Il Castello di Govone riparte con “Tulipani a Corte” e altre grandi novità

Dalla riscoperta dei tempi della nobiltà, passando per un “corto” su Cesare Lombroso, alla nuova mostra fotografica di Carlo Avataneo

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Riapre le porte, il Castello reale di Govone: e lo fa domenica 27 marzo, in una giornata speciale in cui prenderà forma il ritorno della popolare manifestazione “Tulipani a Corte”. Si tratterà dell’esplosione di un vero e proprio spettacolo della natura: la fioritura della varietà spontanea Tulipa oculus solis praecox Ten, da tempo in via di estinzione ma protetta da una legge regionale, che nel parco storico del castello ha trovato il suo habitat naturale.
Una storia antica accompagna il misterioso bulbo, originario del lontano Oriente e considerato un portafortuna.

Chiamato “tulban” o “tiirban” dalle orde turche, forse perché i suoi tepali ricordavano le pieghe del loro caratteristico copricapo, conquistò a poco a poco l’intero Occidente, insediandosi specialmente in Olanda. La giornata rappresenta anche una sorta di festa d’inizio della primavera, che inaugura la nuova stagione di eventi culturali, musicali e artistici.

Oltre all’apertura delle visite al maniero sabaudo e alla cappella reale, proprio qui alle 17.30 avrà luogo l’inaugurazione della mostra fotografica di Carlo Avataneo dal titolo “RoEro” nell’ambito del percorso “Govone Art”. Ci sarà anche modo, alle 14.30, di prendere parte alla visita dei quattro nuovi percorsi naturalistici del paese roerino: ritrovo sul piazzale antistante il castello, con prenotazione gradita all’indirizzo [email protected]. L’intera kermesse sarà curata dal Centro di promozione culturale “Govone e il Castello”, in collaborazione con l’Associazione “Govone Residenza Sabauda” e il Comune.

Intanto c’è anche il Castello di Govone, tra i set scelti per la produzione del cortometraggio di “Larvae”: la nuova opera del regista Alessandro Rota, qui anche nelle vesti di produttore insieme a Francesco Cerrato e Fabrizio Nastasi per Officine Ianós e Reddress. Il film, in lingua inglese e della durata di circa mezz’ora, pone al centro della narrazione il personaggio di Cesare Lombroso e il suo approccio allo Spiritismo. E’ dunque la storia dell’accademico e padre fondatore dell’antropologia criminale: nel momento della sua vita in cui giunge nell’isolata dimora di Lazar, un anziano illusionista ritiratosi dalla scene.

Il protagonista, tuttora oggetto di studi storici e giurisprudenziali, gli pone una sfida: provare l’esistenza del soprannaturale e la possibilità che esso possa generare l’istinto omicida. Prodotto interamente da uno staff di professionisti, “Larvae” seguirà ora un percorso di diffusione nei festival cinematografici internazionali con il supporto di Film Commission Torino Piemonte: un’altra occasione di risalto per il castello sabaudo, già insignito dei fregi Unesco, e ormai avvezzo alle luci dei riflettori, come ben dimostrato anche dalle vicende di “Come una volta: un amore da favola”, il nuovo reality interamente girato qui e visibile sul canale Discovery+. Per chi volesse conoscere più da vicino il film lombrosiano, e magari vedere il trailer, il riferimento sulla rete è www.officineianos.it/larvaefilm.

Non da ultimo, c’è da segnalare un’altra iniziativa che fungerà da compagna perfetta per questa nuova fase: con la riapertura primaverile, il percorso visite si arricchirà di nuovi pannelli descrittivi per narrare le trasformazioni degli spazi con gli occhi di chi le ha vissute.
Il maniero, transitando per l’anno-chiave del 1897 (epoca di acquisizione da parte del Comune e dunque della collettività) ha conosciuto nel tempo il passaggio da fortezza medievale a residenza reale, e infine “Casa dei Govonesi”: una realtà vivace, che conta oltre 20 associazioni per poco più di 2mila abitanti, ed in cui il castello è stato oggetto di una trasformazione profonda: da scrigno misterioso e inaccessibile, appartenente a pochi eletti, a centro culturale per l’intera comunità, in cui nel tempo hanno trovato sede -ed è ancora così, in alcuni casi- le scuole, gli uffici comunali, l’ormai estinta Pretura, la biblioteca e i sodalizi culturali.

C’è la voglia di recuperare il più possibile, tra i fili e gli spiragli del tempo: l’entourage che cura le sorti del monumentale edificio hanno così lanciato un appello, al fine di raccogliere foto d’epoca, ricordi, racconti e memorie di qualsiasi genere legate alla storia recente del castello. Si tratta di un’operazione tesa anche a preservare al meglio il concetto di memoria e di rielaborazione per le generazioni future, oltre che per i visitatori. Chi volesse dare il proprio aiuto a questo “racconto a più mani” potrà contattare ii referenti allo stesso indirizzo mail  [email protected].

Paolo Destefanis