Miracolo a Sanremo il trionfo dei giovani che piace ai genitori

Mahmood e Blanco hanno messo tutti d’accordo, come il sempreverde Morandi. E ora tocca a Matteo Romano

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Il giorno dopo hanno detto di aver provato una sensazione di shock, più che di felicità. Troppo forte e immediata l’emozione per aver vinto Sanremo. E pensare che per il 29enne Mahmood non si trattava di una prima volta in assoluto: lui c’era già stato e, soprattutto, aveva già vinto. Ma alla fine ha confessato che tutto era davvero surreale e che sul palco, al momento dell’annuncio, si è trovato a pensare che avrebbe dovuto assumere un’espressione di­versa dall’altra volta, tanto per far capire lo straniamento di quel contesto. Blanco, che resta pur sempre un ragazzo molto giovane (classe 2003), è invece schizzato in platea, dalla mamma, per abbracciarla e condividere con lei quel momento speciale e quasi irripetibile. “Brividi”, come il titolo della canzone premiata. Una musica nel segno della tra­dizione melodica e al tem­po stesso delle tendenze at­tuali, di cui entrambi i vincitori sono autentiche icone per il pubblico più giovane.

È stata davvero un’edizione di Sanremo all’insegna dei giovani. Ma se un anno prima era arrivata quella che a tutti gli effetti sembrava una svolta musicale con il successo dei Maneskin (e l’avevamo scritto anche qui), che poi è diventato addirittura internazionale, stavolta è accaduto un piccolo evento storico, si sono unite definitivamente le due anime e le due correnti della musica italiana contemporanea: quella giovane di Mahmood e Blanco (come degli altri interpreti della scena hip hop) e quella più classica rappresentata da Gianni Morandi, che con il messaggio ottimista di “Apri tutte le porte” ha centrato il podio alle spalle di Elisa, vero trait d’union, che ha cantato “O forse sei tu”. Forse per la prima volta c’è stata questa piena ed effettiva sintonia. Ragazzi e genitori, come han­no indicato gli straordinari indici d’ascolto registrati da Rai 1, hanno seguito insieme la kermesse canora davanti allo schermo televisivo, condividendo reazioni e commenti, molto più che per altre occasioni.

Sanremo ha veramente as­sunto una dimensione nazionale e totalizzante, forse anche sulla scia dei preparativi per l’imminente Eu­ro­vision che sarà ospitato a To­rino nel mese di maggio, forse per il particolare momento che stiamo vivendo, caratterizzato dalla riscoperta di valori passati al setaccio della pandemia.

Insomma, l’espressione di una potente forza mediatica, in grado anche di azzerare le discussioni sulla rielezione del presidente Mattarella frettolosamente conclusa prima che si accendessero le luci sul palcoscenico dell’Ariston. Il tutto all’insegna della canzone, da sempre un prodigioso marchio di fabbrica nazionale. Qualcosa in cui riconoscersi, senza i vuoti d’aria o le incomprensioni che poco prima avevano caratterizzato la corsa al Quirinale.

Qualcuno storcerà la bocca, ma sono dati di fatto, anzi dati Auditel. A Sanremo si è fatto il punto sulla musica di casa nostra e non solo. Ci si è inevitabilmente confrontati sul po­litically correct, si è affrontato più volte il tema della diversità. Scatenando reazioni opposte, sia dopo il discorso contro il razzismo di Lo­rena Cesarini, sia dopo la performance sarcastica, e per questo divisiva, di un acutissimo (forse troppo) Checco Za­lone. Al netto dei soliti, ricorrenti, insulti via social, sono stati comunque momenti intensi di televisione, oltre che spunti di riflessione, adeguatamente proposti dalla conduzione tutt’altro che au­toreferenziale, casomai neutrale ai limiti dell’inconsapevole, del sempre presente Amadeus. E c’è stato spazio per glorie locali. Il viso pulito, sorridente e ottimista del giovanissimo cantante cuneese Matteo Romano sintetizza al meglio il senso di queste righe. La sua canzone non è passata inosservata, non solo per il titolo geniale e attuale (ovvero “Virale”), ma soprattutto per la sua splendida interpretazione, oltre che per la performance nella serata dei duetti, con “Your Song” di Elton John cantata assieme a Malika Ayane. E così lo stesso Alberto Cirio, governatore della Regione Piemonte, non ha potuto fare a meno di comunicare via Facebook la soddisfazione di aver visto nella stessa serata, a San­remo, due «talentuosi cuneesi», come appunto Mat­teo Romano e, in prima fila, la campionessa di ciclismo Elisa Balsamo. Il 19enne cantante ha sfiorato la top ten sanremese, piazzandosi all’undicesimo posto, spinto in alto soprattutto dal televoto. Ma per lui questo è un punto di partenza prodigioso.