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La prima donna con una laurea era di Cherasco

Ricordiamo la figura di Benedetta Clotilde Lunelli, scrittrice e musa: per lei pure una linea di profumi

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È stata la prima donna laureata in Piemonte e, come riportano alcune fonti, la seconda al mondo. Una figura attuale, specie in vista delle celebrazioni dell’8 marzo.

Parliamo di Benedetta Clotilde Lunelli, nata il 6 ottobre del 1700 a Cherasco dal conte Giovanni Francesco Lunelli (Lunel) di Cortemilia e da Maria Teresa Tapparelli di Lagnasco. Lunelli apparteneva a un’antica famiglia della nobiltà civile di Cherasco, entrata nella feudalità sabauda solo nella generazione precedente con suo padre, Ottavio, un avvocato che aveva ottenuto nel 1659 parte del feudo di Cortemilia come dote della moglie, Anna Paola Scarampi del Cairo e ne era stato investito nel 1661 con il titolo di vassallo. La madre proveniva, invece, da una delle più antiche famiglie della feudalità del Piemonte meridionale.

Spronata all’apprendimento dalla duchessa Maria Giovanna Battista di Savoia-Nemours vedova di Carlo Emanuele II, che aveva conosciuto nel 1706, studiò con un frate che insegnava nella cittadina, Arcangelo Motta; imparò il francese, il greco e il latino. Il 22 novembre 1714, a soli 14 anni, sostenne l’esame conclusivo dell’iter studiorum di filosofia. Discusse in latino ventitré tesi di metafisica, fisica e logica e conseguì il titolo di doctor artium; lo stesso anno furono pubblicati a Torino i capi della dissertazione (Philosophia peripatetica). Una vera rarità per l’epoca, in cui il tasso di analfabetismo era altissimo tra gli uomini e soprattutto tra le donne. A questa grande studiosa sono state dedicate vie e piazze sia a Cherasco, dove nacque, che a Cortemilia, cittadina di origine della famiglia. Alla filosofa e poetessa cuneese si è ispirata anche Stefania Rossi, chimica, farmacista smell designer e creatrice olfattiva, che le ha dedicato una fragranza dell’Acqua di Cherasco, collezione per ambiente.
Brunella fu celebrata pure da numerosi tributi e odi di intellettuali piemontesi dell’epoca. E la protezione regale le fruttò l’aggregazione a diverse accademie italiane, spesso con il pretesto della pubblicazione delle sue opere: in occasione dell’uscita di Ozio villereccio (Torino 1716) entrò – primo membro di sesso femminile e con il nome di Protetta – nell’Accademia dei Candidati di Torino.

Le sue opere raccontano la sua vita ma sono anche cronaca degli avvenimenti dell’epoca e di quel particolare contesto culturale. “Le ninfe Dafne e Amarilli” celebrano, illustrandole, le imprese militari di Eugenio di Savoia contro i Francesi, sfociate nella vittoria sabauda del 1706. E, al contrario degli scritti femminili del tempo, il lavoro contiene continui riferimenti a eventi militari, detenendo un effettivo primato cronologico in qualità di prima produzione letteraria femminile di argomento bellico.

“Le Primizie del Parnaso” (Torino 1719) sancirono il definitivo passaggio di Brunella dalla filosofia alla poesia, come lei stessa affermò nella dedica dell’opera. La raccolta poetica le aprì, fra l’’altro, le porte dell’Accademia degli Innominati di Bra, dove entrò con il nome di Ricoverata.

Il 24 settembre 1722 Brunella sposò per procura il marchese Girolamo Spinola, portando in dote un patrimonio considerevole. In seguito impiegò spesso il doppio cognome. Trasferitasi stabilmente a Savona, città del marito, continuò i propri studi nonostante i tanti impegni famigliari: ebbe sei figli: Francesco Maria, primogenito ed erede del titolo, Giuseppe, Remigio, Felice, Luigi e Anna Vittoria. E, dopo la morte del marito, nel 1738, si occupò di gestire il patrimonio familiare.

Sono probabilmente da far risalire agli anni Venti del Settecento due interessanti componimenti celebrativi: i sonetti “Angiola di costumi, e nome ancora” e “Dammi musa canora aurato stile”, quest’ultimo acrostico, scritti in occasione della morte della monaca Angela (in religione Paola Teresa) de Lunell nel 1723. Si conservano due lettere in francese, del 2 aprile e del 4 giugno 1727, inviate dalla poetessa al padre, da Savona e da Carcare. Nel 1736 pubblicò a Genova una corona poetica in onore del vescovo di Savona Agostino Spinola. Nel 1742 Brunella, quale accademica sabazia, dedicò un sonetto a Laura Molza Viale «per l’eccelso merito dell’illustrissima signora», moglie del governatore di Savona P. Viale, autorità «singolare e giustissima». Segue un vuoto documentario di parecchi anni. Il 6 gennaio 1751 la poetessa intervenne a una solenne adunanza di “sabati” a palazzo Gavotti, recitando sonetti, odi, idilli, egloghe in latino e italiano; nel 1756 prese parte alle celebrazioni per la nomina a vescovo di Savona di Ottavio Maria De Mari. L’ultima attestazione della sua attività poetica nell’ambito dell’Accademia Sabazia è quella relativa alla partecipazione, con un figlio, a una raccolta di “applausi” dedicati al doge di Genova, Francesco Maria Della Rovere, nel 1766. Benedetta Clotilde Lunelli morì a Savona nel 1774.

BaNNER
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