Il dettaglio del rimbalzo del comparto agro-alimentare

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Analizzando i distretti agro-alimentari piemontesi che si sono distinti sui mercati esteri, va ribadito come nei primi 9 mesi 2021 il comparto Nocciola e frutta piemontese abbia conseguito una crescita sui mercati esteri del +34% rispetto ai primi 9 mesi 2020, sostenuta dall’incremento dell’export verso tutti i principali mercati di sbocco, in primis Germania, Polonia e Arabia Saudita. Il balzo è stato notevole anche confrontando le esportazioni con quelle dei primi 9 mesi 2019, rispetto alle quali il distretto ha conseguito un aumento del 35,6%. Il distretto della Nocciola e frutta piemontese è riuscito a fare molto bene sui mercati esteri nei primi 9 mesi del 2021, nonostante il bilancio dell’annata agraria piemontese tracciato da Confagricoltura Piemonte evidenzi cali notevoli della produzione. Le gelate del mese di aprile e l’estate con un periodo di forte caldo alternato a violenti temporali hanno danneggiato prima le fioriture e poi il raccolto dei frutteti: in forte calo la produzione di pere (-70%), di pesche (-50%), di susine e kiwi (-30%), di albicocche (-35%). Segnalati cali produttivi anche per quanto riguarda ciliegie (-20%) e mele (-12%). Produzioni ridotte, ma di ottima qualità, invece, per le fragole e i piccoli frutti (ribes, lamponi, mirtilli). Anche le nocciole hanno registrato un calo produttivo vistoso in Piemonte (-55%), oltre che per effetti climatici, anche per la scarsa impollinazione e i danni provocati dagli attacchi parassitari di cimice asiatica e cimice del nocciolo e dalla fauna selvatica alle colture. Anche il rimbalzo dei vini delle Langhe, Roero e Monferrato è stato notevole: +17,9% rispetto ai primi 9 mesi 2020 e +16,3% rispetto ai primi 9 mesi 2019. Hanno guidato l’aumento dell’export le esportazioni verso Stati Uniti e Germania (i primi 2 mercati di sbocco). In calo, invece, le esportazioni verso il Regno Unito e la Francia (terzo e quarto mercato nel 2020). Tutte le province su cui insiste il distretto hanno contribuito positivamente, ma con intensità diverse: le esportazioni alessandrine sono aumentate del 46,8%, le cuneesi del 16% e le astigiane del 6,1% rispetto ai primi 9 mesi del 2020.