Marco Bozzolo, il castanicoltore di Viola, si racconta: “Un settore di valorizzazione turistico-enogastronomica”

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Quando la bellezza della natura esplode ti trovi in un mondo magico, inconsueto e incontaminato che regala emozioni straordinarie. Siamo in Valle Mongia, frazione Castello nel Comune di Viola. Passeggiando tra i boschi di montagna capisci il significato della tanta fatica messa in campo per lavorare in quelle zone. Un’agricoltura davvero eroica al limite dell’impegno umano.

Lì, tra i 700 e i 1000 metri di quota, ci sono i 15 ettari di castagneti, parte in proprietà e parte in affitto, dell’azienda agricola gestita da Marco Bozzolo: 31 anni, diploma in ragioneria con un anno di lezioni svolte a Houston negli Stati Uniti grazie alla borsa di studio del Banco Azzoaglio di Ceva; poi la laurea triennale in Economia e Commercio a Genova e il master in Economia dell’Ambiente e dello Sviluppo a Siena con un focus proprio sul castagno e il turismo enogastronomico.

Marco, che conduce l’attività dal 2016, ha sempre un sorriso luminoso sul volto: segno dello straripante entusiasmo di chi ama profondamente il proprio lavoro e la propria terra. Lo aiutano, a livello famigliare e nel tempo libero, il papà Ettore, 63 anni, anch’egli ragioniere e un breve percorso universitario in Agraria, il fratello Sandro, 35 anni, documentarista con il dottorato di ricerca in Migrazioni e Processi Interculturali conseguito a Genova e lo zio Gianpiero, 70 anni. La mamma di Marco, Mirella, 56 anni, ha un’altra occupazione.

Coltivazione tutta biologica e castagneti tenuti come un giardino
La famiglia Bozzolo si occupa dell’attività da tantissime generazioni. L’antica cascina di cui è proprietaria, a Castello di Viola, risale al 1700. Papà Ettore e Marco iniziano a ristrutturarla nel 2010. Prima l’abitazione e, dopo, il punto vendita, l’essiccatoio delle castagne (in piemontese “Scau”) e il laboratorio di trasformazione.

Tutti i castagneti sono tenuti come un giardino. La coltivazione è totalmente biologica e non c’è mai stato lo sfruttamento del terreno. Metodi di lavoro che il fondatore di Slow Food, Carlin Petrini, in visita all’azienda alcune volte, chiama le buone pratiche dei contadini. La sorpresa più bella la regala il castagneto didattico: un fazzoletto di mezzo ettaro a pochi chilometri dalla frazione di Castello. Una perla preziosa. Il manto erboso è un tappeto spettacolare, sempre pulito per accogliere gli ospiti nel modo migliore.

Lì Ettore e Marco, attraverso sprazzi di fantasia e di genialità creativa, spiegano a visitatori, turisti e studenti delle scuole, il processo produttivo: dall’innesto alla raccolta, all’essiccazione delle castagne. Durante il percorso alberi antichi e giovani riservano meraviglie inattese. Su tutte le piante spicca un castagno di almeno 500 anni, tra i più grandi a livello di dimensione della Valle Mongia e scavato internamente alla base. Rappresenta la storia di quei boschi e, sotto certi aspetti, anche quella della famiglia Bozzolo. Il capostipite e la colonna portante di un lungo e affascinante cammino dell’uomo nel tempo e del tempo nella natura.

La scelta di Marco
Come mai un laureato inizia a occuparsi di castagneti e di agricoltura eroica? Risponde Marco: “Sono nato e cresciuto qua e, anche quando ero in giro per studio, ho sempre avuto l’idea di ritornare. Soprattutto durante l’Università mi sono reso conto del grande potenziale del castagno. E’ un settore caduto nel dimenticatoio, ma, al contrario, si presta molto bene a una valorizzazione turistico-enogastronomica. Pure per la bellezza dei luoghi. E poi, devo essere onesto, mi pareva triste pensare che un percorso portato avanti da generazioni e generazioni di famiglia finisse per colpa della mia generazione. A ciò si aggiunge la passione che mi ha trasmesso papà. Quando hai la fortuna di fare il lavoro che ti piace puoi dire di aver imboccato la strada giusta”.

