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Boves, incontro con il sindaco di Elassona (Grecia) per iniziare un rapporto di amicizia e portare la pace

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Nella giornata di ieri, 17 febbraio, nel Municipio di Boves si è svolto un incontro on line tra il Comune e la municipalità di Elassona (in Tessaglia, Grecia) con l’obiettivo di intavolare un rapporto di amicizia tra le due realtà, accomunate dal fatto di essere state teatro di efferati eccidi durante il secondo conflitto mondiale.

All’incontro erano presenti il Sindaco di Elassona Nikos Gatas, la referente per i gemellaggi Ekaterini Rokkou e altri membri della municipalità greca. Per la parte italiana hanno partecipato il Sindaco Maurizio Paoletti e la Consigliera con delega ai gemellaggi Enrica Di Ielsi, oltre al Dott. Dimitrios Apostolou e alla sig.ra Ndrita Rossi con funzioni di interprete.

«Nella notte tra il 16 e 17 febbraio 1943 – dichiarano il Sindaco di Boves Paoletti e la consigliera Di Ielsi – la divisione Pinerolo, contingente delle truppe italiane di occupazione, dopo aver distrutto il villaggio di Demokon passò per le armi per rappresaglia oltre 100 civili. Questa fu una delle tante, troppe, stragi avvenute durante la Seconda Guerra mondiale per mano delle truppe italiane.

Da rappresentanti di una Città che ha versato molto sangue a causa di una rappresaglia, sentiamo il dovere morale di cospargerci il capo di cenere e chiedere scusa a tutta la comunità di Domenikon e alle famiglie che hanno vissuto questa tragedia. Durante i primi contatti avuti abbiamo riscontrato da parte loro un’ampia disponibilità ad intavolare un dialogo finalizzato a portare riconciliazione.

Oggi, in questo primo incontro ufficiale, abbiamo potuto condividere pensieri e progetti di pace da portare avanti nei prossimi anni, per stringere un rapporto di amicizia finalizzato eventualmente anche alla sottoscrizione di un gemellaggio, proposta che è stata accolta con molto entusiasmo. Un percorso speculare a quello fatto con la comunità di Schondorf Am Ammersee in Germania, per nulla facile e che interroga le nostre coscienze, ricordandoci che non sempre siamo stati vittime, ma anche carnefici. Se rispetto a Schondorf, dove le vittime eravamo noi italiani, abbiamo intrapreso un percorso di riconciliazione, in questo caso vogliamo chiedere scusa, creando sulle ceneri delle nostre comunità un cammino verso la pace e l’unione dei popoli, soprattutto a livello europeo.»