Quella compiuta dall’Alba Calcio è a tutti gli effetti un’impresa sportiva. Prima della compagine albese-roerina solo un’altra squadra della provincia di Cuneo (la Pro Dronero) era infatti riuscita a conquistare la Coppa Italia regionale di Eccellenza, guadagnandosi il diritto di disputare la fase nazionale. L’Alba Calcio ce l’ha fatta al termine di un percorso entusiasmante, culminato a Vinovo, con la vittoria in finale contro il Borgaro Nobis (3-1 ai supplementari). Ne abbiamo parlato con il presidente Giovanni De Bellis, in carica dall’inverno del 2020.
Le emozioni “a freddo”?
«È la vittoria di un gruppo di persone eccezionali. La dedico proprio a loro, dai protagonisti della prima squadra fino a quelli del settore giovanile, staff compresi».
L’immagine fissa in mente?
«Ad agosto la prima squadra mancava di moltissimi elementi. Io, gli altri dirigenti, il mister e lo staff tecnico ci siamo guardati negli occhi e abbiamo individuato la strada da percorrere. Da questa situazione complicata è nato un gruppo bellissimo, straordinario che, facendo leva sulla “vecchia guardia”, sa mettere i giovani al centro, facendo sempre prevalere il collettivo rispetto ai singoli. È un’amalgama davvero azzeccata… E poi abbiamo anche avuto quel briciolo di fortuna che nello sport, così come nella vita, non guasta mai».
Cos’è per lei l’Alba Calcio?
«Un insieme di persone che vogliono promuovere la pratica del calcio ad Alba e nei dintorni, con un occhio di riguardo per i ragazzi: il loro bene è la nostra più grande priorità».
Cosa significa ricoprire il ruolo di presidente?
«È un incarico di grande responsabilità, ma assolutamente gratificante. Ne sono onorato. In concreto, ci sono sempre cose da fare, non si sta mai con le mani in mano. E poi, come in tutte le famiglie, sono richieste maturità, pazienza e ottime doti di mediazione, in modo tale da far conciliare le esigenze di ciascuno. In questo senso, credo che l’esperienza acquisita in ambito professionale (ha fatto parte della Guardia di Finanza, nda) mi sia sicuramente servita…».
Com’è nato il suo legame con questa società?
«Ho sempre amato il calcio e, da quando mi sono trasferito da Alba a Corneliano, mi sono avvicinato all’allora Corneliano Roero Sga, che militava in Seconda Categoria. Non ho mai smesso di seguirlo e ora… eccomi qui!».
La sua famiglia cosa pensa?
«Mi supporta e mi… sopporta (ride, nda). Pure mia moglie e mia figlia, con mio genero, fanno il tifo per l’Alba Calcio!».
Cosa cambia ora?
«Crescono le aspettative ma in concreto non cambia nulla, nel senso che in Campionato, dove siamo quarti, dobbiamo ancora conquistare i punti necessari per ottenere la salvezza. In Coppa, ci godremo la fase nazionale che sarà sicuramente accolta con entusiasmo da tutto il territorio. In generale, continueremo a lavorare per dare continuità a questa bella realtà».