La riqualificazione del complesso abbaziale e del borgo rurale di Staffarda (frazione nel comune di Revello), inserita nell’ambito della partecipazione al Bando Regione Piemonte (a cui sono stati destinati complessivamente 750mila euro) per la valorizzazione del Distretto Unesco piemontese, è partita il 12 novembre con i lavori di restauro e risanamento conservativo delle coperture del complesso abbaziale. I 559.709 euro impiegati sono cofinanziati con le risorse del Fondo di Sviluppo e Coesione. «I restauri», sottolinea Marta Fusi, dirigente della Fondazione Ordine Mauriziano (Fom), «rappresentano solo il primo passo di un progetto più ampio per il rilancio e la valorizzazione dell’intero complesso che comprende sia la parte aulica sia la parte rurale di un simbolo del territorio cuneese e piemontese ed esempio del patrimonio della Fondazione Ordine Mauriziano dal grande valore identitario e culturale da tutelare e riscoprire».
Il progetto di riqualificazione prevede la messa in sicurezza di una grande parte delle coperture del complesso abbaziale, a cominciare dalla manica su piazza Roma (quella sovrastante, tra l’altro, la biglietteria e il bar “Il sigillo”), che nel tempo aveva evidenziato problematiche anche di natura strutturale.
Verranno sostituite quindi alcune travi dell’orditura principale portante nell’area dell’“ex granaio”, ormai giunte alla fine della vita utile, e sarà realizzata una cordolatura di collegamento di tutte le capriate, per rendere meno sensibile, nel futuro, l’intera orditura a fenomeni di sbandamento. L’intervento di risanamento conservativo interessa inoltre l’intera copertura della chiesa abbaziale, la totalità dei tetti del chiostro (compresa la parte in “lose” di pietra) e alcuni fabbricati accessori.
«I limiti economici del finanziamento», precisa Luigi Valdemarin, architetto di Fom, «purtroppo non permettono di dare una risposta esaustiva a tutte le criticità rilevate; tuttavia, le risorse potranno garantire la conservazione del complesso architettonico e innescare un processo capace di portare, nel prossimo futuro, a recuperare anche altre porzioni del complesso abbaziale, al fine anche di ampliare l’attuale percorso museale».
Il rifacimento dei manti di copertura, secondo gli accordi intercorsi tra Soprintendenza e uffici Fom, non comporterà variazioni significative dal punto di vista dell’impatto estetico. Una particolare attenzione è stata prestata anche al tema del rispetto dell’ambiente, con l’adozione di particolari accorgimenti volti alla tutela dei chirotteri, che ormai fanno parte integrante dell’ambiente storico dell’abbazia. A questo proposito, i progettisti, in accordo con l’Ente Parco del Monviso, hanno prescritto l’utilizzo di impregnanti e vernici per le strutture lignee esenti da componenti ritenute tossiche per le specie animali presenti nella zona, oltre che ovviamente per l’uomo.
Fondato tra il 1122 e il 1138 nel territorio del Marchesato di Saluzzo, il complesso abbaziale si evidenzia per la chiesa, con il polittico di Pascale Oddone e il gruppo ligneo cinquecentesco della Crocifissione, il chiostro, il refettorio, con tracce del dipinto raffigurante “L’ultima cena”, la sala capitolare e la foresteria.
Un’autentica perla pronta a risplendere
Con i lavori di restauro delle coperture, è partito il progetto di valorizzazione dell’Abbazia di Staffarda