Con il crescere dei contagi quasi la metà delle famiglie italiane (47%) prepara quest’anno in casa i dolci tipici del Natale, anche per gli evitare gli assembramenti dello shopping degli ultimi giorni e garantirsi a tavola prodotti genuini delle tradizione. È quanto emerge dall’indagine Coldiretti/IXÈ diffusa in occasione del Natale.
La necessità di passare il tempo fra le mura domestiche legata alle misure di restrizione imposte dal Covid ha spinto al ritorno della cucina casalinga fai da te con la riscoperta di ricette e dolci della tradizione. La preparazione delle specialità tradizionali delle feste, anche con il coinvolgimento dei bambini, è un’attività tornata ad essere gratificante per le famiglie. Si tratta spesso di dolci le cui ricette sono tramandate da generazioni e rappresentano un vero e proprio patrimonio culturale del Paese.
In Piemonte non possono mancare il bonet, non solo tipico di queste feste, preparato con gli amaretti è un dolce al cucchiaio il cui nome significa in piemontese “cappello” ideale quindi per concludere il pasto e per il Capodanno, i ciciu ‘d capdan ovvero i pupazzi di Capodanno, tipici della Valle Maira nel cuneese, sono un pane dolce decorati sulla superficie che venivano tradizionalmente regalati dai padrini al figliocci nel giorno dell’Epifania.
“La Granda e il Piemonte – spiega Roberto Moncalvo Delegato Confederale Coldiretti Cuneo – hanno antiche tradizioni culinarie che continuano a tramandarsi nelle famiglie e nei giorni di festa non manca il desiderio di riscoprire ricette di dolci tipici, seguendo anche i consigli dei nostri cuochi contadini che sanno armoniosamente innovare. Ai consumatori consigliamo di scegliere gli ingredienti badando alla loro provenienza e di valorizzare i prodotti locali acquistando il Made in Italy e Made in Cuneo presso i produttori o nei mercati di Campagna Amica, presenti in modo capillare sul territorio anche in questi ultimi giorni che precedono le feste con edizioni straordinarie proprio per venire incontro alle esigenze di chi deve cucinare o andare ancora a caccia degli ultimi regali enogastronomici”.