Si è conclusa nei giorni scorsi la post-produzione di “Larvae”, il nuovo cortometraggio di Alessandro Rota. Il progetto, di natura completamente indipendente, è stato prodotto da Alessandro Rota, Francesco Cerrato e Fabrizio Nastasi per Officine Ianós e Reddress srl.
Il film, nato nel 2014 anche sotto forma di sceneggiatura per un lungometraggio, pone al centro della narrazione il personaggio di Cesare Lombroso e il suo approccio allo Spiritismo, che lo appassionò in particolare negli ultimi anni di vita tanto da scriverne un saggio (“Ricerche sui fenomeni ipnotici e spiritici”) che revisionò poche ore prima di morire il 19 ottobre 1909. I protagonisti sono Roberto Accornero (Cesare Lombroso), Stewart Arnold (Lazar), Niccolò Fontana (Lorenzo) e Fabio Renis (Tommaso).
L’ispirazione storica reale, da molti colleghi accademici coevi vista come la debolezza di un vecchio, ma che invece Lombroso affrontò sempre con il suo approccio positivista, è divenuta la base del soggetto del film, in cui la scienza affronta il sovrannaturale, come spiega alla Rivista IDEA il regista.
Quale chiave ha utilizzato per raccontare Lombroso partendo dal particolare punto di vista dello Spiritismo?
«Pur trattandosi di una vicenda di fantasia, ho voluto rispettare la regola della coerenza storica del personaggio di Cesare Lombroso, andando a immaginare come si sarebbe effettivamente comportato nell’affrontare le cosiddette Larve Spirituali citate nei trattati di Spiritismo. Quando mi trovai di fronte alla teca contenente lo scheletro di Lombroso, che egli stesso volle donare alla scienza ed esporre nel suo museo, sentii che l’idea giusta poteva essere quella di raccontare un lato meno conosciuto di questo personaggio, che ancora oggi è al centro di occasionali polemiche. Era inevitabile fare riferimento alle sue famose teorie e allora mi sono chiesto: cosa avrebbe ipotizzato Lombroso approcciandosi allo Spiritismo, se non che il sovrannaturale potesse in qualche modo influenzare gli atti di qualcuno non predisposto fisiognomicamente al crimine?».
Le riprese si sono svolte in numerose “location” piemontesi, tra cui molte nella provincia di Cuneo. Cosa l’ha spinta a scegliere tali contesti?
«Sono torinese, ma conosco bene il Cuneese, in particolare le Langhe. Per questo film cercavo angoli non intaccati dalla modernità e il centro storico di Saluzzo offre diversi scorci. Da molto tempo desideravo ambientare qui qualcosa, e l’occasione è arrivata con “Larvae”. Ringrazio il marchese Carlo Gustavo Del Carretto e sua moglie Roseline, che sono stati gentilissimi a permetterci di utilizzare gli esterni della loro casa, dotata di un fascino incredibile. Nel film, la casa diventa quella di un anziano illusionista, Lazar, che riceve la visita inaspettata di Cesare Lombroso. In questa casa, i cui interni per il film sono stati girati nelle sale del Castello Reale di Govone, si svolge gran parte del cortometraggio. Altre scene utilizzano come sfondo il Lago Fiorenza, all’interno del Parco Naturale del Monviso e all’inizio del cortometraggio compare per qualche secondo anche l’ingresso del cimitero di Dogliani, opera di Giovanni Battista Schellino, in stile neogotico, perfetto per le atmosfere del mio lavoro. Utilizzare queste “location” per un film completamente autoprodotto come questo è anche un modo per far conoscere e valorizzare il considerevole patrimonio culturale di cui disponiamo. Sarebbe importante che anche le Istituzioni, a vari livelli, lo capissero, iniziando a supportare concretamente produzioni cinematografiche animate da questo spirito».
Che obiettivo si è posto con questo cortometraggio?
«Lombroso, veronese di nascita, ma torinese d’adozione, visto che è nel capoluogo sabaudo che ha portato avanti gli studi per cui è diventato celebre, meritava di essere raccontato anche sotto l’aspetto dello Spiritismo, di cui si parla poco persino nel Museo di Antropologia Criminale a lui dedicato. Il mio auspicio è che questo corto possa fare da prodromo a un altro lavoro sempre su questi temi, ma più esteso. Sono ispirazioni che meritano di essere raccontate nonché di richiamo internazionale, vista l’eco che le teorie dello studioso hanno avuto. Inoltre “Larvae” si basa su atmosfere che l’Italia, e la nostra regione in particolare, si presta a rappresentare in maniera interessante. Rappresentano un valore aggiunto che le produzioni internazionali sono sempre attente a ricercare, mentre spesso non vengono sfruttate a dovere dal cinema nostrano».
Ora il cortometraggio, in lingua inglese e della durata di 29 minuti, inizierà un percorso di diffusione nei festival cinematografici internazionali con il supporto di Film Commission Torino Piemonte.