Autotrasporto, sale la rabbia e il rincaro dei carburanti è la goccia che potrebbe far traboccare il vaso.
A lanciare l’allarme sono le associazioni nazionali dell’autotrasporto, tra cui Confartigianato Trasporti, che, unite sotto la sigla Unatras, hanno scritto una lettera preoccupatissima al Governo, al quale chiedono di andare “oltre l’indifferenza” dando subito risposte concrete.
«Quello che si è abbattuto sul mondo dell’autotrasporto è un ciclone spaventoso. – commenta Claudio Berardo, rappresentate provinciale degli Autotrasportatori di Confartigianato Cuneo – Il malcontento è diffuso nei territori tra le imprese e sta generando fenomeni di rabbia che rischiano di sfociare in proteste incontrollate».
«C’è il rischio concreto che sia più conveniente spegnere i motori anziché continuare a viaggiare. – aggiunge ancora Berardo – Ora però la situazione è allarmante. UNATRAS ha deliberato lo svolgimento nelle prossime settimane di una serie di manifestazioni unitarie di autotrasportatori su diverse aree del territorio nazionale. Iniziative che, in assenza di impegni precisi da parte dell’Esecutivo, non potranno che essere propedeutiche ad azioni di autotutela della categoria, non esclusa la proclamazione di un fermo dei servizi».
«Migliaia di operatori sono da un anno e mezzo alle prese con il rincaro dei carburanti, che negli ultimi mesi ha viaggiato “a mille” e non accenna a placarsi – spiega Berardo – Gli aumenti vertiginosi delle materie prime, di luce e gas, infatti riguardano anche il gasolio per autotrazione, che è ancora largamente il carburante più diffuso, ma anche l’additivo AdBlue per i veicoli più moderni e il GNL (gas naturale liquefatto). Parliamo di aumenti generalizzati di oltre il 25% in un anno, con maggiori costi per oltre535 milioni di euro che l’autotrasporto non riesce a ribaltare sui propri committenti e che finiscono per scaricarsi interamente sui già risicati margini di profitto delle aziende».
«Il settore – conclude Luca Crosetto, presidente di Confartigianato Cuneo – è fondamentale per l’economia italiana: nel nostro Paese oltre l’80% delle merci viaggia su gomma, e i nostri mezzi nelle fasi peggiori della pandemia hanno continuato a viaggiare garantendo l’approvvigionamento dei beni primari. Chiediamo un intervento urgente che stemperi la tensione favorendo le condizioni per una soluzione dei problemi del comparto».
Tra le richieste delle associazioni di categoria:
- i provvedimenti economici di sostegno alla categoria, quali crediti di imposta per i maggiori costi sostenuti per i carburanti, attingendo dal ‘tesoretto’ che ha incassato il Fisco sull’Iva pagata per le accise;
- la previsione di un meccanismo di adeguamento automatico per l’aumento del gasolio;
- la ripubblicazione aggiornata da parte del MIMS dei costi di esercizio che gravano sugli autotrasportatori;
- l’apertura del tavolo di lavoro permanente sulle regole di settore, per un’analisi approfondita che affronti in particolare l’impatto delle nuove norme comunitarie in tema di accesso al mercato, le semplificazioni burocratiche e la revisione degli onerosi obblighi formativi per contrastare la carenza di conducenti.
cs