“La pacificazione tra due popoli, un tempo in guerra tra loro, è possibile. E lo abbiamo dimostrato anche noi con il gemellaggio siglato pochi mesi fa in Piazza Italia con il primo cittadino di Schondorf, la cittadina bavarese dove è sepolto il comandante delle truppe tedesche che ordinò l’eccidio nazista contro i civili italiani avvenuto proprio qui, a Boves. Abbiamo scritto una pagina di storia e di pacificazione nazionale importante”. Con queste parole il sindaco della cittadina ai piedi della Bisalta, e coordinatore provinciale di Forza Italia, lancia un messaggio di speranza per il futuro e fa il bilancio di questo 2021.
Sindaco Paoletti, con quale termine definirebbe Boves?
“Laboriosa. La gente di Boves è laboriosa come viene rappresentata anche nello stemma medioevale cittadino che rappresenta l’animale da lavoro per eccellenza, il bue, calmo e docile su un prato verde con sullo sfondo la Bisalta e nel cartiglio in basso la scritta latina: ex labore quies, dal lavoro la tranquillità, la pace. Questa definizione racchiude perfettamente lo spirito dei bovesani, grandi lavoratori, persone serie ma che quando si vogliono divertire sanno fare festa”.
Qual è l’obiettivo che si era posto di raggiungere il primo giorno da sindaco, quindi quasi 7 anni fa?
“Avevo un obiettivo ambizioso: la riforma della macchina amministrativa, per renderla più efficiente e moderna ed in grado di rispondere alle necessità dei cittadini. Questo era il principale punto della mia prima campagna elettorale. Volevo fare in modo che il Comune di Boves valorizzasse i talenti e fosse più vicino ai suoi cittadini. Per me la macchina amministrativa è come una macchina da corsa in termini di efficienza e rapidità di risposta al territorio necessita sempre di essere migliorata. Chi pensava che Boves fosse, a livello di impiego pubblico, un ‘cimitero di elefanti’, in questi anni ha cambiato opinione e si complimenta. Ma devo sottolineare che non posso ancora dire di aver raggiunto totalmente l’obiettivo perché è un processo in continua evoluzione, una costruzione quotidiana che giorno per giorno ha cambiato il passo della pubblica amministrazione in termini meritocratici. Meritocrazia, che a mio parere, è la parola chiave”.
E di cosa va più orgoglioso di aver realizzato in questi due mandati da sindaco?
“La cosa che mi rende più fiero, è un processo storico di pacificazione iniziato nel 2014 e che quest’anno, il 19 settembre, si è concretizzato con l’atto di gemellaggio siglato, in Piazza Italia, con il primo cittadino di Schondorf, la cittadina bavarese dove è sepolto il comandante delle truppe tedesche che ordinò il primo eccidio nazista contro i civili italiani avvenuto proprio nella città di Boves. Il sindaco Alexander Herrmann ed io abbiamo lanciato alle giovani generazioni che erano presenti alle celebrazioni il messaggio che la riconciliazione, la pacificazione tra due popoli un tempo in guerra tra loro, è possibile. E questo lo abbiamo fatto nel giorno e nel luogo dove, 78 anni prima le truppe tedesche avevano attuato la strage. Trovo che certi atti siano carichi di significato e siano essenziali per costruire un futuro realmente lontano dai conflitti umani e sociali”.
Un gesto che non sarà stato semplice da realizzare e, forse, far comprendere a tutti?
“Devo ammettere, infatti, che questo gemellaggio era una questione delicata che mi affascinava e mi spaventava allo stesso tempo; non volevo ferire certe sensibilità. E ancora oggi, non pretendo che tutti lo capiscano ma sono sicuro che questo percorso resterà nella storia. Una pagina indelebile del futuro di Boves”.
Qual è stato il periodo più difficile per il sindaco Paoletti?
