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L’opinione di Andrea Purgatori

«C’è una crisi, ci sono 209 miliardi che stanno arrivando, ma chi li amministra? gli stessi che hanno fatto quel che tutti abbiamo visto? la gente si sta allontanando sempre di più da quel mondo»

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IL FATTO
Dopo la rielezione del presidente Mattarella e il “teatrino” della politica a cui abbiamo assistito,
si aprono nuovi capitoli e nuove emergenze. La transizione energetica, per esempio: chi la gestirà?

Si apre una nuova stagione politica piena di incognite dopo la rielezione di Sergio Mattarella a presidente della Repubblica. Perché tutto è accaduto in fretta e furia, dopo giorni di ipotesi e presunti accordi, di strategie più o meno autentiche.
Alla fine, si è dovuto fare in fretta, è stato detto, anche per non sovrapporre la vicenda della corsa al Quirinale a quella delle canzoni di Sanremo.
Un’esagerazione, eppure sembra quasi plausibile se si considera il quadro di grottesca incertezza che ancora attraversa l’Italia, stretta tra l’emergenza gravissima del Covid e le tensioni di una macchina politica che sembra non funzionare più e che come ultima chance ha scelto di puntare tutto sulle poche personalità di spicco capaci di mettere tutti d’accordo: da Draghi a Mattarella, appunto.
Ma ora, risolta la questione della elezione presidenziale con la rinomina di Mattarella, ai politici toccherà comunque fronteggiare emergenze notevoli. Tra queste, la famigerata transizione energetica. Resta un fronte aperto. In agenda il passaggio a fonti di energia rinnovabili è segnato in rosso ma nella realtà non si tratta ancora di un fatto compiuto. È un’ipotesi. Se ne parlerà più avanti. Ma non è tanto questo il punto, quanto la modalità con cui si prenderanno le prossime decisioni.
Chi dovrà gestire l’emergenza energetica, subito dopo quella sanitaria? La sceneggiata inscenata dentro e fuori il Quirinale ha fatto scattare l’allarme definitivo: questo Parlamento è in grado di gestire situazioni delicate e al tempo stesso fondamentali? Per quanto riguarda il Presidente, i dubbi aperti sono inquietanti. Il “teatrino” è stato clamoroso, ma soprattutto ha aperto dubbi sul futuro. Lo ha sottolineato anche Andrea Purgatori durante la diretta che La7 ha mandato in onda proprio per affrontare il tema del “dopo Quirinale”.
«Sembra che ne parliamo come se si trattasse di una questione secondaria, ma c’è una crisi energetica», ha sottolineato il giornalista. «Ci sono duecentonove miliardi che stanno arrivando, ma chi li gestisce? Gli stessi personaggi che hanno fatto questo teatrino? Penso che la gente, fuori dalle transenne che circondavano Montecitorio, sia rimasta non dico sconcertata ma sempre più lontana da quel mondo. Si dice: rifondiamo i partiti, ma per farlo ci vuole del tempo, bisogna avere una visione, un programma. Cioè, qualcosa che non esiste. I partiti non controllano neppure i loro uomini dentro al Parlamento, figuriamoci. Il problema dello scollamento e dello spettacolo che è stato offerto non farà che creare ancora più disaffezione».