Una serata speciale ieri a Milano con una vera e propria anteprima per le nuove annate di Barolo, Barbaresco e Roero nel capoluogo milanese. Una serata speciale e anche emozionante, perché ha segnato un forte senso di ripresa e attenzione dopo un lungo periodo di difficoltà per i grandi eventi legati al vino dovuto alla pandemia.
Il miglioramento della situazione generale, il richiamo di oltre 30 cantine di Langa e Roero, le ampie sale dell’Hotel Melià, con un allestimento pensato per favorire un accesso comodo e distanziato del pubblico, sono stati il mix vincente di un evento che ha avuto un grande successo e ha rinnovato – se mai ve ne era bisogno – il gradimento sulla qualità complessiva dei viticoltori delle colline attorno ad Alba. Sempre più bravi e con molti giovani in sala a raccontare vini e segreti al pubblico, raccogliendo il testimone dei genitori.
“Siamo grati alle molte cantine che hanno voluto condividere questo evento e che hanno creduto in un progetto che Go Wine ha scelto di confermare, nel rispetto della sicurezza e visto il miglioramento della situazione epidemiologica – dicono da Go Wine. Abbiamo potuto così riprendere, dopo un anno di pausa – una tradizione che dura da 18 anni e che ci vede ogni febbraio proporre questo grande momento tutto dedicato al vitigno nebbiolo e rivolto al grande pubblico di Milano”.
Un evento che apre un tour che Go Wine promuove in Italia nei prossimi mesi e che porterà le cantine di Langa e Roero in altre tre grandi città italiane: Genova (15 marzo), Roma (19 maggio) e Bologna (24 maggio).
Il tema dell’incontro con viticoltori, dell’assaggio, del confronto sulle nuove annate con alcune comparazioni con annate anteriori ha creato dibattito e interesse fra il folto pubblico che ha partecipato all’evento e che è stato suddiviso in alcune fasce orarie, per favorire un accesso ordinato e rispettoso delle prescrizioni in corso.
Le impressioni in sala sono state molteplici: tra tutte spicca la freschezza e piacevolezza dell’annata 2018 del Barolo, rispetto anche a una 2017 più calda e austera, aspetto che permette di collocare la nuova annata in linea con le ultime tendenze del mercato. Preziosa la possibilità di conversare e confrontare cantine di zone diverse, ognuna con il proprio terroir, la propria esposizione e filosofia produttiva, che si esprimono nel calice.
Maida Mercuri, anima del ristorante al Pont de Ferr ai Navigli coglie bene lo spirito dell’evento: “questa degustazione serve per aprire la mente, perché non c’è come assaggiare due nuove annate per capire quanto conta il terroir, l’esposizione e la mano dell’uomo. Questo tipo di evento ti fa capire quanto il vino sia complesso. La 2017 in alcuni casi, in base all’esposizione, è stata un po’ penalizzante, l’annata 2018 del Barolo invece secondo me vince su tutto. Ma aldilà di questo: quanto ti apre la mente una degustazione simile! Si può parlare veramente con chi lavora in vigna, approfondire. Ed è una ricchezza che ti porti a casa”.
Due masterclass in altra sala dell’Hotel Melià hanno affiancato il programma del banco d’assaggio. Sono state condotte per Go Wine da Gianni Fabrizio, giornalista e curatore della Guida ai Vini de Il Gambero Rosso: “la 2018 è stata un’annata anche un po’ piovosa, difficile, ma i risultati sono molto buoni: il nebbiolo, forse tra tutti i vitigni di Langa, è quello che ha saputo trovare delle ottime soluzioni anche nel 2018. Pensando al 2016 per la Riserva, direi due belle annate con una 2018 da godere anche giovane, e una 2016 che sarà un’annata di lungo invecchiamento, ma già buona da bere oggi. Per quanto riguarda il Barbaresco e il Roero, il 2019 è una bella annata di equilibrio, molto piacevole da giovane ma anche in grado di invecchiare”.
Si è respirato in sala un senso di entusiasmo e fiducia; l’augurio è che possa di essere di buon auspicio. “Le lunghe chiusure legate alla pandemia hanno portato anche una rinnovata attenzione di tante cantine verso il pubblico italiano e viceversa – rammentano da Go Wine. Una sensazione che è stata più volte richiamata in tanti territori del vino e che si è avvertita anche nelle Langhe e nel Roero. Ora confidiamo che il 2022 possa essere l’anno di una ripresa piena e alcuni buoni numeri possano consolidarsi in termini di consumo del vino e di presenze enoturistiche.
Ecco l’elenco di tutte le cantine protagoniste dell’evento: da segnalare la presenza in sala dell’associazione Albugnano 549, Vignaioli Albugnano doc, ospite speciale dell’evento. 8 cantine hanno raccontato vigne e vocazione del nebbiolo in provincia di Asti, in un territorio di appena 4 Comuni, con una denominazione d’origine che si sta affermando e che ha arricchito l’offerta della serata,
ABRIGO GIOVANNI – Diano d’Alba, ALARIO CLAUDIO – Diano d’Alba, BOASSO – Serralunga d’Alba
BOGLIETTI ENZO – La Morra, BOLMIDA SILVANO – Monforte d’Alba, BRIC CASTELVEJ – Canale
BRIC CENCIURIO – Barolo, BROCCARDO – Monforte d’Alba, CASCINA ALBERTA – Treiso,
CASCINA CA’ ROSSA – Canale, CULASSO PIERCARLO – Barbaresco, DOSIO – La Morra,
GIGI ROSSO – Castiglione Falletto, L’’ASTEMIA PENTITA – Barolo, LUZI DONADEI – Clavesana
MONTALBERA – Castagnole Monferrato, DIEGO MORRA – Verduno, NADA GIUSEPPE – Treiso,
NEGRO ANGELO E FIGLI – Monteu Roero, CANTINA PALLADINO – Serralunga d’Alba,
PIAZZO COMM. ARMANDO – Alba, PODERI MORETTI – Monteu Roero, SAN BIAGIO – La Morra,
SORDO GIOVANNI – Castiglione Falletto, TENUTA SAN MAURO – Castagnole delle Lanze,
G.D. VAJRA – Barolo, VIETTI – Castiglione Falletto, VOERZIO MARTINI – La Morra.
Con la partecipazione, quale ospite speciale, di ALBUGNANO 549 Vignaioli Albugnano Doc
Hanno “concluso” la degustazione i prodotti della DISTILLERIA SIBONA – Piobesi d’Alba, con un Vermouth a base nebbiolo, il Barolo Chinato e le selezioni di Grappe.
cs