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«La mia Alba vista con gli occhi del vigile urbano»

Il comandante della Polizia Municipale albese Antonio Di Ciancia fa il bilancio di 35 anni di attività

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Quello in corso è un anno speciale per Antonio Di Ciancia: festeggia i 35 anni di carriera con indosso la divisa della Polizia Mu­nicipale albese. E lo fa con il grado di comandante, ruolo che gli è stato affidato nel 2008. «Ho iniziato a lavorare in Comune come agente di Po­lizia Municipale a 22 anni», ci racconta, «Prima avevo frequentato il corso regionale di formazione che si era svolto nella sede di Apro». Da lì è partita una storia di fedeltà alla città e ai suoi abitanti che prosegue ancora og­gi, con la stessa vivacità.

Di Ciancia, quella per la divisa della Polizia Municipale è stata una vocazione?

«Non esattamente. Mia madre era una bracciante agricola, così come mio padre, che purtroppo morì quando avevo appena 10 anni. Vivevamo a Piobesi. Mia sorella lavorava in Posta: un’amica impiegata presso il Comune di Alba le disse che da lì a poco sarebbe stato indetto un concorso per un posto da vigile urbano. Me lo disse e pensammo che si potesse trattare di una buona opportunità: io, diplomato in Ra­gioneria, sarei potuto di­ven­tare dipendente comunale con un ruolo anche operativo. L’alternativa era cercare im­piego come contabile in una delle tante aziende del posto».

Alla fine decise di presentarsi a quel concorso…

«Sì. Decisivo fu l’incontro con quello che sarebbe poi diventato un mio caro collega, il vigile urbano Edmondo Con­tu. Mi aiutò a prepararmi per il concorso. In quelle lezioni riuscì a trasmettermi tutta la sua passione per la Polizia Muni­ci­pale. Mi contagiò».

Come furono gli inizi?
«Avevo 22 anni quando in­dossai per la prima volta la divisa. Il Corpo della Polizia Municipale era formato da 25 agenti. Si svolgevano molti servizi a piedi, si vigilava so­prattutto il concentrico. Poi la città è cresciuta, a ogni livello, in maniera esponenziale… Si pensi che oggi, ogni giorno, sono più di 105mila i veicoli che si muovono da e per Alba».

Come descriverebbe la città?

«È una città, come Torino, dal carattere sabaudo, ma con lo spirito un po’ lombardo. Quello che capita a Milano, in fatto di imprenditoria, design, innovazione, si verifica anche ad Alba. La nostra realtà è caratterizzata da un contesto economico unico. Non è solo per la Ferrero o per il settore enologico: ci sono tante piccole e medie aziende che sono leader nei rispettivi settori. Pensiamo poi al turismo: dai sei o sette affittacamere e cinque alberghi di una decina di anni fa, siamo passati a oltre 200 tra bar e ristoranti e a strutture ricettive diffuse capaci di assicurare, da sole, oltre 400 posti letto. Hanno giocato un ruolo chiave gli investimenti per le Olimpiadi di Torino 2006 e pure, negli ultimi anni, il riconoscimento Unesco».

Tutto ciò come si è riflettuto sulla vostra attività?

«Si sono moltiplicati gli impegni e operiamo in sempre più ambiti. Siamo chiamati a vigilare e monitorare l’intero territorio, ad assicurare servizi di Polizia di prossimità non solo ai residenti, ma anche ai turisti o a chi è qui per motivi di lavoro. Ci occupiamo poi del­le questioni che riguardano le attività commerciali, gestiamo, in collaborazione con gli enti preposti, problematiche di carattere sociale, lavoriamo nell’ambito della prevenzione (anche per contrastare il fenomeno dell’uso di droghe e alcol), prestiamo servizio in occasione dei mercati e dei grandi eventi, oltre a presidiare le aree che circondano le scuole cittadine. Tutto ciò conferma quello che affermavo prima, ovvero che Alba è una realtà particolarmente viva, che corre molto veloce. E gli attuali 22 agenti non sempre sono sufficienti…».

Il momento più complicato nel suo mandato?
«Sono principalmente due: l’alluvione del 1994 e la scomparsa del dottor Pietro Ferrero e del padre, il signor Michele. Si è trattato di mo­menti particolarmente tristi e difficili per la nostra città, di fronte ai quali la cittadinanza ha risposto con dignità, compostezza ed emozione, mo­strando un senso di coesione davvero unico».

Il sogno nel cassetto?

«Da tempo stiamo lavorando alla nuova centrale operativa, che dovrebbe entrare in funzione nel giro di qualche settimana. Sarà, come in passato, al piano terra del Municipio e si presenterà come una struttura estremamente all’avanguardia. Il suo posizionamento consentirà un comodo accesso da parte della cittadinanza che, peraltro, dallo stesso ingresso, potrà accedere all’Ufficio Passa­porti della Polizia. E poi, in questo mo­do, si potrà presidiare meglio l’entrata del Muni­cipio. La nuova centrale sarà dotata anche di una sala di gestione dell’articolato si­stema di vi­deo­sorve­glian­za attivo in cit­tà. Insomma, tanti strumenti in più che ci aiuteranno ad accrescere, sul fronte della si­curezza, la qualità della vita di chi vive ad Alba o di chi la frequenta».