ma “cheraschese d’adozione” dall’agosto del 2018. Gabriele Regina, studente del “Val­lauri” di Fossano, pratica kickboxing (disciplina sportiva da combattimento, originaria del Giappone e diffusasi negli Stati Uniti, che combina le tecniche dei calci tipiche delle arti marziali orientali ai colpi di pugno propri del pugilato) e, dopo una prima fase a Cherasco, ora si allena presso la Palestra Kbc 2000 di Alba.

Gabriele, quando ha deciso di iniziare a praticare kickboxing?
«Insieme ai miei genitori, da quando avevo 5 anni. Dopo aver provato un po’ di sport, mi sono imbattuto nel kickboxing: ho iniziato a San Severo, mi è piaciuto tantissimo e da lì è partito tutto. Ho iniziato per divertimento e continuo a farlo per quello e per il benessere fisico e mentale che sa regalarmi. Con il kickboxing ti sfoghi e ti rilassi, stimoli le endorfine che è l’ormone della felicità. Co­minciare da piccolo è stato un vantaggio, come per tutti gli sport. Ho avuto modo di provare tanti stili di combattimento, sono cresciuto tanto».

Il suo primo match?
«Nel luglio 2010, terzo posto a San Severo in una gara provinciale. Un po’ di paura c’era, ma alla fine l’ho vissuta con grande spasso. Da piccolino, non pensi a vincere o a perdere, pensi soprattutto a fare la tua parte e a divertirti. Ovvio, se vinci è meglio! Ma soprattutto è importante im­parare, sempre. Atmosfera, tifo e avversario sono degli ostacoli, ma poi impari a gestire il tutto, soprattutto crescendo».

Primo risultato di spessore?
«Nel 2017, in un’altra federazione, ho vinto gli Italiani di kickboxing nel Point Figh­ting. Perché il kickboxing comprende le discipline da ta­tami, che sono Point Fi­ghting, Light-contact e Kick-light e quelle da ring, che sono il Full-Contact, Low-kick e K-1 Rules. Un po’ complesso da spiegare a parole, molto più semplice da provare!».

Lei è stato ricevuto ora a Che­rasco e tempo fa ad Alba…
«Sì! Ed è stata un’enorme soddisfazione. Ad Alba mi hanno premiato per gli Italiani che ho vinto a Rimini (di Kick-light) nel maggio scorso. Oltre al sindaco Bo, avere tante personalità a premiare me e altri campioni albesi è stato un onore».

Arriviamo al titolo europeo.
«In Montenegro, nella specialità KL -74 Kg Junior. Se ci penso ho ancora i brividi! Il 2021 è stato un anno particolarmente complesso. Prima la grande difficoltà negli allenamenti a causa delle restrizioni legate Covid, poi ho contratto la mononucleosi a inizio luglio e sono dovuto stare fermo per 2 mesi e mezzo. Un intoppo terribile, però a metà settembre sono tornato in palestra ad allenarmi e in 40 giorni ho preparato l’Eu­ropeo! Onestamente è stata una cavalcata impressionante, specie se penso da dove è partita. Non avevo mai fatto gare internazionali, quindi mi sono ritrovato in un contesto completamente nuovo. Ho vinto 4 incontri, contro un turco in semifinale e in finale ho sconfitto un irlandese. Ho conosciuto nuove culture, modi diversi di approcciarsi alla gara e nuovi stili di combattimento soprattutto».

Prossimi appuntamenti?

«Il “bis” del Campionato Italiano per qualificarsi ai Mondiali, che si svolgeranno in Ger­mania nel 2022».

Perché consiglia di avvicinarsi al kickboxing?

«Lo consiglio perché è bello e formante. Il kickboxing insegna il rispetto delle regole, dell’avversario, del mae­stro e della cultura del lavoro».