Qualche anno fa parlare di domotica era come parlare degli alieni, un argomento poco conosciuto e percepito come troppo lontano dalla realtà. A cambiare totalmente le carte in tavola è stata la pandemia che, oltre a stravolgere la vita di tutto il mondo, ha stravolto anche il modo con cui gli italiani interpretano la tecnologia e il suo utilizzo nelle abitazioni. Lo conferma lo studio smart home dell’Osservatorio Internet of Things della School of Management del Politecnico di Milano: in Italia il mercato della smart home ha raggiunto nel 2021 il valore di 650 milioni di euro, in crescita del 29 per cento rispetto al 2020.
La causa di questo cambiamento è da collegare non solo a necessità dettate dalla didattica online e dalla modalità di lavoro in smart working, ma anche dal desiderio di rendere la propria casa sempre più connessa. Se qualche anno fa la connessione wifi era soltanto un “accessorio” nelle case degli italiani, nel 2021 connettività e rete fissa sono diventati elementi fondamentali ed immancabili per il 54 per cento della popolazione. Il Covid ha costretto moltissimi neofiti della tecnologia a prendere confidenza con dispositivi tecnologici: basta pensare alle videochiamate di lavoro, alla didattica a distanza oppure alla digitalizzazione dei servizi sanitari, senza contare quanto sono aumentati gli acquisti effettuati su e-commerce e negozi online. Così il concetto di smart home è sempre più conosciuto dagli italiani: il 74 per cento dei consumatori ne ha sentito parlare almeno una volta e il 46 per cento possiede in casa almeno un oggetto smart, dato in costante crescita rispetto ai tre anni precedenti. Dai robot aspirapolvere ai purificatori d’aria è boom di vendite per alcune tipologie di elettrodomestici, che guidano il mercato con una quota pari al 21 per cento e un tasso di crescita del 35 per cento.
Ma l’area che cresce di più è quella rappresentata da caldaie, termostati e condizionatori connessi per la gestione del riscaldamento e della climatizzazione (+45 per cento sul 2019), favorita in particolare dalla vendita di numerose caldaie connesse, spesso abbinate ai termostati smart, che beneficiano di incentivi Superbonus. Questo perché i vari lockdown hanno permesso una riscoperta della casa come luogo in grado di produrre benessere, anche grazie all’aiuto della tecnologia.
In forte ripresa, poi, le soluzioni per la sicurezza (+20 per cento): un mercato trainato da videocamere, sensori per porte o finestre e serrature connesse in rete. Con una casa intelligente (che si avvale dell’intelligenza artificiale per la gestione di gran parte dell’abitazione) non solo viene facilitata e organizzata al meglio la vita tra le mura domestiche, favorendo così una sensazione di benessere riducendo lo stress, ma è possibile anche risparmiare notevolmente sui consumi, aspetto decisamente fondamentale di questi tempi.
Articolo a cura di Antonella Torra