Dal 2008 fa parte del circuito dei Borghi più belli d’Italia e appartiene al gruppo degli undici comuni che producono il vino Barolo dell’Unione di comuni Colline di Langa e Barolo. Parliamo di Monforte d’Alba, piccolo comune tra i vigneti, dallo splendido cuore medievale. Un centro storico e i suoi vicoli stretti che conducono sino alla centrale piazza Antica Chiesa e al famoso anfiteatro a cielo aperto: da qui la vista sui vigneti è qualcosa di magico. Soprattutto al tramonto, quando si trasforma in un paesaggio dai colori mozzafiato. Sarà per questo che quei vigneti sono stati dichiarati Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco. Il cuore di Monforte è il suo Auditorium Horszowski, l’anfiteatro naturale ricavato dalla pendenza del terreno e inaugurato dall’omonimo musicista nel 1986, che vede tutto un susseguirsi di gradoni rivestiti d’erba. Il palco è stato realizzato con un muro di cinta e, a dominare, è quella torre campanaria unico resto dell’antica chiesa medievale andata distrutta. Un’acustica perfetta, che ha fatto sì che musicisti del calibro di Paolo Conte abbiano organizzato qui diversi concerti, e che la rassegna internazionale “Monfortinjazz” sia ormai un appuntamento imperdibile nel mese di luglio. «Non ci ha fermato neppure il Covid» racconta Livio Genesio, sindaco dal 2014, eletto in una lista civica: «Quest’anno faremo la 46esima edizione» dice con orgoglio. Quello di chi crede nella bellezza e nell’importanza delle piccole cose per fare di un piccolo borgo un paese dove si vive bene e dove arriva turismo da tutto il mondo e tutto l’anno.
Che cosa intende per “piccole cose”?
«Nel nostro programma abbiamo inserito tanti interventi, tante piccole cose appunto, che insieme rendono Monforte un posto dove tutti possono vivere bene. Cercando di non lasciare indietro nulla».
Gli interventi a cui tenete di più?
«Abbiamo ampliato la Ztl in centro che è accessibile solo ai residenti. E stiamo rifacendo tutti i marciapiedi, sia del centro ma soprattutto delle provinciali che portano in paese. Se i cittadini possono camminare in tranquillità e soprattutto in sicurezza lasciano più spesso a casa l’auto. E noi avremo una società sempre più ecosostenibile. È su questo che bisogna puntare per lasciare un mondo migliore ai nostri giovani».
Ai ragazzi e ai bambini sono rivolti molti progetti del comune, vero?
«Sono il nostro futuro, non poteva e non doveva essere altrimenti. Una delle prime cose che abbiamo realizzato è stato un campo di calcetto in centro paese, dove i nostri ragazzi possono ritrovarsi a giocare. Ai bambini delle elementari è dedicata la tartufaia didattica, dove andiamo a implementare le piante, quest’anno ne abbiamo piantate cento. I bambini imparano il rispetto dell’ambiente, vedono quanto di prezioso arriva dalla terra. E conoscono le tradizioni del territorio dove vivono».
Il rispetto per l’ambiente è fondamentale nel vostro programma?
«Assolutamente sì, a partire dalla raccolta differenziata in cui noi crediamo molto e che ha ottenuto un’ottima risposta da parte dei nostri concittadini. Ancora una volta ribadisco che è fondamentale l’educazione che si impartisce ai bambini, fin da piccoli. A questo proposito abbiamo aderito al progetto della Fondazione Crc più Api: ad aprile con i bambini delle nostre scuole semineremo un campo di fiori di 800 metri. È importante conoscere e capire l’importanza dell’ecosistema».
Monforte ospita ogni anno turisti da tutto il mondo, qual è la manifestazione di più successo?
«Il nostro paese è molto vivo e offre un’importante struttura ricettiva: oltre 25 ristoranti, 600 posti letto. C’è l’imbarazzo della scelta per quanto riguarda i prezzi, la qualità della nostra offerta enogastronomica è sempre ottima. Sicuramente grande lustro al paese arriva da “Monfortinjazz”, rassegna internazionale che porta artisti da tutto il mondo. Quest’anno con la nostra Pro Loco e le associazioni abbiamo pensato anche di riproporre la rievocazione dei Catari per ripercorrere la storia del nostro borgo. L’ultima volta era stata messa in scena nel 1982. La riproporremo dal 27 agosto al 4 settembre e sarà una bella scommessa».
Monforte, paese di Langa, si identifica nel suo vino, il Barolo.
«È una ricchezza fondamentale per il nostro territorio e che valorizziamo in tutti i modi. Abbiamo anche una squadra di calcio sostenuta dai produttori vinicoli, i Barolo boys che si occupano di sport ma non solo. A giugno organizzano “Barolo boys in fuorigioco”: una rassegna che racconta il lavoro che c’è dietro la produzione di questo fantastico vino per un bere consapevole».
Qual è il segreto della notorietà e dell’apprezzamento di Monforte in tutto il mondo?
«Io credo che abbiamo lavorato bene negli anni. Ma non da soli e questo è fondamentale. C’è stato e c’è un territorio che insieme si sa promuovere. E poi dobbiamo considerare la tanta collaborazione che esiste tra associazioni, pubbliche amministrazioni e cittadini. Qualcosa di fondamentale: il lavoro di squadra vince sempre».