“A quelli che sono rimasti, a quelli che se ne sono andati, a quelli che si sono persi”. Con questa dedica Kenneth Branagh conclude “Belfast”, il suo ultimo film, fiore all’occhiello della sua carriera da regista. Questo “amarcord”, intimo omaggio alla sua città natale, è volutamente girato in bianco e nero, così che lo spettatore si immerga più facilmente nelle memorie dolci e amare di un bambino vissuto nella capitale d’Irlanda al tempo dei “Troubles” (gli scontri nordirlandesi iniziati nel ’68 e conclusi nel ’98).
La fine degli anni ’60 è stata un periodo di rivoluzioni per tutti i Paesi e l’Irlanda non fa eccezione. La Belfast del 1969 è invasa da gruppi di combattimento, nelle vie della città imperversano scontri religiosi tra protestanti e cristiani e l’odio cresce a dismisura nella popolazione. Ma non tutti condividono l’idea della violenza. Buddy è un bambino che vive in un quartiere misto con la mamma, il fratello maggiore e i nonni; il papà lavora come carpentiere a Londra e torna a casa ogni quindici giorni. La famiglia protestante vive spalla a spalla con altri nuclei, cristiani e non; loro sono amici, vicini di casa, compagni di scuola. Più volte i violenti provano a coinvolgerli nella guerriglia, ma la famiglia di Buddy è pacifica e non cede alle lusinghe dei militanti. La voglia di emigrare è forte, ma come lasciare quei nonni dolci e saggi che riserbano sempre parole d’amore? Come lasciare la bambina bionda del banco in prima fila? Come lasciare l’amata Balfast, città del cuore?
Questo piccolo gioiello cinematografico uscirà nelle sale oggi, giovedì 24 febbraio e vede un punto di forza nel suo cast: Judi Dench (“Chocolat”, “Orgoglio e pregiudizio”), Jamie Dornan (“50 sfumature di grigio”) e Ciarán Hinds (“Il petroliere”, “Harry Potter e i doni della morte”). Ha ricevuto sette nomination agli Oscar e sei ai Bafta, oltre ad essere stato premiato ai Golden Globe, al Roma e al Toront Film Festival.
A casa di Branagh
“Belfast” è il film più intimo del regista e attore nordirlandese tra gli affetti e i “Troubles”