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Donne coraggiose raccontate da Selvaggia Lucarelli

La giornalista è stata ospite di Confindustria Cuneo e ha ricordato una serie di figure femminili in prima linea. «Oggi, quando qualcuno entra nella mia vita, trova una casa abitata, piena. Non ci sono vuoti da riempire come in passato»

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Ambiziose, guerriere, libere, affidabili, competenti, rivoluzionarie, artiste, eleganti, determinate, sportive, scienziate, generose, creative, coraggiose, sono solo alcuni degli aggettivi che sono emersi dall’intervista collettiva realizzata, presso il Centro incontri della Pro­vincia, ad una delle protagoniste del giornalismo italiano: Selvaggia Lucarelli.
Amante della Granda, frequentatrice in giovanissima età delle montagne monregalesi dove trascorreva le vacanze estive nella casa dei nonni, non ha nascosto alla platea cuneese di essere stata eletta “Miss San Giacomo di Roburent”.

Chiamate a dialogare con lei, ospite di Confindustria Cuneo sono state Luisella Mellino, Zaira Moreddu, Simona Borsalino, Donatella Signetti, Gian Maria Aliberti Gerbotto, Francesca Pinaffo, Ilaria Blangetti, Federica Mariani e Barbara Simonelli.
Ad aprire l’incontro dal titolo “A parlar di donne”, Giuliana Cirio, direttrice dell’associazione industriali cuneesi che ha rimarcato: «Crediamo nella libertà di espressione e Sel­vaggia la incarna, ma pensiamo che sia anche venuto il mo­mento di togliere un po’ di veli da una giornata ideologica quale appunto quella dell’8 marzo».

Il format ideato ha permesso ai nove giornalisti delle testate del territorio di porre all’attenzione della scrittrice, blogger e firma sino al 2021 del Fatto Quotidiano, nonché giudice di “Ballando con le Stelle” e speaker radiofonica per Radio Capital, alcune protagoniste femminili del ’900. Ognuna diversa, ognuna speciale, ognuna leader del proprio settore. Cinque minuti di informale colloquio, sorseggiando un tiepido tè sono stati l’occasione per parlare insieme a Simona Borsalino della Rivista IDEA, della Regina Elisabetta II, una figura per cui ogni definizione sembra riduttiva rispetto alla forza della donna e del ruolo che ricopre. Un personaggio al quale Selvaggia Lucarelli ha riservato un ironico commento: «È una donna che è sopravvissuta a molti avvenimenti come guerre, crisi economiche… Però fondamentalmente è sopravvissuta agli uomini. Nel senso che tutti gli uomini da cui si è trovata circondata, per scelta o per caso, in realtà sono stati faticosissimi, e in verità non tutti hanno spiccato per intelligenza: dal compianto marito Filippo, “gaffeur di professione”, al figlio Carlo, senza tralasciare i recenti scandali del principe Andrea e le scelte del nipote Harry e della consorte Meghan…».

Con le altre giornaliste Sel­vaggia Lucarelli ha delineato personaggi del calibro di Raffaella Carrà, Monica Vitti, Gloria Campaner, Margherita Hack, Marina Abramovic, Lindsey Vonn e Angelina Jolie. Le conclusioni del partecipato incontro sono state affidate al presidente di Confindustria Cuneo, Mauro Gola: «Il dibattito della parità di genere ha origini lontane ed in fondo non si è mai sopito. Virginia Woolf aveva già colto che l’arma della libertà del pensiero parte dall’indipendenza economica. Questo è stato forse l’avvio di pensieri liberali e democratici e successivi passi anche dal punto di vista culturale. Forse superficiali, attestati con evidenza soprattutto dai numeri: 25.000 donne ogni anno smettono di lavorare per poter fare un figlio; le donne dirigenti d’azienda sono intorno al 18%; il 70% dei posti di lavoro persi in questi due anni appartengono alle donne… Nel report del Gender Gap su 149 paesi l’Italia si attesta al 70° posto, dietro a paesi come Monte­negro e Honduras. Per non parlare dei femminicidi… E allora per il futuro? Vorrei spostare l’attenzione a l’Agenda 2030 per uno sviluppo sostenibile, ed in particolare al punto 5 che pone una precisa condizione: raggiungere l’u­gua­glianza di genere e l’autodeterminazione di tutte le donne e ragazze. Servirà condividere, uomini e donne, le responsabilità, per avere un mondo migliore!».

«Oggi mi sembra doveroso concludere questo appuntamento», ha chiosato la Lucarelli, «ricordando un periodo storico complesso, purtroppo scandito dalla guerra. E allora è doveroso ricordare le mie coraggiose colleghe chiamate in prima li­nea a raccontare i fatti: Fran­cesca Mannocchi; Cecilia Sala; Stefania Battistini; Marta Se­rafini; Emma Fanè; Lynsey Addario e Clarissa Ward».
A margine dell’incontro è stata presentata anche l’ultima fatica letteraria della giornalista: “Crepacuore. Storia di una dipendenza affettiva”. Nel racconto schietto e diretto descrive come un incontro tra un uomo che non vede nulla oltre se stesso e una donna che non vede nulla oltre lui può trasformarsi in una devastante dipendenza affettiva da cui la protagonista uscirà solo dopo aver toccato il fondo. E nel corso dell’incontro non ha mancato di ricordare: «Imparare a stare da soli vuol dire essere una casa abitata. Chi entra nella mia casa la arricchisce, non la riempie. Non riempie dei vuoti».