Per i cristiani, San Michele Arcangelo è considerato come il più potente difensore del popolo di Dio che libera le anime dei fedeli defunti dalle pene dell’inferno. Per la Polizia di Stato, dal 1949 per decisione di papa Pio XII, è il santo patrono. È l’angelo protettore dei protettori e viene raffigurato come un guerriero alato con la spada sguainata nell’atto di trafiggere il demonio. Ogni 29 settembre, a Cuneo, è festa doppia perché San Michele è anche il patrono della città. È stato scelto come protettore della Polizia perché rappresenta il bene che vince contro il male e anche per l’assonanza con la missione che ogni giorno i poliziotti sono chiamati ad assolvere. Questa immagine, insieme alla foto del presidente della Repubblica Mattarella e alle onorificenze ottenute, campeggia alle spalle del comandante della Polizia Stradale della Provincia di Cuneo Andrea Concas nel suo ufficio, dove lo abbiamo incontrato. Un’immagine che simboleggia lo spirito di chi ha scelto una professione al servizio del prossimo.
Concas, primo anno al comando di Cuneo: il bilancio?
«Sicuramente un bilancio positivo. La prima cosa che mi ha colpito è la vastità della rete stradale della provincia cuneese, caratterizzata da un intenso traffico commerciale che richiede un grande impegno da parte della nostra sezione. L’Autostrada A6, sulla quale almeno in parte si è riversato il traffico che normalmente viaggiava attraverso il Colle di Tenda, è una tratta che ci impegna costantemente; di recente, è stato anche riattivato il controllo della velocità attraverso il sistema “tutor” che viene gestito direttamente da un ufficio della Polizia Stradale che si trova a Roma. Ne approfitto per ricordare agli utenti della strada che se viene superato il limite di velocità di oltre 40 chilometri orari è previsto, quale sanzione accessoria, il ritiro della patente. Noi disponiamo di strumenti per il controllo della velocità quali autovelox e telelaser, precursori ed etilometri per l’accertamento del tasso alcolemico dei conducenti e lo “street control”, un dispositivo mobile che fa una scansione di massa al passaggio di ogni singolo veicolo per individuare immediatamente quelli non assicurati o non revisionati. Nel caso venga riscontrata una irregolarità, l’apparecchiatura restituisce un alert che consente agli operatori di pattuglia di procedere al controllo del veicolo indicato per accertare ed eventualmente contestare la mancanza della copertura assicurativa o la mancata visita periodica di revisione».
L’intervento più emozionante?
«Il ritorno nelle scuole, dopo le limitazioni da Covid, per la campagna sulla sicurezza stradale. Siamo ripartiti dalle scuole superiori di Mondovì. È la migliore iniziativa di prevenzione. Ma anche i servizi di viabilità e scorta alla manifestazione ciclistica Fausto Coppi e alle tappe del Giro d’Italia, sia maschile sia femminile, che hanno toccato la Granda. Eventi che hanno richiesto un grande sforzo organizzativo a tutte le forze dell’ordine e alle istituzioni. Questa collaborazione si realizza sempre in maniera proficua anche in occasione della gestione della circolazione in condizioni meteo avverse».
L’aspetto più complicato?
«Quando avviene un incidente che determina gravi conseguenze per le persone coinvolte, è nostro dovere darne comunicazione ai familiari. È il momento emotivamente più difficile, ma i nostri operatori sono costantemente formati anche su questo fronte».
Come siete strutturati?
«La Polizia Stradale di Cuneo conta 120 agenti distribuiti tra la sede centrale del capoluogo, il Distaccamento di Saluzzo e le Sottosezioni con competenze autostradali di Bra, per la A33 Asti-Cuneo, e di Mondovì, per la A6 Torino-Savona».
Il ruolo durante la pandemia?
«Sono stati effettuati e vengono tuttora effettuati servizi mirati, disposti dal Questore di Cuneo, che è l’autorità di pubblica sicurezza a livello tecnico-operativo in ambito provinciale, finalizzati alla verifica del rispetto delle normative in materia. La Polizia Stradale è stata inoltre coinvolta nella specifica attività di controllo del green pass presso le aree di servizio poste lungo la rete autostradale e nell’ambito del trasporto pubblico. Ma non solo. Assicuriamo, ancora oggi, il servizio “scorta” al trasporto dei vaccini anti Covid destinati ai vari presidi ospedalieri della provincia».
Come “scortate” i vaccini?
«I vaccini contro il coronavirus arrivano per lo smistamento presso un centro provinciale e la Polizia Stradale di Cuneo garantisce, unitamente ad altro personale della Questura, il servizio di “scorta” per la sicurezza della circolazione fino alla destinazione finale».
Quali sono invece i servizi “ordinari” che assicurate?
«Nella Granda, la rete viaria si sviluppa su circa 3.800 chilometri: la Polizia Stradale assicura servizi di vigilanza 24 ore su 24 sull’intera tratta delle due autostrade, ove ha la competenza esclusiva, nonché sulle principali arterie della viabilità ordinaria, sulle quali si distribuisce gran parte del traffico commerciale. Sulla rete stradale provinciale, nel 2021, abbiamo svolto 9mila servizi di pattuglia e, solo nello scorso anno, sono state accertate 12.200 infrazioni al “Codice della strada”, sono state ritirate 258 patenti di guida con la decurtazione di 12.256 punti e sono stati rilevati e trattati 428 incidenti (295 di questi avvenuti in autostrada). Purtroppo, si sono verificati 44 incidenti con esito mortale. Una delle attività che la Polizia Stradale assicura costantemente è pure il controllo dei veicoli commerciali che, anche in relazione alla posizione geografica di Cuneo, tra Liguria e Francia, è molto intenso. 5mila veicoli pesanti sono stati controllati nel solo 2021 per verificare, ad esempio, natura, peso e sistemazione del carico, i titoli autorizzativi e il rispetto dei tempi di guida/riposo del conducente. Per quest’ultimo accertamento abbiamo in dotazione un dispositivo che si chiama “police controller”, che ci permette l’analisi dei dati registrati dai cronotachigrafi digitali installati a bordo dei singoli veicoli».
Cosa può dirci sugli incidenti?
«428 sono gli incidenti rilevati dalla Polstrada di Cuneo nel 2021, 338 nel 2020 e 443 nel 2019. Dal confronto dei dati emerge un incremento del fenomeno infortunistico nel 2021 rispetto all’anno precedente, tuttavia il confronto non è realmente rappresentativo viste le limitazioni alla mobilità imposte dalle norme anti contagio nel 2020. Infatti, dal raffronto con i dati raccolti a livello provinciale nel 2019, non si rileva una sostanziale differenza del fenomeno infortunistico, anche se vi è stato un aumento di tre incidenti mortali, nonostante a livello nazionale si sia registrata una diminuzione del numero di vittime. In ogni caso, è importante sottolineare che la riduzione della sinistrosità è rimessa alla responsabilità di ogni persona che va in strada, dal conducente del Tir a quello del monopattino, così come il pedone, poiché oltre il 90% dei sinistri è da riferire a comportamenti umani poco virtuosi. Occorre che tutti partecipino all’accrescimento del senso di responsabilità degli utenti della strada comportandosi in modo rispettoso dell’incolumità propria e altrui».