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Unione d’intenti per riaprire la strada del Vallone di Elva

Migliaia le firme raccolte grazie alla petizione rivolta alla Provincia di Cuneo affinché si attivi

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In tanti, singoli cittadini, ma anche istituzioni ed associazioni, ribadiscono la necessità che si provveda alla messa in sicurezza e alla riapertura della Strada del Vallone di Elva, in Valle Maira che collega il paese di Elva e le sue 28 frazioni, a 1637 metri di altitudine, con la strada principale della Valle Maira.

Il Vallone ha delle pareti a picco, un “orrido” come è realisticamente chiamato la Coumbo d’Elvo e la strada che lo percorre necessita, ormai da anni, di una messa in sicurezza che ne permetta la riapertura al traffico. Gli abitanti del paese, per scendere a valle, sono obbligati a percorrere i 18 chilometri della stretta, impervia e pericolosa Sp335 anziché i 9 della Sp104, così come i margari con le loro mandrie, che in primavera si spostano in montagna per l’alpeggio e in autunno ritornano a valle.

L’impossibilità di utilizzo della strada, oltre a creare notevoli disagi alla popolazione residente, ai margari e agli animali portati in alpeggio, comporta un grave danno all’economia locale, rendendo difficile l’accesso al paese di Elva e a tutta la zona oltre che la fruizione di arte, cultura e beni naturali locali. Infine, la strada stessa, per la sua bellezza, è considerata meta escursionistica di rilievo e la sua chiusura comporta enormi perdite dal punto di vista turistico, perdite a carico delle attività locali, che possono portare all’annullamento totale della cultura della zona.

Lo scorso 5 ottobre è stata pubblicata la petizione, su Change.org, promossa dall’Associazione Culturale Strade da Moto rivolta alla Provincia di Cuneo, affinché si adoperi, in tempi brevi, per effettuare gli interventi necessari alla messa in sicurezza della Strada Provinciale 104, Vallone di Elva, per permettere una sua celere riapertura.

La petizione, almeno localmente, ha avuto una discreta visibilità mediatica, al punto che dopo il primo migliaio di firme raccolte, altre realtà interessate alla riapertura della strada si sono messe in contatto con l’Associazione Cultu­rale Strade da Moto dando vita a un «sodalizio unico tra istituzioni e società civile», come sottolineano il Sindaco di Elva Giulio Rinaudo e l’assessore Mariano Allocco, «nell’interesse del bene pubblico».

«Associazioni culturali e di categoria, enti pubblici, fondazioni… in tanti, veramente in tanti si sono uniti al coro sempre più numeroso di chi chiede la messa in sicurezza e la riapertura della strada», spiegano da Strade da Moto, «e di questo siamo tutti grati a quelle persone che da mesi, ormai, si stanno adoperando per far crescere questo sodalizio.

Altre dinamiche, sempre tese alla messa in sicurezza e riapertura della strada, hanno fatto sì che da un paio di mesi il Politecnico di Torino stia svolgendo un grande lavoro di individuazione dei punti pericolosi della strada e ricerca delle soluzioni più adeguate, allo scopo di arrivare alla creazione di un progetto di massima dal quale poter individuare i costi di un’opera del genere».

Lo scorso 21 gennaio, inoltre si è tenuto un incontro tra i promotori e il Presidente della Provincia di Cuneo Federico Borgna (nella foto accanto al titolo) sia per presentargli ufficialmente la petizione, di cui aveva già ovviamente notizia, e le oltre 8-600 firme raccolte fino ad ora, sia per conoscere la posizione dell’Ammini­strazione Provinciale.

Il dialogo si è incentrato sulla necessità di procedere all’individuazione degli interventi necessari, ora in mano al Politecnico di Torino, e quindi alla preventivazione dei costi, che permetteranno di capire se l’opera sia affrontabile o meno.

«Ci siamo ovviamente dichiarati d’accordo su quasi tutto», proseguono dall’associazione culturale. «Unica differenza è stata che, per noi, giunti alla definizione dei costi non si dovrà decidere se procedere o meno con la messa in sicurezza della strada, bensì con la ricerca dei fondi necessari, bussando a tutte le porte dalle quali possa rispondere qualcuno che, come la Provincia, abbia il dovere istituzionale di partecipare alle spese, dalla Regione allo Stato e per finire all’Unione Europea. Quando sarà individuato l’importo, il nostro impegno sarà rivolto a verificare costantemente che i soldi siano effettivamente cercati, trovati ed investiti, e saremo ben lieti di essere noi a sostenere e spingere la Provincia».

BaNNER
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