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Una mamma europea

Roberta Metsola, avvocata maltese di 43 anni, “pasionaria” della campagna per l’adesione all’Ue del suo paese è la più giovane presidente del parlamento europeo della storia. Ma, con orgoglio, prima di tutto si definisce madre

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Scena uno, anno 2003: una studentessa maltese, innamorata della politica e iscritta al partito nazionalista, si distingue come “pasionaria” nella campagna per l’adesione all’Ue. Scena due, anno 2022: il Parlamento Europeo, in lacrime per la prematura morte del suo presidente David Sassoli, assegna l’eredità al primo scrutinio, con ben 458 voti su 690, a un’avvocata maltese, la più giovane donna mai in­ve­stita dell’incarico: 43 candeline spente giusto il giorno dell’elezione.
È un destino che si compie, un cerchio che si chiude, perché l’avvocata di oggi, Roberta Metsola (cognome del marito Ukko: all’anagrafe Roberta Tedesco Triccas) è la studentessa di ieri: sorriso e determinazione sono identici, la nuova maturità coincide con l’antico entusiasmo. Ed è una storia che annoda passione e perseveranza, perché Strasburgo non è una conquista immediata, arriva dopo delusioni e bocciature: Roberta si candida infatti al Parlamento Ue nel 2004 e nel 2009, ma in entrambe le tornate fallisce l’obiettivo. Al progetto contribuisce comunque, come addetta alla cooperazione giuridica e giudiziaria, alla Rappresentanza permanente di Malta presso l’Ue e come consulente legale di Catherine Ashton, alta rappresentante dell’Unione Europea per gli Affari esteri e la politica di sicurezza. Nel 2013, la terza opportunità con le elezioni suppletive del seggio lasciato vacante da Simon Busuttil, leader del partito nazionalista eletto anche al Parlamento di Malta. Metsola, da eurodeputata, entra far parte della commissione speciale d’inchiesta sul riciclaggio di denaro, l’elusione e l’evasione fiscale, quindi viene eletta vicepresidente, distinguendosi negli anni per la lotta concreta alla corruzione e all’omofobia, per la difesa dei valori familiari, per la sensibilità verso la politica dell’immigrazione.
I tanti voti spiegano come la sua presidenza sia stata sostenuta da una coalizione larghissima che tuttavia non azzera il disagio di aree politiche, o singoli rappresentanti, che non dimenticano le sue posizioni antiabortiste, specchio di un Paese, Malta, che annovera la legislazione più restrittiva in materia, posizioni che per estensione ingiusta le hanno incollato un’immagine sbagliata di antifemminista. Chi la conosce sa che saprà scindere convinzioni personali e analisi collettive, mediare tra differenti ideologie, essere presidente di tutti, garantire che la linea dell’aula sarà la sua linea. «Mi sento onorata della responsabilità che mi affidate», ha detto ai parlamentari. «Prometto che farò del mio meglio per lavorare a vantaggio di tutti i cittadini». E ha assicurato che l’assemblea «lavorerà per i diritti delle donne», specificandolo tra intenti che spaziano impegno per l’integrazione e l’eguaglianza alla difesa della famiglia.
Punto quest’ultimo che le è valso molti appoggi, in nome dell’esempio e non solo dei proclami: sposata dal 2005 con il politico e manager finlandese Ukko Metsola (anche lui candidato al Parlamento europeo nel 2009: prima coppia a presentarsi per due diversi Stati), è mamma di quattro figli, e lei presidente europea, avvocata specialista in diritto comunitario, appagata donna in carriera, voce di 450 milioni di cittadini, orgogliosamente, sui social, si definisce prima di tutto madre.