“Prezzi dell’energia e materie prime, problemi di approvvigionamento: lavori pubblici a rischio”

Lettera di Ance Cuneo alla Provincia di Cuneo, a tutti i Comuni della Granda e ad altre stazioni appaltanti

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«È doveroso che le stazioni appaltanti prendano atto che siamo in presenza di cause di forza maggiore, le quali rendono, al momento, oggettivamente impossibile per gli appaltatori la prosecuzione dei lavori e facciano ricorso a tutti gli strumenti giuridici a loro disposizione, per ridurne l’impatto e salvaguardare i contratti in corso e, quindi, l’interesse pubblico all’esecuzione delle opere e alla difesa dei livelli occupazionali».

È l’appello alla Provincia di Cuneo, a tutti i Comuni della Granda e alle altre principali stazioni appaltanti sottoscritto dal presidente di Ance Cuneo, Gabriele Gazzano, in una lettera in cui presenta il quadro di una situazione prossima a diventare insostenibile per le aziende attive nel campo edilizio e delle costruzioni.

Il rialzo improvviso ed esponenziale dei costi dell’energia e delle materie prime mina l’operatività delle imprese associate: «Continue segnalazioni evidenziano la scarsità di materie prime disponibili, comportando scompensi nella catena degli approvvigionamenti, con gravi ripercussioni sullo sviluppo delle aziende e un concomitante effetto di aumento dei prezzi».

Questa situazione, che purtroppo fa immediato seguito alla fase di blocco pandemico, molto aggravata dagli eventi bellici, in tutta la penisola sta causando il blocco degli impianti di produzione industriale e il comparto edile non fa eccezione, con possibili gravi ripercussioni anche sulle opere previste nel Pnrr. Gazzano evidenzia la sospensione dell’attività dei maggiori produttori italiani di carpenteria, laterizi, cemento e conglomerati bituminosi. Per questi ultimi, ad esempio, il rialzo dei costi per la produzione di asfalto è passata in pochi mesi da 2-3 euro a tonnellata a 12-13 euro.

Di fronte a un’evoluzione così veloce, sottolinea il Presidente di Ance Cuneo, le misure di sostegno adottate sia dal Governo che dalle amministrazioni del territorio sono subito «divenute inadeguate e non sono in grado di produrre gli auspicati risultati».
Viene apprezzato lo sforzo della Regione Piemonte, che ha ravvicinato la frequenza di aggiornamento del prezzario pubblicando il 10 marzo l’edizione 2022, «ma la straordinarietà e la drammaticità del momento storico si palesa in un settimanale aumento dei materiali da costruzione. Non possiamo lavorare auspicando compensazioni governative future, frutto di indagini di mercato su un paniere caratterizzato da unità di misura sbagliate e voci non più rappresentative. I cantieri edili si fermano perché le scorte a magazzino si vanno esaurendo e sono impossibili nuovi approvvigionamenti».

Se la bacchetta magica per risolvere questioni così complesse non esiste, ciò non di meno occorrono, da parte della mano pubblica, nuove misure immediate, mirate e incisive, in difetto delle quali «le imprese si troveranno, loro malgrado, nella necessità di considerare la risoluzione dei contratti per eccessiva onerosità sopravvenuta, ex articolo 1467 del Codice civile».

Constatato che «mai come in questa situazione la Pubblica Amministrazione ha la possibilità di svolgere un ruolo fondamentale nella difesa di un interesse pubblico allargato e nella tutela delle proprie comunità territoriali», Gazzano auspica la massima collaborazione su due punti tecnici, di competenza delle stazioni appaltanti, ritenuti essenziali: sospensioni lavori e proroga dei termini contrattuali (articolo 107, commi 4 e 5, del decreto legislativo n. 50/2016) e varianti in corso d’opera per circostanze impreviste e imprevedibili con perizie di aggiornamento delle principali voci di prezzo (art. 106, comma 1, lettera c della medesima normativa statale).

Frattanto è in corso anche la mobilitazione di Ance nazionale, sostenuta dai sindacati del settore, che nei prossimi giorni e settimane sfocerà in ulteriori iniziative, diffuse anche sui territori, nei confronti del Governo e degli altri livelli decisionali e per sensibilizzare l’opinione pubblica su una situazione che non si può non definire preoccupante.

c.s.