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Il super alter ego

Drusilla Foer splende di luce propria mentre di Gianluca Gori, l’attore fiorentino che l’ha creata, non si sa quasi nulla. segno che il suo ambizioso progetto ha avuto successo. a sanremo ha conquistato una popolarità improvvisa ed efficace: presto la rivedremo su Rai 1

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Sanremo l’ha rivelata al grande pubblico, le ha regalato una popolarità improvvisa, difatti è stata appena svelata la partecipazione a un nuovo show su Rai 1. Drusilla Foer, in realtà, al successo era già arrivata: di nicchia, però radicato, consacrato dai social, sbocciato a Firenze ed esportato nel Paese da uno spettacolo teatrale – “Eleganzissima” -, da una parte in un film di Ozpetek e da una partecipazione al Costanzo Show. Il Festival ha solo amplificato consensi e critiche già diffusi, confermato il fascino di una figura enigmatica ma anche le contraddizioni vissute e le divisioni generate. Drusilla è Gianluca Gori, attore fiorentino di 54 anni, ma non è solo un personaggio, una maschera indossata, un travestimento di scena. Piuttosto è un alter ego, soggetto dotato di vita propria, difatti non inchiodata a un palcoscenico, ma con una biografia che è inventata eppure sembra vera. Drusilla nasce in una famiglia della Siena bene e cresce a Cuba dove il papà diplomatico lavora. Da grande si trasferisce a New York, apre un negozio di abiti vintage che diventa ricettacolo di intellettuali e artisti, stringe amicizia con Tina Turner, sposa un ex pugile del Texas, arrogante e traditore. Dopo il divorzio trasloca in Belgio e si risposa con Hervé Foer, discendente dei Dufoer, ma rimane vedova e sceglie di tornare a Firenze dove tuttora vive, senza più cercare l’amore, in una grande casa con la governante Ornella. Il carattere è ben tratteggiato da un direttore di rete che l’immagina in prima serata: «Drusilla può accompagnare gli italiani con raffinatezza, intelligenza e ironia». E la sua storia, fin dalle prime apparizioni su YouTube, è costellata di consigli, aforismi e aneddoti che grondano le qualità descritte: ha dissacrato salotti, demolito luoghi comuni, graffiato vip, urlato idee, difeso scelte, messo a nudo malcostumi: sceglie abiti bellissimi e ignora la moda a buon mercato ma assolve gli immigrati che vendono per strada false griffe, ricordando come i prezzi degli originali in boutique siano esageratissimi rispetto ai costi di produzione. È bandiera, ma non bandiera gay, Lgbt come qualcuno sogghigna: meglio, lo è, ma lo è pure dei diritti delle donne e della sicurezza sul lavoro, è bandiera di tutto ciò che pensa e ancora di più adesso che ha maggior successo; si arroga il diritto di rifiutare un vernissage senza per questo essere considerata morta o accusata di volersi nascondere. Non s’inalbera quando la Zanicchi, allusiva, dice che ha qualcosa più di lei ma replica con un sorriso: «Sì, sono colta». «Drusilla ha qualche vanità da attempata – spiegò in un’intervista l’uomo che l’ha creata – È una persona pura, senza pregiudizi, che va dritta al cuore della gente». E confidò: «Mi piace pensare che questa signora possa essere creduta, vivere per sé. So che è un progetto ambizioso, ma io non vorrei apparire mai, lo spazio è suo». Ci è riuscito, difatti di lei si sa tutto e di Gianluca pochissimo. Giusto che ha studiato nella sua Firenze all’istituto d’arte, lavora come attore e fotografo e cantante, vive di teatro finché nel 2012 arriva in tv nella trasmissione The Show Must Go Off di Serena Dandini portando proprio il personaggio di Drusilla, all’epoca però Drusilla Gori, felicissimo, quindi, di non aver mostrato il suo volto maschile a Sanremo come pretendeva qualcuno stigmatizzando il travestimento. Dimenticando che non c’è traccia di volgarità, ignorando la storia del teatro, dove fino a non molto tempo fa non c’erano attrici ed erano maschi a interpretare ruoli femminili, non comprendendo – cosa più grave – che davanti a verità, denunce e idee profonde non contano i costumi indossati ma le riflessioni suggerite.