“Il periodo della pandemia è stato sicuramente difficile nelle chiusure e nelle comunicazioni alla cittadinanza, ma siamo riusciti ad organizzare e affrontare tante questioni delicate e dolorose. Ma per un sindaco le emergenze e le problematiche da risolvere sono, purtroppo, all’ordine del giorno. Ricordo, ad esempio, anche un fatto grave che si verificò due mesi dopo che fui eletto sindaco per la prima volta perché mio arrivò un atto giudiziario del Consiglio di Stato. Era l’estate del 2014 e, a seguito di un ricorso di Lega Ambiente e Pro Natura Cuneo, il massimo organo di giustizia amministrativa, ci aveva sospeso la realizzazione di un grande progetto per l’invaso ad uso agricolo di Tetti Molettino che il territorio aspettava da anni e per il quale avevamo ricevuto due milioni di euro dall’Unione europea. Il mio battesimo da sindaco fu questo: dover affrontare appena insediato, una questione delicata, complicata e vitale per il territorio. Fortunatamente il Tar successivamente ci diede ragione e, oggi, questo invaso è operativo e fondamentale per tutto l’indotto di Boves”.
E il giorno più bello?
“Il pomeriggio del 27 maggio 2019, durante lo spoglio delle schede per il secondo mandato da sindaco. Dal 40% di preferenze raggiunto nella prima elezione, sono passato al 60% dei consensi. E le assicuro che non pensavo di poter arrivare a questo risultato. Percepivo stima ed apprezzamenti, ma non pensavo fino a quelle percentuali. Questo mi ha inorgoglito e, allo stesso tempo, mi ha fatto sentire ancora di più la grande responsabilità di governare la città di Boves per una seconda volta”.
La richiesta più strana che le hanno fatto i suoi cittadini?
“Se devo essere sincero la richiesta più strana che ho ricevuto è stata fatta da un rappresentante dell’opposizione in Consiglio comunale. Il tema era quello di rendere più sicura una rotonda. Proposta del consigliere? Realizzare una montagna di terra altissima sulla rotonda in modo da rendere difficile la visibilità delle auto che così, a suo parere, avrebbero ridotto la velocità nell’affrontare la rotonda. Ovviamente, non è stata approvata…”.
Quale il bilancio per questo 2021, anno di rinascita post-pandemia?
“Sono tante le iniziative che con la Giunta abbiamo messo in campo per favorire la ripartenza. Abbiamo cercato di spendere tutto, e bene, quello che il Governo ci ha messo a disposizione per le attività più danneggiate e le categorie più fragili. Dallo sportello psicologico per i giovani, alle azioni di sostegno economico per le partite iva. Abbiamo riavviato le tante iniziative per nuove infrastrutture che avevamo in programma, ma che come molte altre questioni, avevano subito lo stop del periodo Covid. Ma non solo. Abbiamo realizzato anche numerose azioni in chiave green, come opere in bioedilizia, l’arredo urbano e tanto verde”.
Su cosa si sta concentrando in queste settimane di fine anno?
“Stiamo ultimando la programmazione del bilancio 2022 per arrivare preparati in primavera e cercando di mettere ordine alle progettualità in base alle risorse a disposizione dovendo tener conto anche delle conseguenze da pandemia come le addizionali irpef. L’altra priorità della nostra giunta è quella di realizzare tutte le opere senza fare debiti. Ricordo ancora che quando divenni vice-sindaco nel 2010 c’erano 7 milioni di debito. Oggi, a distanza di poco più di 10 anni e dopo l’emergenza e la crisi da pandemia, quel debito è stato quasi completamente ripianato e siamo scesi a 1 milione e mezzo”.
Come è la sua giornata tipo da primo cittadino?
“Imprevedibile e dinamica. Non riesco mai a programmare una giornata in base agli impegni perché ci sono sempre cambiamenti e incontri che si inseriscono anche all’ultimo momento. Sono fuori casa anche 14/15 ore al giorno passando dal mio ufficio comunale al mio studio legale. A volte si lavora 7 giorni su 7, ma ho la fortuna di avere dei collaboratori preziosi e in Giunta degli assessori e consiglieri competenti ai quali delego, con estrema fiducia, molte responsabilità. Io prevalentemente seguo la macchina amministrativa, le risorse umane, e cerco anche di seguirei cantieri e di essere presente ad ogni evento del Comune”.
Quali progetti nel futuro di Maurizio Paoletti?
“Sono fatalista e lascio decidere al destino, ma posso dire che l’esperienza da sindaco è stata una grandissima esperienza personale”.
PROFILO DEL SINDACO MAURIZIO PAOLETTI. Nato a Boves, classe 1971, avvocato, dal 2014 sindaco della splendida cittadina con il monte “Bisalta” che la domina con la sua imponente vicinanza, città medaglia d’oro e simbolo della Resistenza. Responsabile provinciale di Forza Italia dal novembre 2017.