Home Articoli Rivista Idea «Sviluppiamo l’“io calcistico” dei campioni di domani»

«Sviluppiamo l’“io calcistico” dei campioni di domani»

mister francesco leotta: «mescoliamo gioco, tattica e nozioni basiche del pallone»

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Nel ventaglio delle squadre che compongono il “mosaico” dell’Ac Cuneo 1905 Olmo, i Piccoli Amici del 2015 rivestono un ruolo da sottolineare: pur essendo una categoria in cui l’aspetto ludico, giustamente, è essenziale, rappresenta anche il primissimo mo­mento in cui i futuri atleti biancorossi, prendono coscienza del proprio “io calcistico”, mescolando al gioco, anche le basilari nozioni. Ruoli, movimenti, situazioni di difesa ed attacco, insomma, una tappa cruciale nella formazione sportiva, affidata in questa stagione ad un poker di istruttori: Fran­cesco Leotta, Luca Lamberti, Renado Bora e Diletta Di Girolamo.

Mister Leotta, a soli 25 anni è nel pieno di una carriera co­me allenatore, al servizio dei più piccoli. Come è scattata la scintilla?

«Dopo la trafila nei settori giovanili di Olmo e Valverme­nagna, una serie di problemi fisici mi hanno impedito di continuare a giocare. Ho preferito perciò smettere, piuttosto che proseguire con la paura degli infortuni. 5 anni fa, il responsabile del vivaio dell’Olmo Roby Viviani mi contattò per entrare a far parte dello staff che, ai tempi, guidava i classe 2008: per me è stata una grande occasione per rimanere “dentro” il mondo del calcio».

Difficile e stimolante, immaginiamo…

«Ho dovuto imparare un sacco di cose anche perché, me ne sono reso conto con il passare del tempo, sono cambiati e si sono perfezionati i metodi di allenamento rispetto a quando ero io un piccolo calciatore: ora, si pone l’attenzione sulla metodologia di lavoro e, soprattutto, sulla psicologia dei bambini. Fortunatamente ho avuto l’occasione di formarmi con i tanti allenatori che ho affiancato».

Su quali aspetti si fonda il rapporto fra istruttori e bambini?
«Il modo di allenare è molto giocherellone, prevale l’aspetto ludico: fondamentale è costruire con i bimbi un rapporto simile a quello con un amico di età più grande, trovando il punto di equilibrio fra il non comandare e l’essere troppo leggeri, consolidando fiducia e stima reciproca».

Come valuta il lavoro svolto finora con i Piccoli Amici 2015?
«Innanzitutto ci tengo a sottolineare il bellissimo rapporto che si è venuto a costruire con i bimbi, i quali ci sono sempre tutti o quasi agli allenamenti: possiamo contare su un gruppo di 23 piccoli calciatori e, di solito, non siamo mai meno di 20, fattore non scontato considerando anche l’età. Essere di più aiuta a migliorarsi, non tanto perché gli allenatori possano creare campioni, ma per stimolare chi è bravo a fare di più, e chi è più indietro a dare il massimo. Rispetto al primo anno della categoria Piccoli Amici, iniziamo ad insegnare la tecnica individuale, i percorsi, come muoversi nello spazio, gli esercizi per mobilità e coordinazione. E poi tanta corsa, con cui si divertono e svagano. Infine, iniziamo a metterli in campo, permettendo a tutti di scegliersi il ruolo che preferiscono».

L’Ac Cuneo 1905 Olmo è Scuola Calcio Juventus: che legame si è instaurato con il mondo bianconero?

«Molto intenso: i membri dello staff, ogni 2-3 settimane, ci raggiungono ai campi de La Torretta, per seguire i nostri allenamenti, dandoci consigli ed osservazioni al termine. Per loro, è fondamentale l’interazione con il piccolo atleta, usando il metodo induttivo, nell’organizzazione e spiegazione degli esercizi, senza tempi morti. L’obiettivo finale resta sempre uno: la felicità dei bambini. E senza dubbio, per noi istruttori e per la società, essere Scuola Calcio Juventus è una grande opportunità di crescita».

Ac Cuneo 1905 Olmo: un progetto che sta funzionando, anche a livello giovanile?

«Unire le forze in un periodo, complicato, come quello che stiamo vivendo, è stato importante. La sensazione che provo, anche quando partecipo alle riunioni fra allenatori e dirigenza, è di far parte di un ambiente sano, caratterizzato da forte umanità e nel quale non ci sono pressioni, specialmente nelle categorie giovanili. Se l’ambiente è positivo ed i rapporti al suo interno sono di collaborazione ed armonia, i bambini ed i ragazzi sono i primi a percepirlo ed a trarne beneficio».