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L’opinione di Diletta Leotta

«Ti devi impegnare cento volte di più. se sei carina, allora duecento di più. forse, lo stereotipo della bellezza è quello sul quale si fatica maggiormente: superarlo sarebbe una conquista»

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IL FATTO
Se una donna di successo è anche molto bella, spesso può scattare il pregiudizio di chi tende a far passare i suoi meriti in secondo piano rispetto al suo fascino. Ma è sempre così?

Nel podcast curato da Barbara Stefanelli per il Corriere della Sera, la giornalista Diletta Leotta ha raccontato l’altra faccia del suo successo. «Se sei donna ti devi impegnare cento volte di più. Se sei carina, allora duecento di più. Forse, lo stereotipo della bellezza è quello sul quale si fa più fatica: superarlo sarebbe una conquista».
Il podcast in questione s’intitola “Fortissime” e indaga sulle carriere al femminile, su quanto in sostanza certi percorsi professionali siano influenzati, per le donne, dall’aspetto estetico. Nel bene e nel male. Perché se è vero che i tempi stanno cambiando e molte piccole/grandi conquiste sembrano acquisite, ciò è avvenuto soprattutto nella vita di tutti i giorni, ma non altrettanto si può dire per quanto riguarda le aziende o, comunque, per tutti i lavori manageriali o di un certo livello. Ma non solo. Nel podcast si racconta anche la vicenda di Clara Munarini, arbitro del massimo campionato maschile di rugby, trattata da un allenatore «come lui non avrebbe mai trattato un arbitro maschio». E potremmo narrare una storia simile a proposito di Silvia Marziali, arbitro di Serie A maschile nel basket.
A proposito di sport, Diletta Leotta lo attraversa da giornalista con successo ormai da anni. Portandosi dietro schiere di estimatori e anche di “haters”. Oggi ha tutto il diritto di affermare di sentirsi stanca di una situazione in cui ha quasi l’obbligo di dimostrare continuamente che la sua professionalità possa anche non essere subordinata alla sua bellezza. Invece, nei fatti, ciò non avviene, resiste un pregiudizio che magari non è dichiarato ma resta certamente radicato. La questione però è complessa. E il dibattito è aperto non solo tra uomini e donne. Dopo la dichiarazione di Diletta, tra le reazioni, ce n’è stata una particolarmente significativa, quella di Caterina Collovati che, su Instagram, ha detto sen­za mezzi termini: «Non diciamo sciocchezze. Basta con la lagna della bella considerata stupida. Raccontiamo anche della bella che, in quanto tale, trova molte strade aperte. Se vogliamo conquistare giustamente ruoli di potere, iniziamo a essere oneste: la bellezza aiuta, che male c’è?».
In ogni caso, la questione esiste. L’immagine arriva prima di tutto. Può essere un valore aggiunto sul quale fa leva chi cerca affermazione, ma indubbiamente è un elemento che può condizionare ogni giudizio.
Diletta Leotta, spesso accusata (più o meno velatamente) per questo, ha messo l’accento sul problema e riaperto il dibattito. Più se ne parla, più se ne prende coscienza. E si impara a non dare nulla per scontato.