Quando venne fondata, nel 2003, L’Alba Volley rappresentò fin da subito una novità, mettendo a disposizione delle aspiranti pallavoliste del territorio albese un’offerta molto qualificata. Oggi, a quasi vent’anni di distanza, la società presieduta da Lorenzo Fogliani è intenzionata a scrivere un’altra pagina storica dello sport locale (e non solo). Ha infatti avviato un importante processo di strutturazione a 360 gradi volto a portare il volley di altissimo livello nella “capitale delle Langhe”. Ne abbiamo parlato con uno dei fondatori del sodalizio, Bartolomeo Salomone, autentica colonna de L’Alba Volley sia come tecnico che come dirigente.
Salomone, qual è lo spirito che anima L’Alba Volley?
«La pallavolo femminile albese ha una lunga storia e, nel 2003, quando decidemmo di dar vita a L’Alba Volley, erano già attive diverse realtà. Noi ci inserimmo in questo contesto con l’obiettivo di accrescere le opportunità a disposizione delle giovani pallavoliste della zona».
Come furono gli inizi?
«Partimmo, come si suol dire, da zero. Poi, passo dopo passo, riuscimmo a strutturarci come società, a trovare sostegni economici e impianti, ad allestire gli staff tecnici e le squadre, arrivando ad avere a disposizione una base di atlete in grado di affrontare in una sola stagione ben 18 campionati».
In parallelo siete diventati molto competitivi dal punto di vista sportivo. Un bilancio?
«Abbiamo ottenuto tante vittorie, alcune delle quali straordinarie. Siamo riusciti ad aggiudicarci ben 22 campionati giovanili, praticamente in tutte le categorie, dalla Under 12 alla Under 18, oltre a una cinquantina di tornei, sia nazionali che internazionali, accompagnati sempre da premi individuali per le nostre giocatrici. A ciò si aggiungono dieci medaglie d’oro, d’argento o di bronzo regionali in dieci anni e diverse promozioni, dalla Seconda Divisione alla Serie C».
In più avete valorizzato le vostre atlete, alcune delle quali sono addirittura finite nell’orbita della Nazionale…
«Sono finora sei le pallavoliste cresciute con L’Alba Volley che hanno ottenuto la convocazione nelle Nazionali giovanili o in quella maggiore. Sara Bonifacio, con la maglia azzurra, si è addirittura laureata campionessa d’Europa. Si vedeva già da giovanissima che era dotata di un talento speciale».
Quali sono i nuovi obiettivi?
«Quelli di sempre, per quanto concerne il vivaio. Ma si è aggiunta una nuova, significativa, sfida: dopo aver raggiunto tanti risultati rilevanti in ambito giovanile, crediamo sia giunto il momento di far crescere la prima squadra. Per diverso tempo abbiamo militato in Serie C, ora riteniamo che, strutturandoci opportunamente, si possa compiere un ulteriore salto… in alto e, di riflesso, portare ad Alba la pallavolo di alto livello».
Da dove siete partiti?
«Dal creare i presupposti perché ciò possa verificarsi. Prima di tutto, abbiamo acquisito i diritti per giocare in Serie B2 e, soprattutto da quest’anno, abbiamo intrapreso una grossa opera di strutturazione societaria che, tra le altre cose, ha portato a un potenziamento dello staff tecnico ma che soprattutto ha coinvolto l’intero territorio di Alba, Langhe e Roero, e non solo, nel nostro progetto».
I riscontri sono stati ottimi…
«Sì. Solo nel corso dell’ultimo anno abbiamo raccolto l’adesione di tanti nuovi sostenitori che ci consentono così di programmare in concreto lo sbarco della pallavolo di altissimo livello ad Alba. Sarebbe un traguardo storico visto che, nella nostra città, la Serie B1 manca da molto tempo, mentre le Serie A1 e A2 non si sono addirittura mai viste».
Le prossime “mosse”?
«Procedere con determinazione lungo il percorso avviato, in maniera equilibrata e ragionata, senza fare il passo più lungo della gamba. Come nostra consuetudine, compiremo un passo alla volta, ma per andare lontano».
Traspare ottimismo dalle sue parole. Da dove nasce questa sua fiducia?
«Per compiere un passo del genere non servono soltanto le risorse economiche, per quanto siano fondamentali. Occorre il coinvolgimento emotivo di un intero territorio e piano piano stiamo riuscendo a ottenerlo. Lo dimostrano gli sponsor praticamente triplicati e il sostegno trasversale assicurato da imprese, banche, istituzioni, associazioni e privati cittadini della zona».
Gli ostacoli?
«Sicuramente la pandemia non ci sta aiutando. Dopo ogni ondata sembra quasi di dover ripartire da capo. Ma, come ogni società sportiva che si rispetti, siamo abituati ad affrontare e superare le difficoltà. Ci metteremo alle spalle anche il Covid e, quando i tempi saranno maturi, potremo realizzare il sogno di portare ad Alba la pallavolo di alto livello».
Quale sarà il ruolo delle giocatrici del territorio?
«Centrale. Come stiamo facendo già ora nel Campionato di Serie B2, anche in futuro cercheremo di far sì che in prima squadra ci sia il maggior numero possibile di atlete provenienti dal nostro settore giovanile. E poi sarebbe bello che alcune delle atlete cresciute nel nostro vivaio oggi impegnate in A o in B potessero tornare a giocare per L’Alba Volley».
Dove può arrivare L’Alba Volley?
«Alla luce proprio del forte legame che si è creato con il territorio, lavoriamo ogni giorno affinché anche L’Alba Volley possa essere considerata a tutti gli effetti una delle tante eccellenze che caratterizzano quest’area. Un territorio che peraltro ha mostrato di saper realizzare progetti ritenuti impossibili».