Il momento tanto atteso delle festività è ormai alle porte. L’approssimarsi della fine dell’anno, però, induce anche a fare qualche bilancio.
Per Saluzzo lo facciamo con l’assessore allo sviluppo delle attività economiche, mercati e fiere Francesca Neberti , parlando delle iniziative organizzate per il periodo natalizio e di quanto realizzato nel corso degli ultimi mesi.
Assessore, può dirci cosa proporrà il calendario natalizio di Saluzzo?
«Un grande albero illuminato e decorato, le luci in città, i mercatini di Castellar e Saluzzo, i fuochi artificiali, i cori nelle strade e i negozi aperti tutti le domeniche. Anche quest’anno, insomma, grazie alla Fondazione Amleto Bertoni e alla collaborazione dei commercianti, sono tanti gli elementi che renderanno spensierato il nostro Natale».
Come sono stati affrontati i mesi più complicati della pandemia e quali sono i progetti per la ripartenza?
«Il nostro è un territorio che non si è mai del tutto fermato e anche durante i mesi più difficili ha saputo dimostrare tutta la sua solidità. Per quanto riguarda invece il terzo settore le nostre “Terre del Monviso” sono state finanziate dalla Regione Piemonte per costituire il Distretto Diffuso del Commercio. Questo progetto, il cui capofila è l’Unione Valle Varaita, ha l’ambizione di voler valorizzare, sostenere e rinnovare i tanti negozi di vicinato che svolgono una funzione di presidio delle nostre valli e città e che oggi devono saper affrontare la sfida del digitale trasformandolo in uno strumento di supporto e diffusione».
Avete attivato collaborazioni per realizzare al meglio eventi o progetti?
«Tutti i nostri progetti sono il frutto di un lavoro di condivisione con il territorio e con le tante associazioni che sono l’anima della nostra città. È innegabile che Saluzzo ha una sua vivacità resa forte dalle tante persone che quotidianamente, all’interno dei propri ambiti, si spendono per farla crescere ed essere anche un po’ unica per questa sua caratteristica».
Da questo punto di vista, la candidatura di Saluzzo a Capitale Italiana della Cultura 2024 ha contribuito?
«Dalla candidatura è arrivato un bellissimo segnale capace di andare ben oltre il tradizionale perimetro territoriale che idealmente ci vede già uniti su tanti progetti. Intorno al sogno di vedere Saluzzo, il Monviso e le sue Valli diventare capitale italiana della cultura nel 2024, si sono strette tantissime persone, enti, associazioni e Comuni che forse non ci saremmo neanche aspettati e questo è un risultato prezioso».
Con che spirito vi approcciate come Amministrazione al 2022?
«Abbiamo un programma di mandato da portare avanti che è stato un po’ rallentato da due anni di pandemia. Nello specifico delle mie deleghe, come ho detto prima, c’è la costituzione del Distretto Diffuso del commercio, mentre per quanto concerne l’artigianato, il Polo del Legno è stato recentemente finanziato da un bando della Fondazione Crc per la costituzione di un marchio sulla filiera legno ed infine sul settore zootecnico si sta lavorando per rendere Saluzzo sempre più capitale di questo comparto».
Se dovessimo tirare le somme del suo mandato, ad oggi, cosa potrebbe dire?
«Il giudizio spetta ad altri, io posso solo dire di essere orgogliosa di fare parte di un’Amministrazione che ha saputo varare una manovra di bilancio da 1.385.000 euro per la comunità saluzzese di cui circa 450mila impegnati su misure volte a sostenere l’intero settore produttivo. Non nego inoltre la soddisfazione nel veder crescere quei progetti che sono nati nella scorsa consiliatura, ad esempio il Mercato della Terra, il Polo del Legno, il Centro Commerciale Naturale».
Nei suoi progetti personali c’è spazio per una possibile candidatura a sindaco?
«Nei miei progetti legati al mio percorso politico-amministrativo c’è la voglia di continuare a impegnarmi all’interno dell’associazione “Insieme si può” per coinvolgere persone nuove e continuare svolgere quel ruolo di cittadina attiva che tanto mi appassiona. Sembrerà banale ma all’interno della nostra coalizione ciò che fa la differenza è la solidità del gruppo e la condivisione di un’ideale di comunità. In un quadro quindi dove la protagonista è la bella politica partecipata che parte dal basso l’ambizione personale del singolo stona».