«L’eco dell’Istrice la nostra risposta alla pandemia»

Gli alunni del “Cravetta-Marconi” di Savigliano hanno ideato un giornalino scolastico: li abbiamo incontrati

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Prendete una pandemia che da due an­ni tenta di azzerare le interazioni so­ciali. Poi aggiungete un gruppo di studenti delle superiori che, nel bel mezzo di un percorso cruciale per il loro cammino (personale e professionale), si trovano costretti a rinunciare a quel mondo, fat­to di scuola e relazioni uma­ne, nel quale riescono a esprimere il meglio di loro stessi. Cosa si ottiene da questa ad­di­zione? Un progetto per certi versi in controtendenza che, puntando su mezzi di comunicazione ben affermati (ma rinfrescati dall’utilizzo delle ultime novità digitali), mette al centro proprio le relazioni sociali fortemente compromesse dall’emergenza sanitaria, facendo al contempo comprendere co­me un mon­do “nuovo” sia decisamente possibile. È quan­to successo all’Istituto di Scuola Supe­rio­re Cravetta-Marconi di Sa­vi­glia­­no, guidato dal dirigente reg­gente Gianluca Moretti. L’ob­bli­go di seguire le lezioni da casa ha spinto un nutrito gruppo di alunni a creare un progetto di squadra, pur es­sendo fisicamente di­stanti l’uno dall’altra. Met­tendo a frutto quanto appreso in classe, specie nelle lezioni di Let­tere, Servizi Sociali, Gra­fica e Co­mu­ni­ca­zione, gli studenti, con il convinto e generoso ap­poggio dei loro insegnanti, han­no deciso di dar vita a una redazione giornalistica, con un obiettivo preciso: progettare un vero e proprio giornale. Una cosa seria, con un “timone” di argomenti stabiliti partendo dai temi più discussi tra i banchi di scuola (o nelle chat di WhatsApp), oltre agli argomenti di maggiore attualità, una grafica co­me quella dei giornali veri, te­sti originali, fotografie di impatto e tanta passione. E gli al­lievi del “Cra­vetti-Marconi” il loro piccolo grande sogno l’hanno realizzato, pubblicando (online, ma anche in formato cartaceo) L’Eco del­l’Istrice. Le prime tre uscite che hanno scandito il 2021 hanno raccolto un autentico successo, con le 100 copie stampate per ciascun numero andate letteralmente a ruba e arrivate addirittura in Mu­ni­ci­pio e nella Biblioteca Civi­ca. In attesa di scoprire cosa la giovane redazione avrà riservato ai suoi lettori per il primo numero del 2022, IDEA ha voluto conoscere meglio questa realtà, confrontandosi con quelli che sono i protagonisti di questo lodevole progetto: i ragazzi e i loro professori. At­tra­ver­so una vi­vace e coinvolgente chiacchierata… telematica ab­bia­mo potuto toccare con ma­no la bontà dell’iniziativa. «Il progetto del giornalino è nato con l’intenzione di incentivare i ragazzi, che già in classe si occupano di approfondire i temi di attualità, a osservare e raccontare da un punto di vista differente, quello del giornalista che scrive gli articoli o del grafico che li impagina, quella che è la loro quotidianità, scolastica e non solo», hanno spiegato le in­se­gnanti, aggiungendo: «Al­lo stesso tempo, dar vita all’Eco del­l’Istrice ha significato mantenere viva la comunità scolastica e consentire agli studenti di confrontarsi con una situazione simile a quella che avrebbero potuto incontrare effettuando stage in aziende attive nel settore dell’informazione e della grafica». «Proprio come accade nelle vere redazioni, abbiamo scelto una serie di contenuti da inserire nel giornalino e abbiamo sollecitato i compagni in modo che facessero varie proposte», raccontano gli studenti, «Poi abbiamo assegnato i “pezzi” a ciascun giornalista, il quale li ha sviluppati sulla base anche degli “esperimenti” effettuati nei laboratori di scrittura creativa. La redazione si è poi occupata di correggere i testi e di “passarli” ai colleghi della grafica per l’impaginazione». Una volta “chiuso” il giornale, è iniziata la distribuzione: via mail, WhatsApp e social per il formato digitale, “a ma­no” per l’edizione cartacea. Rac­contano gli alunni: «Poter sfogliare il frutto del nostro lavoro è stato emozionante. Ab­biamo ricevuto tanti complimenti dagli altri compagni che non avevano contribuito direttamente e pure al di fuori della scuola, da genitori e amici». Merito anche dei te­mi: i ragazzi infatti hanno raccontato quello che è il mo­mento che stiamo vivendo dal loro punto di vista, impreziosendo la cronaca con articoli sui progetti scolastici in corso, su attività svolte con la scuola (come la partecipazione al Salone del Libro di Torino) e sulle passioni a cui si dedicano nel tempo libero. «Ci siamo potuti esprimere pienamente parlando dei film, delle serie tv e dei libri che ci appassionano ma anche approfondendo tematiche di­scusse in classe, come ad esempio, le questioni riguardanti i diritti civili. Non sono mancati, ovviamente, gli articoli sull’emergenza sanitaria: è stata una delle cose più difficili decidere in che modo ap­profondire la questione». Al di là delle questioni “giornalistiche”, emerge come il progetto abbia dato frutti a livello didattico ed educativo. «Sia­mo abituati a scrivere molto su WhatsApp e sui social, ma prendere “carta e penna” e confezionare un giornale è un’altra cosa. Ti rendi conto di poter fare cose importanti. Non solo: molti di noi, quando hanno scelto questa scuola superiore, non avevano ancora le idee chiare sul loro futuro; ora si sono resi conto, anche attraverso l’esperienza del giornalino, che questa strada potrebbe diventare il lo­ro lavoro», hanno osservato gli studenti facenti parte della redazione dell’Eco dell’Istri­ce, che nella chiacchierata hanno spiegato anche il perché del nome: «Nel logo del nostro istituto c’è un animale: dopo un mese di “brainstorming” siamo giunti alla conclusione che si tratti appunto di un istrice». 
Anche qui un’altra, l’ennesima, bella lezione da parte de­gli studenti. Mai fermarsi al pri­mo giudizio e, soprattutto, mai smettere di confrontarsi, di collaborare, di far crescere idee. Solo così ciascuno potrà dare valore ai propri talenti e alimentare i propri sogni. Imma­gi­nando anche delle real­tà nuove, se necessario, ma mettendo sem­pre al centro le relazioni.