È stato un nuovo debutto per “L’anello forte” alla Sala Umberto di Roma. Dopo l’interruzione forzata a solo due repliche dalla prima, quel 2 marzo di due anni fa, finalmente si torna in scena. E sono molte le piazze previste in Piemonte e nella Granda. Ma non può che essere così, visto che in gioco c’è uno spettacolo molto radicato in provincia. E che, come tutte le opere ben radicate, è in grado di salire in superficie per rivolgersi a tutti. Si tratta, infatti, di una messa in scena, selettiva e ragionata, delle interviste fatte da Nuto Revelli alle donne di Langa, ovvero l’anello forte di una società arcaica che cominciava a emanciparsi prendendo un po’ alla volta coscienza di sé. L’idea di farne una versione teatrale, nel 2019, cioè a cento anni dalla nascita di Nuto, è stata di Anna Di Francisca, drammaturga e regista, a cui si deve anche la difficile scelta di selezionare le dieci figure da portare in scena, tra le 300. Donne diverse per età, provenienza e ovviamente carattere, affidate all’interpretazione di Laura Curino e di Lucia Vasini, attrici squisitamente “engagée” alle quali dobbiamo lavori importanti, seri e faceti, ma che hanno lasciato un segno forte nella nostra memoria, e che per la prima volta si trovano a condividere la scena. Lo spettacolo si vale delle musiche originali di Paolo Perna e delle scene e dei costumi di Beatrice Scarpato ed è prodotto da Il contato del Canavese/Teatro Giacosa di Ivrea e dal Teatro Stabile di Torino.