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«Fondazione Radici omaggia i piemontesi emigrati con un film»

Martedì 21, ad Alba, in un evento gratuito si racconta la storia di chi si trasferì dal Piemonte all’Argentina

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“Tradizione non è culto delle ce­neri, ma cu­sto­dia del fuo­co”. Risuonano estre­ma­mente attuali le parole pro­nunciate, a cavallo tra l’Ot­tocento e il No­vecento, dal compositore austriaco Gu­stav Mahler. Tanto che la Fonda­zio­ne Radici le ha scelte come mot­to. Del resto, l’ente istituito il 12 febbraio 2020 si sta prendendo, eccome, cura del “suo” fuoco, ovvero le memorie di Lan­ghe, Roero e Monferrato. Lo sta fa­cendo anche in questi giorni che precedono le ormai imminenti festività, promuovendo la presentazione del docufilm “Rèis-Raìz-Piemontesi d’Argen­ti­­na”, girato a fine 2019 nelle comunità piemontesi in Ar­gen­tina, a firma del gruppo musicale roerino La Cricca dij Mes-cià. Il primo appuntamento, che ha riscosso un grandissimo interesse, si è svolto ieri, mercoledì 15 dicembre, nel Teatro Splendor di Ovada. La seconda tappa, molto attesa tra le colline del vino patrimonio Unesco, è in programma per martedì 21 dicembre, alle 21, nel Teatro Sociale di Alba.
La decisione di sostenere la presentazione da parte della Fonda­zione Radici viene spiegata dal presidente Claudio Rosso: «Quel­lo della migrazione piemontese verso l’Ar­gen­tina e, più in generale ver­so il Nord Europa e le Ame­riche, che ha interessato oltre 2,5 milioni di corregionali, è un tema molto importante per la nostra attività. Saputo che La Cricca dij Mes-cià ave­va realizzato delle riprese durante il viaggio compiuto nel Paese sudamericano e che intendeva realizzare un docufilm dal titolo “Rèis-Raìz”, ab­biamo proposto ai ragazzi di lavorare insieme, perché questo importante documento venisse presentato con la do­vu­ta attenzione e potesse, in se­guito, entrare a far parte del grande archivio digitale della memoria della Fon­dazione Radici. Il docufilm costituisce uno spaccato di vita dal grande valore culturale e storico che immortala le comunità piemontesi in Argentina nei mesi che hanno preceduto lo scoppio della pandemia da Covid e sarà interessante, a distanza di due an­ni, capire cosa sia cambiato, con la certezza che il legame tra le co­munità piemontesi d’Ar­gen­ti­na e la nostra regione sia ri­masto più saldo che mai. Nei 50 minuti del docufilm, intensi, commoventi, ricchi di speranza, traspare tutto l’amore che i nostri corregionali d’Ar­gen­tina nutrono per il Pie­monte e ci fanno capire quanto sia importante mantenere ben sal­de le proprie radici per poter spiccare il volo».
Aggiunge il direttore della Fon­da­zione Radici Mar­cel­lo Pasquero: «Co­me accaduto ad Ovada, anche la serata di Alba sarà a ingresso libero. Si partirà con i saluti isti­tu­­­zionali, per passare all’introduzione dello storico Giancarlo Li­bert. In seguito, anche con il vicepresidente della Fondazione Gian Franco Co­ma­schi, presenteremo i vari organi del nostro ente, faremo il pun­to sull’attività della stessa e premieremo La Cricca dij Mes-cià. Verrà inoltre proposta una raccolta fondi per finanziare un secondo viaggio in Argentina volto a realizzare un nuo­vo docufilm. Spazio poi alla mu­sica, con l’esecuzione di tre brani, tra cui un inedito della Cric­­ca dij Mes-cià, prima della proiezione del docufilm».
La due presentazioni sono realizzate con il sostegno della Regione Piemonte, con in prima fila il presidente Alberto Cirio, che ha di­chia­rato: «I piemontesi hanno fatto l’Italia e poi l’hanno promossa in ogni parte del pianeta. Lo dimostrano i nostri cittadini nel mondo, come la comunità che si è radicata anche in Ar­gen­ti­na. Persone serie, lavoratrici, ca­parbie e tenaci, ma che sanno ama­re la loro terra. Piemontesi che, pur avendo dovuto lasciare il loro Piemonte e le loro colline, mantengono un legame fortissimo con le tradizioni. Un valore che nessun chilometro potrà mai cancellare». Hanno sostenuto l’evento pure le Amministrazioni di Ova­da e Alba, guidate rispettivamente da Paolo Lantero e Car­lo Bo. Per partecipare, prenotarsi su: www.fondazioneradici.it.