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Matteo è già “Virale” «In questa canzone c’è tutto me stesso»

Il ragazzo di cuneo e la sua hit: «Arriviamo»

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Due milioni di visualizzazioni. Il dato digitale ci dice che per Matteo Romano si aprono prospettive entusiasmanti. “Virale” tiene fede al suo significato, la canzone che a Sanremo non è passata inosservata può brillare di luce propria anche oltre il Festival. Lo si era intuito, perché il personaggio in questione, il ragazzo cuneese che ha conquistato tutte le platee (reali e virtuali) con la pulizia del suo sorriso, promette di conquistare sempre più affetto e considerazione. Ma non c’è solo una bella immagine. La base, come si legge in queste risposte, è solida. E come molto spesso (o quasi sempre) accade, tutto comincia in famiglia. Matteo che è il terzo di tre gemelli. Lui il “gemello diverso” rispetto altri due omozigoti, lui quello attratto dalla musica e dalla cultura, studioso, gentile, ottimista. E puntualmente premiato dagli ascolti del suo ultimo disco, dopo il successo a Sanremo Giovani che gli aveva aperto le porte di questa nuova dimensione. Merito anche delle radici.

Matteo, prima di tutto ci dica qual è il rapporto che ha mantenuto con la sua città, Cuneo, e come sta cambiando alla luce del successo?
«Sono molto legato a Cuneo, non solo perché ci sono nato e cresciuto ma perché essendo una piccola città ci conosciamo tutti, c’è molto affetto. Durante il Festival ho sentito davvero il sostegno della mia città. Purtroppo, in questo periodo torno meno e forse per questo ho modo di apprezzare di più la città e gli affetti, prendo tutto meno per scontato».

In famiglia come hanno vissuto la sua esperienza a Sanremo?
«In famiglia hanno vissuto l’esperienza sanremese con molta emozione. Forse io non ho realizzato molto, ma loro hanno chiaramente vissuto con uno sguardo diverso tutto quello che è accaduto. Sono tutti molto contenti e soddisfatti di me».

Che cosa ha preso musicalmente da mamma e papà?
«Dai miei genitori ho preso i gusti, ispirazioni musicali, dei punti di riferimento. Da mio padre la parte dei cantautori (De Andrè, Battiato, Baglioni), da mia madre un occhio internazionale al rock (Metallica, Red Hot, Artic Monkeys)».

E dagli studi classici che cosa ha imparato?
«Gli studi classici penso mi abbiano veramente aperto la mente, mi hanno dato una formazione lessicale, un impianto retorico che mi sta aiutando molto nella scrittura dei brani (sicuramente mi ha aiutato a prendere consapevolezza di un metodo di scrittura, della scrittura metrica anche partendo dal greco) e anche nelle interviste».

A questo punto che cosa si porterà dietro dall’esperienza che ha vissuto? E, in particolare, dal duetto con Malika Ayane?
«Sicuramente mi porto dentro un’esperienza pazzesca, una grande consapevolezza perché aver partecipato ad un evento così importante a soli 19 anni mette le cose in prospettiva. Voglio davvero fare di questo un lavoro, costruirmi una carriera e anche Malika mi ha aiutato a capire meglio il concetto di una carriera duratura come la sua. Mi sento davvero molto cresciuto dopo questi ultimi mesi».

Che cosa si aspetta da “Virale” e quanto la rappresenta?

«Da “Virale” mi aspetto che arrivi a chi deve arrivare. Sono sicuro che arriverà alle sensibilità di più persone. La canzone sta andando veramente bene ed è un risultato pazzesco, al netto del risultato della classifica che non mi interessa più di tanto. È sicuramente un tassello del mio percorso musicale, un altro tassello. Sia da un punto di vista vocale che di scrittura “Virale” mi rappresenta molto, sono io al 100%».

Continuerà a puntare su Tik Tok?
«Continuerò a puntare sulla piattaforma e sui social in generale che sono importanti per comunicare oggi. Sono piattaforme dove si promuove musica e quindi preziosi per chi come me vuole fare musica. Negli ultimi anni i social sono diventati importanti per la comunicazione».

Sembra che la musica italiana stia vivendo un momento speciale: è così?

«Perché no? È bello vedere come si stia nuovamente dando importanza al cantautorato, quanto scrivere una canzone e interpretarla siano cose differenti, quanto esprimere la propria creatività sia importante».

Seguirà l’Eurovision?
«Certo che sì! Non vedo l’ora di tifare per l’Italia!».