Soffiano forte i venti di guerra anche sulla nostra economia, trascinando in continuo rialzo le materie prime, tra cui quelle alimentari. Le quotazioni del grano, di cui sia Ucraina che Russia sono grandi produttori ed esportatori, sono balzate in quest’ultima settimana di circa il 13%, mentre mais e soia hanno fatto segnare incrementi fino a punte del 29%.
Complessivamente, nell’ultimo anno la farina di grano ha fatto registrare un aumento addirittura del 60%. Un’emergenza mondiale che incide pesantemente sul nostro Paese, importatore per il 64% del proprio fabbisogno di grano per la produzione di pane e biscotti e per il 53% del mais di cui ha bisogno per l’alimentazione del bestiame.
Una situazione preoccupante, che porta la sua eco anche a livello locale. In provincia di Cuneo ad essere in allarme sono quasi un migliaio di imprese artigiane che operano nel settore dell’arte bianca.
«Questa corsa frenetica agli aumenti delle farine, – sottolinea Sara Origlia, rappresentante provinciale del settore pasticceria di Confartigianato Imprese Cuneo – insieme al caro-energia e ai rincari di altri ingredienti già avvenuti nei mesi scorsi, costringe le nostre imprese a ritoccare le tariffe dei prodotti, con nuove difficoltà di mercato. Il grano tenero, utilizzato prevalentemente in pasticceria, sta raggiungendo quotazioni mai viste prima, con in più il rischio di non riuscire a reperirlo a causa del conflitto russo-ucraino. Dopo due lunghi anni di pandemia, durante i quali le attività legate alle cerimonie e ai grandi eventi si erano pressoché azzerate, ora che dovremmo guardare alla ripartenza, rischiamo invece di sprofondare nuovamente nella crisi».
A soffrire oggi non è soltanto il settore pasticceria. I rincari delle farine stanno creando un vero e proprio terremoto per l’intero mercato alimentare. Le imprese di panificazione, ad esempio, non riescono più ad assorbire questa fluttuazione verso l’alto dei prezzi e si ritrovano costretti ad aumentare a loro volta il costo del pane e dei derivati.
«È un gatto che si morde la coda – sottolinea Luca Crosetto, presidente di Confartigianato Imprese Cuneo – con dei risvolti purtroppo preoccupanti. Tanti laboratori di arte bianca, fiori all’occhiello del nostro made in Italy, con questo trend rischiano di non farcela. Occorre urgentemente un segnale “istituzionale” che punti a calmierare gli aumenti. È doveroso da parte del nostro Paese tutelare questo settore artigianale che rappresenta nel mondo una valida testimonianza della nostra illustre tradizione alimentare».
c.s.