I 4 anni di Marco presidente dei giovani imprenditori Cia di Cuneo
Dal 2018 fino all’assemblea del 15 gennaio 2022, in cui è avvenuto il rinnovo dei vertici provinciali della Cia di Cuneo, Marco Bozzolo ha ricoperto il ruolo di presidente dei giovani imprenditori Cia (Agia) dell’organizzazione agricola della “Granda”. Gli hanno dato un mano i due vicepresidenti: Luca Marenco di Novello e Noemi Conterno di Monforte d’Alba e una ventina di “colleghi” produttori che erano consiglieri. Tracciamo con lui un bilancio dell’attività portata avanti. “Il principio di fondo, che ci ha tenuto insieme – sottolinea Bozzolo – è sempre stato quello di fare rete, confrontandoci sui problemi del settore e aiutandoci a vicenda. Infatti, solo con il dialogo costruttivo nascono idee positive che, poi, possono essere utili a tutti. Anche sul come gestire l’azienda nel modo migliore”.

Le iniziative realizzate? “Il lavoro va diviso in due periodi: il pre-Covid e quello dell’emergenza sanitaria legata al virus. Nella prima parte riuscivamo a riunirci con cadenza mensile e abbiamo indirizzato l’impegno soprattutto nella promozione dei nostri prodotti verso l’estero. Ad esempio nel 2019 lo abbiamo fatto a Varsavia, in Polonia, e a Riga, in Lettonia. Poi, con l’arrivo del Covid ci siamo reinventati, concentrandoci sulla valorizzazione dei nostri prodotti a livello locale”.

In quale modo? “Attraverso il progetto “Agriturismo nel cuore”, finanziato dalla sottomisura 3.2 del Programma di Sviluppo Rurale. Durante il fine estate e l’autunno 2020 e 2021, gli agriturismi aderenti hanno preparato i menu con i prodotti di aziende del territorio provinciale. Rendendo anche disponibili degli spazi per consentire agli stessi agricoltori di promuovere direttamente i loro frutti della terra. Un percorso che ha funzionato”.
Cosa serve ai giovani per iniziare un’attività agricola? “Innanzitutto devono avere la consapevolezza di gestire un’azienda in modo imprenditoriale, che è un cammino articolato, complesso, con tanti problemi da affrontare. Perché bisogna confrontarsi ogni giorno con il mercato e ottenere dei risultati economici. Altrimenti sei destinato a chiudere. Spesso si racconta di come sia bello lavorare i campi, in quanto si sta a contatto con la natura e puoi gestirti i tempi di lavoro come vuoi. E’ la narrazione di un sogno, che si concretizza solo se prima parti con una mentalità imprenditoriale e innovativa. Senza dimenticare la storia del mondo contadino”.

Le Istituzioni? “Stanno facendo molto per gli insediamenti dei giovani agricoltori, soprattutto attraverso le misure del Programma di Sviluppo Rurale. E’ l’unico modo per favorire il passaggio generazionale. Grazie, poi, alla professionalità e ai consigli degli uffici tecnici della Cia si riesce a costruire e a concludere il percorso con successo”.

Gli obiettivi da vicepresidente provinciale Cia, con Conterno presidente
Nell’assemblea dello scorso 15 gennaio Marco Bozzolo e Marco Bellone sono stati eletti vicepresidenti provinciali della Cia Cuneo, con Claudio Conterno presidente.

Chiediamo a Bozzolo gli obiettivi che si pone ai vertici dell’organizzazione agricola. “Come associazione – dice – vogliamo essere di aiuto a tutti gli agricoltori del territorio. In ogni settore. Tutelando sempre di più l’aspetto ambientale dell’attività. Poi, personalmente, mi piacerebbe trasferire nella Cia provinciale il “modus operandi” maturato con i giovani: cioè l’unità di gruppo, il fare sistema, l’aiutarsi a vicenda. Infine, vista la mia esperienza imprenditoriale, intendo prendermi a cuore le realtà insediate in montagna. Certo, rispetto a quelle di pianura, hanno dimensioni e fatturati decisamente minori. Però, sono fondamentali anche per la manutenzione del territorio e la prevenzione del dissesto idrogeologico. Non dobbiamo dimenticarle come è stato fatto in passato, ma metterle in condizioni di vivere e non di sopravvivere”.

c.s.